secc. XVI/ XVII (1585 - 1613)
Nel proprio testamento il medico donò la sua imponente collezione scientifica – composta da 14 armadi di matrici xilografiche, 18.000 «diversità di cose naturali», 7.000 piante essiccate in quindici volumi e 17 volumi di raffigurazioni di animali, piante, minerali, mostri - al Senato bolognese, che nel 1617 la fece collocare nel Palazzo Pubblico, dove rimase fino al 1742, anno nel quale venne trasferita presso l’Istituto delle Scienze, attuale sede del Museo di Palazzo Poggi.
Il corpus iconografico dell'opera fu realizzato per la maggior parte a Bologna, tra il 1570 e gli inizi del XVII secolo, in quella che si può definire la "bottega artistica" di Aldrovandi. Essa comprendeva pittori, disegnatori e incisori, i quali sotto il costante e attento controllo del naturalista bolognese, davano vita al progetto di descrizione e raffigurazione del mondo naturale allora conosciuto. Fu appunto nell'ambito di questa "bottega artistica", interamente finanziata da Ulisse Aldrovandi, che lavorò l’incisore tedesco Christoph Lederlein, che fu l'autore della maggior parte delle pregevoli incisioni su legno di pero – le matrici xilografiche - che servirono per la stampa delle immagini.
La maggior parte delle migliaia di tavole acquerellate fatte eseguire da Aldrovandi, rappresentanti flora, fauna e minerali del vecchio e del nuovo mondo, da cui presero spunto le matrici xilografiche, furono eseguite da Giovanni Neri. Ma numerosi altri artisti presero parte a tale impresa, fra questi occorre citare Jacopo Ligozzi. Intervennero poi disegnatori, quali il fiorentino Lorenzo Benini e il tedesco Cornelius Schwindt, con il compito di riprodurre le immagini sulle tavole lignee. Infine, tra il 1586 e gli inizi del 1587, Aldrovandi affidò a Cristoforo Coriolano l’opera di intaglio delle matrici destinate alla stampa.