Artisti, artigiani, architetti, produttori
Vaccaro Giuseppe
architetto
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Nel 1916 consegue la licenza di professore di Disegno Architettonico presso il Regio Istituto di belle arti di Bologna e si laurea in architettura nel 1920 con Attilio Muggia. Solo due anni più tardi, è vincitore del concorso per il progetto della Balduina a Roma. Partecipa fin dal 1924 ad alcuni impegnativi progetti per Bologna come la sistemazione della piazza della Stazione, il Cavalcavia per il sottopasso ferroviario di via Galliera, il monumento ai caduti del 1915-1918 nel cortile del palazzo del Podestà. Nel primo periodo della sua attività professionale, sempre nel capoluogo emiliano, si ricordano i significativi progetti eseguiti per la “Cooperativa Mutilati e Invalidi di guerra”: Edificio per appartamenti in viale Gozzadini 1; Edificio per appartamenti in via Vascelli 8; Edificio per appartamenti in via Tanari; Casa d’abitazione in Piazza di Porta S. Isaia. Tali opere sono caratterizzate dalla struttura a gabbia in c.a. che consente all’autore un deciso passaggio ad un linguaggio autonomo e connotato da elementi espressionistici.
Nel 1927, in un clima nuovamente romano, partecipa con Luigi Broggi e Gino Franzi al Concorso per il Palazzo della Società delle Nazioni e più tardi, con Marcello Piacentini (di cui diviene assistente) al progetto per il Ministero delle Corporazioni a Roma (1928), poi, sempre con Franzi al progetto del Palazzo delle Poste a Napoli (1929). Fra il 1933 e il 1935, porta a compimento, a Bologna, il nuovo edificio per la Scuola Superiore degli Ingegneri commissionatogli dall’allora preside Puppini a cui Vaccaro deve anche l’incarico per la Colonia marina dell’AGIP a Cesenatico (1937). Entrambi gli edifici sono caratterizzati dall’uso di materiali tradizionali quali mattoni, marmi e vetro ,usati come espressivi componenti di una struttura in cemento armato. Queste ultime opere influenzeranno notevolmente l’affermazione dell’architettura moderna in Italia.
Vaccaro realizza a Bologna (tra il 1925 e il 1945) la Sede dell’Associazione Mutilati in via Parigi, il Monumento ai caduti di San Giovanni in Persiceto, la Casa del fascio di Vergato, l’Aula Magna dell’Università di Bologna poi modificata. Nel 1955 in collaborazione con Pier Luigi Nervi costruisce la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria a Borgo Panigale. Poi l’immobile abitativo a Porta Santo Stefano (1955), la Casa d’abitazione in Piazza Malpighi e la chiesa di sant’Antonio a Recoaro Terme. Tra le opere del dopoguerra occorre si segnala, sempre a Bologna, il “Quartiere Barca” con l’edificio del “treno” e la chiesa di San Giovanni Bosco in collaborazione con l’ingegner Tornelli.
Francesco Moschini (a cura di), Giuseppe Vaccaro, La casa di serie. Appunti sull'abitazione 1940/1942, catalogo della mostra tenutasi nel giugno 1982 presso la galleria A.A.M. Architettura Arte Moderna di Roma, Edizioni A.A.M. Architettura Arte Moderna, Roma, 1982.
Umberto Cao (a cura di), Giuseppe Vaccaro. Colonia marina a Cesenatico (1936-1938), CLEAR, Roma 1994
G. Riguzzi, Giuseppe Vaccaro e la Colonia AGIP di Cesenatico, in "ROTARY INTERNATIONAL CERVIA – CESENATICO" n. Estratto da n. 322 – BOLLETTINO MENSILE, aprile 2000
Davide Mazzotti, Giuseppe Vaccaro architetto, Il Ponte Vecchio, 2000
AA. VV., Giuseppe Vaccaro, Electa, 2002
Maristella Casciato e Giuliano Gresleri (a cura di), Giuseppe Vaccaro. Architetture per Bologna, Editrice Compositori, Bologna 2006
Luca Marzi, Giuseppe Vaccaro. Facoltà di Ingegneria, Bologna, 1933-35, in "Costruire in laterizio", n. 131 settembre/ottobre 2009.
G. Gresleri, P. G. Massaretti (a cura di), Norma e arbitrio: architetti e ingegneri a Bologna 1850-1950, Marsilio, Venezia 2001, pp. 409-410.