Sassuolo

Castello di Montegibbio
Sassuolo

Castello di Montegibbio, su gentile concessione di comuni-italiani.it
via per il Castello, 6
loc. Montegibbio
Sassuolo (MO)
tel 0536 880801 UIT, 0536 880965 - 885 Servizio cultura Comune
Sulle prime colline modenesi alle spalle di Sassuolo, Montegibbio è situato all’imbocco della valle del Secchia, che segna qui il confine con il Reggiano.

Dai Canossa ai Dalla Rosa
Il sito di Montegibbio ebbe per secoli importanza strategica, connessa al controllo del primo tratto della via Bibulca, antico collegamento militare tra pianura modenese e Garfagnana toscana, che nel corso del medioevo divenne un importante percorso romeo culminante a San Pellegrino in Alpe.
Una fortificazione venne forse eretta sul colle ‘gibboso’ già tra IX e X secolo a difesa dalle incursioni ungare dai canonici della cattedrale di Parma, che 980 ottennero la conferma imperiale del suo possesso. Nel quarto decennio del XI secolo Bonifacio di Canossa acquisì Montegibbio insieme alla piccola corte di Sassuolo, allora dipendente dal distretto reggiano di Carpineti, inserendo la fortificazione nel complesso sistema difensivo articolato tra le colline modenesi e reggiane che proteggeva i collegamenti fra i suoi territori.
Le lotte per l’eredità canossiana scoppiate dopo la morte della grancontessa Matilde nel 1115 videro prevalere alla fine del secolo nel territorio di Sassuolo la famiglia guelfa Dalla Rosa, che estese in seguito i propri domini fino a Formigine e Fiorano.
Nel corso del Trecento Montegibbio divenne una delle principali roccaforti della signoria sassuolese contro le mire dei potenti vicini. Già nel 1325 Passerino Bonaccolsi, signore ghibellino di Mantova e Modena, aveva assalito e distrutto il castello da poco rafforzato con nuove mura e profonde fosse; furono poi gli Este, vicari imperiali di Modena dal 1336, e Barnabò Visconti ad attaccare a più riprese i domini dei Dalla Rosa.
Nel 1373 gli Este riuscirono infine prevalere, ottenendo due anni dopo la dedizione degli abitanti di Montegibbio; ma solo nel 1417 poterono annettere ai loro domini modenesi anche Sassuolo, costituendola in podesteria con Montegibbio come suo comune autonomo.

Una signoria per i Pio
Nel 1499 Ercole d’Este fece rinascere la signoria di Sassuolo – con Montegibbio, Formigine, Fiorano, Spezzano e poi anche Soliera – per concederla a Giberto Pio e a suoi eredi in cambio della sua parte del feudo di Carpi, ponendo così fine al secolare contrasto tra i due casati per il controllo della pianura modenese.
I nuovi signori non poterono avvalersi a lungo di Montegibbio, che venne completamente distrutto dal disastroso terremoto modenese del 1501. Il castello rimase abbandonato senza che se ne tentasse la ricostruzione, tanto che a fine secolo venne rappresentato ancora in rovina nella sala delle Vedute del castello di Spezzano, magnifico repertorio per immagini dei possedimenti della signoria sassuolese.
Nel 1599 l'estinzione del ramo 'gibertino’ dei Pio riconsegnò però Sassuolo e il suo territorio agli Este, che avevano appena subito la forzata devoluzione di Ferrara al papa, ritirandosi nel loro ducato imperiale di Modena e Reggio.

Dal Sei all’Ottocento: un palazzo di villeggiatura, un edificio eclettico
Nel 1636 il feudo di Montegibbio, elevato a marchesato, venne assegnato dai Duchi d’Este ai nobili modenesi Boschetti. Sui resti delle antiche fortificazioni il marchese Girolamo edificò alcuni anni dopo un palazzo signorile destinato a residenza di villeggiatura e di caccia, restaurando inoltre in stile barocco l'attigua chiesa di San Pietro.
Tornato alla Camera ducale alla fine del Seicento il castello passò più volte di mano, venendo sottoposto a ripetuti interventi da parte dei diversi proprietari.
Di particolare rilievo furono le modifiche effettuate nel corso dell’Ottocento. Già nella prima parte del secolo la famiglia Nanni aveva intrapreso una serie di lavori che avevano comportato la riduzione di quota dell’antica torre. Ma furono soprattutto gli ampi interventi promossi a metà secolo dai Borsari, nobili possidenti di Finale, a conferire all’edificio gran parte del suo aspetto attuale: il palazzo marchionale venne allora ampliato e sopraelevato e gli interni arredati secondo l'imperante gusto eclettico; anche la chiesa di san Pietro subì importanti modifiche. La trasformazione fu completata con la creazione del parco in stile romantico nell’area verde circostante il castello.

Il progetto di restauro e valorizzazione
Nel 1972 l’edificio venne acquistato dal comune di Sassuolo con il concorso delle amministrazioni comunale e provinciale di Modena, e destinato a colonia; nel 2019 la proprietà è passata interamente all’amministrazione comunale.
In vista di un progetto di restauro, consolidamento e rifunzionalizzazione del complesso, a partire dal 2008 è stato avviato un approfondito studio delle strutture che ha consentito l'individuazione delle fasi costruttive del castello come dei materiali e delle tecniche utilizzate.
Sono oggi visitabili il parco, la corte e l’acetaia comunale, mentre il palazzo marchionale è chiuso, in attesa di restauri.


VISITA
Immerso in un bosco di trenta ettari, il complesso si articola attorno a una corte di forma ellittica circondata da mura, modellata sulla conformazione del terreno.
Lo spazio interno alle mura, introdotto da un portale seicentesco con torre di vedetta, comprende il mastio a base quadrata, il palazzo marchionale e la chiesa. Il palazzo conserva intatti gli arredi originali di gusto eclettico; la sala delle Armi è decorata con vedute dei castelli di Montegibbio, Spezzano, Montecuccolo e Vignola inquadrate da scudi, elmi, lance, picche e trofei in stile neorinascimentale. La chiesa conserva un dipinto che rappresenta il castello prima dei restauri.
A fianco degli edifici principali si succedono la serra-limonaia, gli ambienti di servizio, un giardino murato e un fabbricato che ospita l’acetaia comunale.
Il parco, in parte aperto alle visite, presenta la vegetazione tipica dei boschi collinari, qualche esemplare di provenienza esotica e un’importante stazione relitta di pino silvestre.
Un sentiero pedonale e ciclabile collega il castello di Montegibbio a quelli di Nirano e Spezzano e, attraverso il percorso Natura-Torrente Fossa, alla riserva naturale delle Salse di Nirano.




Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Secchia,
via Romea Bibulca
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Canossa,
Dalla Rosa,
Este,
Pio,
Boschetti
Arte e Architettura

Stili architettonici e decorativi nel castello:

Storicismo Eclettismo Liberty
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

Il Frignano estense
Bibliografia
via per il Castello, 6
loc. Montegibbio
Sassuolo (MO)
tel 0536 880801 UIT, 0536 880965 - 885 Servizio cultura Comune
Sulle prime colline modenesi alle spalle di Sassuolo, Montegibbio è situato all’imbocco della valle del Secchia, che segna qui il confine con il Reggiano.

.
Dai Canossa ai Dalla Rosa
Il sito di Montegibbio ebbe per secoli importanza strategica, connessa al controllo del primo tratto della via Bibulca, antico collegamento militare tra pianura modenese e Garfagnana toscana, che nel corso del medioevo divenne un importante percorso romeo culminante a San Pellegrino in Alpe.
Una fortificazione venne forse eretta sul colle ‘gibboso’ già tra IX e X secolo a difesa dalle incursioni ungare dai canonici della cattedrale di Parma, che 980 ottennero la conferma imperiale del suo possesso. Nel quarto decennio del XI secolo Bonifacio di Canossa acquisì Montegibbio insieme alla piccola corte di Sassuolo, allora dipendente dal distretto reggiano di Carpineti, inserendo la fortificazione nel complesso sistema difensivo articolato tra le colline modenesi e reggiane che proteggeva i collegamenti fra i suoi territori.
Le lotte per l’eredità canossiana scoppiate dopo la morte della grancontessa Matilde nel 1115 videro prevalere alla fine del secolo nel territorio di Sassuolo la famiglia guelfa Dalla Rosa, che estese in seguito i propri domini fino a Formigine e Fiorano.
Nel corso del Trecento Montegibbio divenne una delle principali roccaforti della signoria sassuolese contro le mire dei potenti vicini. Già nel 1325 Passerino Bonaccolsi, signore ghibellino di Mantova e Modena, aveva assalito e distrutto il castello da poco rafforzato con nuove mura e profonde fosse; furono poi gli Este, vicari imperiali di Modena dal 1336, e Barnabò Visconti ad attaccare a più riprese i domini dei Dalla Rosa.
Nel 1373 gli Este riuscirono infine prevalere, ottenendo due anni dopo la dedizione degli abitanti di Montegibbio; ma solo nel 1417 poterono annettere ai loro domini modenesi anche Sassuolo, costituendola in podesteria con Montegibbio come suo comune autonomo.

Una signoria per i Pio
Nel 1499 Ercole d’Este fece rinascere la signoria di Sassuolo – con Montegibbio, Formigine, Fiorano, Spezzano e poi anche Soliera – per concederla a Giberto Pio e a suoi eredi in cambio della sua parte del feudo di Carpi, ponendo così fine al secolare contrasto tra i due casati per il controllo della pianura modenese.
I nuovi signori non poterono avvalersi a lungo di Montegibbio, che venne completamente distrutto dal disastroso terremoto modenese del 1501. Il castello rimase abbandonato senza che se ne tentasse la ricostruzione, tanto che a fine secolo venne rappresentato ancora in rovina nella sala delle Vedute del castello di Spezzano, magnifico repertorio per immagini dei possedimenti della signoria sassuolese.
Nel 1599 l'estinzione del ramo 'gibertino’ dei Pio riconsegnò però Sassuolo e il suo territorio agli Este, che avevano appena subito la forzata devoluzione di Ferrara al papa, ritirandosi nel loro ducato imperiale di Modena e Reggio.

Dal Sei all’Ottocento: un palazzo di villeggiatura, un edificio eclettico
Nel 1636 il feudo di Montegibbio, elevato a marchesato, venne assegnato dai Duchi d’Este ai nobili modenesi Boschetti. Sui resti delle antiche fortificazioni il marchese Girolamo edificò alcuni anni dopo un palazzo signorile destinato a residenza di villeggiatura e di caccia, restaurando inoltre in stile barocco l'attigua chiesa di San Pietro.
Tornato alla Camera ducale alla fine del Seicento il castello passò più volte di mano, venendo sottoposto a ripetuti interventi da parte dei diversi proprietari.
Di particolare rilievo furono le modifiche effettuate nel corso dell’Ottocento. Già nella prima parte del secolo la famiglia Nanni aveva intrapreso una serie di lavori che avevano comportato la riduzione di quota dell’antica torre. Ma furono soprattutto gli ampi interventi promossi a metà secolo dai Borsari, nobili possidenti di Finale, a conferire all’edificio gran parte del suo aspetto attuale: il palazzo marchionale venne allora ampliato e sopraelevato e gli interni arredati secondo l'imperante gusto eclettico; anche la chiesa di san Pietro subì importanti modifiche. La trasformazione fu completata con la creazione del parco in stile romantico nell’area verde circostante il castello.

Il progetto di restauro e valorizzazione
Nel 1972 l’edificio venne acquistato dal comune di Sassuolo con il concorso delle amministrazioni comunale e provinciale di Modena, e destinato a colonia; nel 2019 la proprietà è passata interamente all’amministrazione comunale.
In vista di un progetto di restauro, consolidamento e rifunzionalizzazione del complesso, a partire dal 2008 è stato avviato un approfondito studio delle strutture che ha consentito l'individuazione delle fasi costruttive del castello come dei materiali e delle tecniche utilizzate.
Sono oggi visitabili il parco, la corte e l’acetaia comunale, mentre il palazzo marchionale è chiuso, in attesa di restauri.


VISITA
Immerso in un bosco di trenta ettari, il complesso si articola attorno a una corte di forma ellittica circondata da mura, modellata sulla conformazione del terreno.
Lo spazio interno alle mura, introdotto da un portale seicentesco con torre di vedetta, comprende il mastio a base quadrata, il palazzo marchionale e la chiesa. Il palazzo conserva intatti gli arredi originali di gusto eclettico; la sala delle Armi è decorata con vedute dei castelli di Montegibbio, Spezzano, Montecuccolo e Vignola inquadrate da scudi, elmi, lance, picche e trofei in stile neorinascimentale. La chiesa conserva un dipinto che rappresenta il castello prima dei restauri.
A fianco degli edifici principali si succedono la serra-limonaia, gli ambienti di servizio, un giardino murato e un fabbricato che ospita l’acetaia comunale.
Il parco, in parte aperto alle visite, presenta la vegetazione tipica dei boschi collinari, qualche esemplare di provenienza esotica e un’importante stazione relitta di pino silvestre.
Un sentiero pedonale e ciclabile collega il castello di Montegibbio a quelli di Nirano e Spezzano e, attraverso il percorso Natura-Torrente Fossa, alla riserva naturale delle Salse di Nirano.




Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione, propri e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.