Cimitero Ebraico


Reggio Emilia (RE)
Il secondo recinto ospita i defunti dal 1853, quando il cimitero venne ampliato con una addizione ad est, verso la riva del torrente Crostolo, ed è articolato in campi con piccole edicole e sepolcri familiari. L’ingresso è posto su via della Canalina ed è prospiciente l’‘oel (cappella funeraria) in stile tardo neoclassico, realizzato probabilmente da Pietro Marchelli, l’architetto che progettò a Reggio Emilia la sinagoga di via dell’Aquila: sul frontone triangolare compaiono le quattro lettere ebraiche “he”, iniziali del versetto del Kohelet “vanità delle vanità, tutto è vanità”. In prossimità del vialetto d’ingresso va notata lapide, molto semplice, del banchiere Jacob Rabbeno, morto il 15 maggio del 1809 e ricordato nelle cronache del Motti come “…Ebreo compianto da tutti per la sua onestà e buoni costumi”. Appena più arretrata, la sepoltura del giovane Leopoldo Ravà, che partecipò come volontario alle guerre d’indipendenza e fu ucciso a Mentana nel 1867. Inserita nel muro di ponente, la lapide in memoria del rabbino maggiore Jacob Israel Carmi, sepolto, per dispensa ducale, nel vecchio cimitero di città vicino ai propri antenati. Carmi, figura tra le più rilevanti dell’ebraismo italiano di quegli anni, fu delegato al Sinedrio di Parigi degli anni 1806-1807. Un particolare sacello è quello di Enrichetta Levi, che su di un lato reca un ampio drappeggio scultoreo di epoca tardo romantica. Una lapide inserita nel muro divisorio del primo recinto reca un ritratto in bassorilievo del giovane Alberto Cantoni, morto a diciotto anni il 24 giugno 1859 nella battaglia di Solferino, per “…la redenzione della patria”.
Notevole è il sontuoso monumento funerario, realizzato nella parte scultorea da Giovanni Lomazzi, del senatore Ulderico Levi (1842-1922), uno dei più illustri reggiani dell’Ottocento. Di nobile casata, Levi partecipò alla seconda e terza guerra di indipendenza come aiutante di campo dei generali Bixio e Cialdini. Nel 1882 fu eletto deputato al Parlamento nazionale e poi senatore dal 1898. Levi fu anche un grande mecenate per la sua città: promosse tra l’altro la costruzione del Teatro Ariosto e finanziò la realizzazione dell’acquedotto.
Si segnala il complesso monumentale della famiglia Liuzzi, composto da cinque lapidi, inserite in una armonioso struttura architettonica neoclassica delimitata da colonne rastremate e scanalate sormontate da una trabeazione aggettante sormontata da cimasa con inscritte le tavole della legge, foglie di palma e la conchiglia. Vi sono sepolti Isacco Liuzzi (1779-1855), Giacomo (1785-1867) “… soccorritore dei poveri … e valente pittore” e Augusto, volontario durante la guerra di indipendenza. Altro sepolcreto di notevole rilievo per compattezza formale è quello della famiglia Segrè, originaria di Novellara. Epaminonda Segrè (1830-1901), volontario nella prima guerra di indipendenza, fu collaboratore di Quintino Sella al Ministero delle Finanze, poi direttore delle regie ferrovie sarde per trentanni.
Le lapidi più antiche in rispetto alla normativa ebraica non recano mai l’immagine dei defunti, tuttavia nel settore nuovo del cimitero molte lapidi datate tra il XIX e il XX secolo presentano un ritratto del defunto sia sotto forma di scultura che di fotografia.
Nel 1808 nasce il Cimitero degli ebrei extra moenia, circondato da mura (il cosiddetto primo recinto), in cui vengono trasferiti i defunti e le lapidi dal luogo precedente, e in cui si procede alle nuove inumazioni.
Agli inizi del Novecento esistevano ancora entro la città di Reggio Emilia quattro antichi cimiteri ebraici, cui fa riferimento anche lo storico A.Balletti (1930).