Casina

Castello di Leguigno
Casina

Castello di Leguigno, Archivio fotografico della Provincia di Reggio Emilia
via Montata
loc. Leguigno
Casina (RE)
tel 0522 607112 / 335 5444311 (Ristorante)
Nel medio appennino reggiano, a ovest di Casina, l’abitato sparso di Leguigno domina da un altopiano boscoso la valle del torrente Tassobbio, che poco oltre si immette nell’Enza.

Dai Canossa ai Fogliani.
Sul rilievo di Montata - a poca distanza dall’antica direttrice che da Parma o da Reggio porta in Lunigiana e in Garfagnana attraverso i passi del Cerreto e di Predarena – era forse già presente al tempo dei Canossa una piccola torre di guardia, postazione intermedia del complesso scacchiere fortificato impiantato tra Enza e Secchia a protezione dei collegamenti fra i vasti possedimenti del casato estesi dalla Lombardia alla Toscana.
Dopo la morte senza eredi della grancontessa Matilde nel 1115, il territorio di Leguigno venne suddiviso tra i monasteri di Canossa e di Marola; ma già nel 1197 un castello di Laguia, forse Leguigno, risulta tra quelli assoggettati al comune di Reggio, che stava allora consolidando il proprio controllo sull’appennino.
Il castello è citato con certezza solo nella prima metà del Trecento, come proprietà della potente famiglia guelfa Fogliani, protagonista delle lotte fazionarie a Reggio, che nel secolo precedente aveva inglobato nei propri possedimenti diversi beni già canossiani grazie alla parentela con papa Innocenzo IV.
Le lotte per la signoria reggiana scoppiate tra gli Este, i Gonzaga e i Visconti, videro i Fogliani giocare ancora un ruolo di primo piano, tra ripetuti scontri e cambi di alleanza che consentirono loro di ottenere nel 1373 da Bernabò Visconti l’infeudamento di Leguigno e di numerosi altri castelli della zona.

Leguigno estense: dai Bebbi agli Scapinelli
Recuperata la signoria di Reggio nel 1409, gli Este dovettero affrontare la persistenza resistenza dei signori locali, conquistando Leguigno solo nel 1427.
Restituito ai Fogliani ormai sottomessi, nel 1468 il castello fu da loro ceduto ai guelfi Bebbi, che ottenuta dagli Este l’investitura feudale fortificarono l’edificio, facendone la propria roccaforte nel corso delle contese che a inizio Cinquecento li costrinsero all’esilio da Reggio, e della lotta con il bandito Amorotto, alleato del governo papale insediatosi in città. Semidistrutto nel secondo decennio del secolo, il castello venne poi restaurato tra il 1536 e il 1540 dai Bebbi, che erano stati riconfermati nel feudo, e ulteriormente fortificato all’inizio del Seicento.
Estinto il casato nel 1635, Leguigno tornò agli Este - ritiratisi alla fine del secolo precedente nel loro ducato imperiale di Modena e Reggio dopo la devoluzione di Ferrara al papa - che lo assegnarono con il titolo di conte al modenese Antonio Scapinelli, divenuto Segretario e Consigliere di Stato.
Gli Scapinelli tennero il feudo fino ai decreti di abolizione napoleonici del 1796, rientrando poi in possesso solo del titolo e del castello, in proprietà privata, dopo la Restaurazione.

Il Novecento: il castello del cardinale
Venduto attorno al 1870, il castello fu riacquistato a cavallo del nuovo secolo dal futuro cardinale Raffaele Scapinelli, nunzio apostolico a Vienna alla vigilia della prima guerra mondiale, che avviò un’ampia ristrutturazione dell’edificio, ospitandovi nel periodo estivo ambasciatori e rappresentanti di stati stranieri.
Ultimo del casato ad abitare il castello con la famiglia fu Pietro Scapinelli, asso dell’aviazione fascista e militare di carriera; dopo la sua morte, avvenuta nel 1941 durante il collaudo di un veivolo sperimentale delle Officine Reggiane, il castello venne ceduto al Seminario di Carpi che ne fece la propria sede estiva fino al 1947, quando passò agli attuali proprietari che ne fecero la sede di un ristorante.

VISITA
Erto sul poggio, la corte fortificata è circondata da mura a base quadrilatera irregolare, dalle quali si distaccano due caratteristiche torri angolari quadrate, visibili da lontano, e un corpo centrale.
La forma attuale del castello è stata modellata dagli interventi di inizio Novecento, che comportarono l’abbassamento delle mura dal lato sud-est sui terrapieni coltivati a vigna e l’abbattimento del cammino di guardia, la piantumazione delle alte conifere nella corte interna, l’ampliamento del corpo centrale del palazzo con la decorazione degli ambienti destinati a residenza e la costruzione di una cappella.
Dall’esterno sono visibili le mura e parte del giardino; l’interno è visitabile dagli ospiti del ristorante.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Tassobbio e Crostolo,
via Garfagnana-Lunigiana
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Canossa,
Fogliani,
Bebbi,
Scapinelli
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

Scacchiere canossiano: Livello 2
Bibliografia
via Montata
loc. Leguigno
Casina (RE)
tel 0522 607112 / 335 5444311 (Ristorante)
Nel medio appennino reggiano, a ovest di Casina, l’abitato sparso di Leguigno domina da un altopiano boscoso la valle del torrente Tassobbio, che poco oltre si immette nell’Enza.

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Dai Canossa ai Fogliani.
Sul rilievo di Montata - a poca distanza dall’antica direttrice che da Parma o da Reggio porta in Lunigiana e in Garfagnana attraverso i passi del Cerreto e di Predarena – era forse già presente al tempo dei Canossa una piccola torre di guardia, postazione intermedia del complesso scacchiere fortificato impiantato tra Enza e Secchia a protezione dei collegamenti fra i vasti possedimenti del casato estesi dalla Lombardia alla Toscana.
Dopo la morte senza eredi della grancontessa Matilde nel 1115, il territorio di Leguigno venne suddiviso tra i monasteri di Canossa e di Marola; ma già nel 1197 un castello di Laguia, forse Leguigno, risulta tra quelli assoggettati al comune di Reggio, che stava allora consolidando il proprio controllo sull’appennino.
Il castello è citato con certezza solo nella prima metà del Trecento, come proprietà della potente famiglia guelfa Fogliani, protagonista delle lotte fazionarie a Reggio, che nel secolo precedente aveva inglobato nei propri possedimenti diversi beni già canossiani grazie alla parentela con papa Innocenzo IV.
Le lotte per la signoria reggiana scoppiate tra gli Este, i Gonzaga e i Visconti, videro i Fogliani giocare ancora un ruolo di primo piano, tra ripetuti scontri e cambi di alleanza che consentirono loro di ottenere nel 1373 da Bernabò Visconti l’infeudamento di Leguigno e di numerosi altri castelli della zona.

Leguigno estense: dai Bebbi agli Scapinelli
Recuperata la signoria di Reggio nel 1409, gli Este dovettero affrontare la persistenza resistenza dei signori locali, conquistando Leguigno solo nel 1427.
Restituito ai Fogliani ormai sottomessi, nel 1468 il castello fu da loro ceduto ai guelfi Bebbi, che ottenuta dagli Este l’investitura feudale fortificarono l’edificio, facendone la propria roccaforte nel corso delle contese che a inizio Cinquecento li costrinsero all’esilio da Reggio, e della lotta con il bandito Amorotto, alleato del governo papale insediatosi in città. Semidistrutto nel secondo decennio del secolo, il castello venne poi restaurato tra il 1536 e il 1540 dai Bebbi, che erano stati riconfermati nel feudo, e ulteriormente fortificato all’inizio del Seicento.
Estinto il casato nel 1635, Leguigno tornò agli Este - ritiratisi alla fine del secolo precedente nel loro ducato imperiale di Modena e Reggio dopo la devoluzione di Ferrara al papa - che lo assegnarono con il titolo di conte al modenese Antonio Scapinelli, divenuto Segretario e Consigliere di Stato.
Gli Scapinelli tennero il feudo fino ai decreti di abolizione napoleonici del 1796, rientrando poi in possesso solo del titolo e del castello, in proprietà privata, dopo la Restaurazione.

Il Novecento: il castello del cardinale
Venduto attorno al 1870, il castello fu riacquistato a cavallo del nuovo secolo dal futuro cardinale Raffaele Scapinelli, nunzio apostolico a Vienna alla vigilia della prima guerra mondiale, che avviò un’ampia ristrutturazione dell’edificio, ospitandovi nel periodo estivo ambasciatori e rappresentanti di stati stranieri.
Ultimo del casato ad abitare il castello con la famiglia fu Pietro Scapinelli, asso dell’aviazione fascista e militare di carriera; dopo la sua morte, avvenuta nel 1941 durante il collaudo di un veivolo sperimentale delle Officine Reggiane, il castello venne ceduto al Seminario di Carpi che ne fece la propria sede estiva fino al 1947, quando passò agli attuali proprietari che ne fecero la sede di un ristorante.

VISITA
Erto sul poggio, la corte fortificata è circondata da mura a base quadrilatera irregolare, dalle quali si distaccano due caratteristiche torri angolari quadrate, visibili da lontano, e un corpo centrale.
La forma attuale del castello è stata modellata dagli interventi di inizio Novecento, che comportarono l’abbassamento delle mura dal lato sud-est sui terrapieni coltivati a vigna e l’abbattimento del cammino di guardia, la piantumazione delle alte conifere nella corte interna, l’ampliamento del corpo centrale del palazzo con la decorazione degli ambienti destinati a residenza e la costruzione di una cappella.
Dall’esterno sono visibili le mura e parte del giardino; l’interno è visitabile dagli ospiti del ristorante.


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