Interno casa Nena, foto di Luca Bacciocchi
Interno Villa Nena, foto di Luca Bacciocchi
CSI
CSID Famiglie
Casalecchio di Reno

Casa Museo NENA

Orari e Tariffe
Per orari di visita e costi del biglietto consultare il sito web o contattare telefonicamente.
Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Via del Lavoro, 46
Casalecchio di Reno (BO)
Tel: 351 535 5800
villa monumentale
Arte
Casa-museo/dimora storica
Famiglia Boschi
Le prime notizie riguardanti il Palazzo, denominato di Ceretolo e appartenuto alla famiglia Boschi si hanno già verso la fine del XVII secolo e i primi anni del XVIII secolo. La villa e il terreno vengono acquisiti dal Marchese Boschi nel 1745. Nei primi Ottocento la proprietà passava alla nobile famiglia dei Rivani. Nel 1937, alla morte della nobildonna Angiolina Garagnani, vedova di Angelo Rivani, era trasmessa in eredità al nipote Conte Vincenzo Garagnani che, a sua volta, la lasciava alla figlia, la Contessa Cesarina Garagnani Garavini. Quest’ultima sposava Tommaso Garavini, ingegnere, la cui famiglia era di origine napoletana: la loro vita si divideva tra Ceretolo e Roma, dove lui aveva il suo studio professionale; e ricopriva il ruolo di Gentiluomo di Sua Santità. Dopo i danni causati dalla Seconda Guerra mondiale, restauravano ulteriormente la casa che diventava la loro residenza negli anni del riposo. Dal loro matrimonio nascevano due figlie, Maria Maddalena e Maria Letizia. Villa Nena nasce con l’intento di riportare all’antico splendore l’edificio, rendendo fruibile la bellezza di mobili, quadri, ceramiche, arredi e memorie, collezionati da diverse generazioni e conservati con cura. L’Associazione Culturale NINA onlus, che gestisce l’edificio, ha scelto di ricordare la figura di quest’ultima discendente, in famiglia soprannominata “Nena”, di cui la villa costudisce molti oggetti e, insieme alla sorella, rappresenta l’ultimo ramo di famiglia ad avervi dimorato.

Paesaggi culturali

La strada di Ceretolo si chiamava, almeno fin dai primi del ‘900, via Boschi prendendo il nome dai marchesi stessi. Fu su questi terreni che nel 1879 venne alla luce una delle più interessanti opere d'arte da imputare alla civiltà gallo-etrusca: la cosiddetta "Oinochoe di Ceretolo", una brocca da vino. Essa era scoperta in modo fortuito da un contadino che, facendo opere di scasso, urtava con la zappa un oggetto di bronzo e, convinto di aver trovato un tesoro, ne avvisava il marchese Tommaso Boschi che fece fare sul posto uno scavo accurato, informandone contemporaneamente il sen. Giovanni Gozzadini, lo scopritore dei Villanoviani e archeologo dell'epoca. Questi completò lo scavo, del quale lasciò una accurata relazione, e a tutt’oggi i reperti sono conservati al Museo Civico Archeologico di Bologna.

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