grès
sec. XX (1962 - 1962)
L'opera in oggetto appartiene alla produzione degli anni '60, anni in cui Carlo Zauli continua e perfeziona la sua ricerca sul grès, anche dal punto di vista cromatico, iniziata nel decennio precedente, tanto che esso diviene il suo materiale d'elezione prendendo il sopravvento sulla maiolica, che tuttavia non verrà mai del tutto abbandonata. Si allontana definitivamente dall'idea di “vaso” come oggetto d'uso, indagando e reinterpretando questa tipologia a livello formale in tutte le sue potenzialità espressive fino allo sviluppo di forme scultoree tese alla conquista dello spazio. Queste nuove forme nascono da un ripetuto impiego del tornio che si fa anche strumento per un intervento sulla forma di tipo decorativo inteso a vivacizzare le superfici con leggeri rilievi. Contemporaneamente nascono le forme primarie, la sfera ad esempio, dal carattere geometrico e dalle linee essenziali sottolineate dal “bianco Zauli”, uno smalto di colore bianco-grigio che costituirà il suo alfabeto cromatico e sarà oggetto di sperimentazione fino agli anni '90. La sua riassume poetica si riassume nel titolo della sua relazione presentata a un importante convegno di ceramica del 1966: “Creatività e fedeltà alla materia”.Zauli continua la sua apprezzata carriera con importanti esposizioni in Italia e all'estero e numerosi riconoscimenti.
In questo periodo si impegna anche nel design d'avanguardia, infatti nel 1960 è tra i fondatori dell'azienda di piastrelle in grès LaFaenza e si occupa della progettazione delle superfici e dei decori.