tavola/ pittura a olio
sec. XIX (1860 - 1866)
Per questo quadretto che viaggia in pendant con il Paesaggio sul lago di Como (cfr. scheda nctn 00000203) valgono, dunque, le medesime considerazioni fatte in quella scheda, inclusa la indicazione cronologica alta riferibile agli inizi del settimo decennio dell’Ottocento.
Il dipinto entrò nella collezione della Congregazione a seguito del lascito Carlotta Agazzotti Gasparotti. Curioso l’equivoco sulla titolazione, poiché nella lettera inviata da Gasparotti al presidente della Congregazione il primo aprile 1927 risulta la donazione per lascito di “Due paesaggi a simmetria (vedute) del Lago di Como di Guido Carmignani” (Archivio Pinacoteca Stuard, carpetta B). Per ragioni di catalogo e biografici si ritiene più corretta l’originaria titolazione.
Guido Carmignani figlio di Giulio, dopo un inizio a Parma con l’insegnamento del padre e di Giuseppe Boccaccio, maturava di compiere un soggiorno a Parigi. Vi si trova tra il 1857 e il 1858; la capitale francese non è ancora quella dei grandi salons degli impressionisti. E il periodo in cui le novità provengono dai pittori raccolti nei centri attorno alla foresta di Fontainebleau, innanzitutto i paesaggisti della scuola di Barbizon. Attorno a essi stanno rinvigorendo la propria vena poetica Serafino De Tivoli, i Palizzi, Filippo e Giuseppe, Alberto Pasini, che è un conterraneo di Guido, presente e attivo presso Marlotte ove si trovava l’abitazione di Cicéri. A Parigi il giovane Carmignani trova anche l’arte del paesaggio di Corot e di Courbet. Ne nasce un impasto nel quale non è assente l’attenzione agli italiani che egli frequenta, e principalmente il Pasini. Di questo autore, poco prima della partenza per l’Oriente - ricorda Roberto Tassi (1980) - il giovane Carmignani assimila innanzi tutto il gusto del paesaggio, così come del de Tivoli le prove che questi dalla Francia inviava alla Società di incoraggiamento di Torino.