Montefiorino (MO)
L’area di Montefiorino ha rivestito nei secoli grande importanza strategica, legata alla presenza dell’antica via Bibulca, una delle principali direttrici che collegavano la pianura padana ai valichi appenninici attraverso il passo delle Radici - snodo sotto i Longobardi tra i loro domini modenesi e quelli garfagnani, divenuto nel medioevo con San Pellegrino in Alpe un’importante tappa del cammino romeo.
Parte dei domini canossiani nel Frignano, nella seconda metà del secolo XI Montefiorino costituì con Vitriola il centro dei possedimenti dell’importante badia benedettina di Frassinoro, fondata da Beatrice di Lorena, madre di Matilde di Canossa.
Aperta la contesa sull’eredità della grancontessa morta nel 1115, attorno al 1170 Montefiorino fu dato in enfiteusi dall’abate di Frassinoro ai Montecuccoli, i capi della fazione ghibellina dei signori della montagna che fondavano sull’investitura ricevuta dall’imperatore di molti castelli dell’area le loro pretese di autonomia da Modena e da Bologna, anch’esse in lotta per il controllo del Frignano.
Sul punto più elevato del monte - insediato fin dall’epoca protostorica e forse già fortificato a controllo della Bibulca - i Montecuccoli eressero una robusta torre quadrangolare, probabilmente circondata da un recinto ligneo e dotata di cisterna; verso il 1240, a fronte dei ripetuti attacchi modenesi, attorno alla torre trasformata in mastio venne costruito un castello in muratura dotato di mura d’arenaria, torri angolari e di un edificio destinato a residenza.
Nove anni dopo il castello venne però distrutto da Modena per impedirne il riarmo in vista della battaglia della Fossalta contro i Bolognesi, e rimase poi a lungo in abbandono, divenendo a fine secolo il romitorio di monaci frassinoresi.
La signoria degli Este e il feudo Montecuccoli
Nei primi decenni del Trecento le difese di Montefiorino vennero restaurate e potenziate da Guidinello Montecuccoli, che trasformò inoltre parte dell’edificio in una residenza signorile fortificata, attorno al quale venne aggregandosi il primo nucleo del borgo con la torre del Mercato.
A partire dal 1336 i Montecuccoli dovettero riconoscere, dopo averlo a lungo contrastato, il dominio sul Frignano degli Este, che avevano appena consolidato la loro signoria su Modena e che istituirono una provincia friniate separata da quella modenese, organizzata in Podesterie semiautonome.
La sottomissione fu solo apparente: trent’anni dopo i Montecuccoli ottenevano dall’imperatore, loro ospite a Montefiorino, la conferma dell’investitura diretta sui loro castelli - che andarono così a costituire una parte ‘mediata’ della provincia - e il diritto di aggiungere al proprio stemma l’aquila imperiale.
Nella prima metà del Quattrocento gli Este, per garantirsi il controllo degli accessi alla Garfagnana, da loro contesa ai Lucchesi, strapparono definitivamente Montefiorino ai Montecuccoli: prima con le armi, poi grazie alla sottomissione volontaria degli abitanti del borgo, ottenuta in cambio della promessa di autonomia da vincoli feudali. Il nuovo assetto fu sancito dalla concessione agli Este da parte dell’abate di Frassinoro dei diritti su questo e altri castelli della zona; Montefiorino divenne così sede di una Podesteria, che ebbe vita quasi senza interruzioni fino all’abolizione napoleonica dei feudi.
Decadenza e rinascita del castello: la repubblica di Montefiorino, la valorizzazione
A partire dal Cinquecento Montefiorino conobbe una rapida decadenza: il terremoto modenese del 1501 rese pericolanti le sue strutture difensive, ulteriormente ridimensionate a causa del fulmine che mezzo secolo dopo colpì il mastio, imponendone la capitozzatura per motivi di sicurezza. La realizzazione a fine Settecento delle nuove vie Vandelli e Giardini dirette in Toscana provocò poi l’abbandono della Bibulca, spostando le direttrici militari e commerciali lontano da Montefiorino, divenuta ormai una località di secondaria importanza.
Il castello sarebbe tornato alla ribalta della storia nel 1944, quando divenne la base da cui le truppe tedesche lanciarono un massiccio bombardamento sulla valle, poi la prima zona dell’Italia settentrionale liberata dalle forze partigiane e sede della breve ma importante esperienza di governo democratico della repubblica di Montefiorino.
Restaurato dall’amministrazione comunale già nel 1907, il complesso è stato oggetto a partire dal 2008 di un esteso progetto di restauro e rifunzionalizzazione. L’intervento è stato preceduto da ampie indagini archeologiche che hanno gettato maggiore luce sui suoi antecedenti e le sue fasi costruttive.
L’edificio ospita oggi, con la biblioteca civica e la sede municipale, il museo dedicato alla repubblica di Montefiorino e alla Resistenza; è in corso di allestimento una sezione su storia e archeologia del territorio.
VISITA
La possente mole del castello a pianta quadrata, circondata dalle mura perimetrali in conci di arenaria che inglobano le torri angolari, domina il borgo dalla sommità dell’altura, a quasi 800 metri di altezza.
Dalla porta Reale con un rilievo raffigurante san Michele, l’arcangelo guerriero a cui era dedicata la cappella del castello, si accede al cortile con tre lati porticati e dotati di logge e al palazzo con la sede museale.
Sul lato occidentale del quadrilatero emerge il mastio, con l’antica cisterna per l’acqua piovana. Dalla sua sommità si gode uno splendido panorama sulla valle del Dragone con il monte Cimone e Vitriola da un lato, e dall’altro sulla valle del Dolo con il monte Cusna.
Ambiti territoriali presidiati dal castello:
valle Secchia,via Romea Bibulca
Signori del castello tra medioevo e età moderna:
Canossa,Montecuccoli,
Este
Itinerari tematici e storici tra i castelli:
Fascismo Guerra Resistenza,Il Frignano estense
Bellei S. e Rovatti E. (a cura di), Castelli modenesi della Montagna, Collezioni modenesi CDL, s.d. (2000?)
Grandi E. (a cura di), Archeologia nei Castelli di Modena / Archaeology in the Castles of Modena, Provincia di Modena, s.d.