Lungo il vialetto che dall’ingresso di corso Garibaldi porta al centro del giardino, si alza isolato e un po’decentrato rispetto all’asse nord-sud del giardino un grande cedro del Libano (diametro 89 cm), protetto nella pavimentazione da una larga griglia circolare di metallo.
Poco lontano, nel prato verso sud-est, meno appariscente perché inserito in un gruppo di cedri dell’Himalaya (con diametri intorno ai 70 cm), cresce un altro cedro del Libano (diametro 100 cm), che da lontano mostra la caratteristica larga cima appiattita.
I tigli, che sono la specie prevalente del giardino, formano un filare circolare lungo la viabilità più esterna dell’area verde, con esemplari anche di discrete dimensioni (il primo tiglio verso est levante ha un diametro di 76 cm e i maggiori tra i successivi hanno diametri di 65-75 cm. Nei pressi dell’ingresso laterale orientale, inoltre, vicino all’area giochi, si alzano due grandi tigli isolati (diametri 69 e 79 cm).
Ma il tiglio più grande di tutta l’area si incontra nell’angolo sud-ovest, sul confine con il moderno Teatro Verdi, dove è collocato uno dei due grandi vasi ornamentali: appena oltre cancellata, ma sicuramente nell’area dell’originario giardino, cresce un esemplare (diametro 81 cm), la cui base molto ampia ricaccia tipicamente numerosi polloni.
Fuori dal giardino, oltre il muro di cinta con le maschere in bronzo, in un’aiuola crescono un acero giapponese e due cedri dell’Himalaya (il maggiore ha un diametro di 82 cm); anche questi alberi, insieme ai tigli più grandi e ai cedri del Libano, dovevano con buona probabilità far parte del primo impianto ottocentesco del giardino.
Particolarità:
L’esposizione all’aperto di manufatti in ghisa antichi e moderni, con i relativi pannelli esplicativi, può suscitare curiosità e desiderio di approfondire l’argomento. A questo proposito è sicuramente interessante una visita al Museo Italiano della Ghisa a Longiano, allestito nel 1988 dalla Fondazione Neri - Museo Italiano della Ghisa, insieme alla locale amministrazione comunale, presso la chiesetta sconsacrata di Santa Maria delle Lacrime, in un ambiente particolarmente suggestivo. È l’esposizione di una collezione privata di un certo prestigio che, alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, era già segnalata tra le “collezioni private di interesse tecnico-scientifico” in un repertorio curato dall’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna. La collezione comprende circa 200 manufatti in ghisa prodotti tra il 1846 e il 1930-40, in prevalenza pali per l’illuminazione a gas o elettrica, diversi per forma e dimensione, provenienti da varie città d’Italia e d’Europa. Sono conservate, inoltre, alcune interessanti tipologie di fontane e panchine e una vasta gamma di mensole, balaustre, battenti, raggiere e paracarri.
Tipo:
museo
Particolarità:
Un nuovo e più ampio sito museale, inaugurato nel 2010 presso la Neri S.p.A in località Ponte Ospedaletto, sempre a Longiano, accoglie ora l’intera collezione: all’interno di un ampio spazio industriale (ex impianto di verniciatura), che conserva tracce della precedente destinazione produttiva, si sviluppa un percorso espositivo che comprende una sessantina di lampioni realizzati da grandi fonderie ottocentesche, in qualche caso firmati da rinomati artisti come Duilio Cambellotti ed Ernesto Basile, ai quali si aggiungono un centinaio di oggetti che abbellivano i luoghi pubblici (panchine, fontane, ringhiere, mensole, battenti per porte).
Tipo:
biblioteca
Particolarità:
Nel centro di Cesena, infine, in piazza Bufalini, non si può non segnalare la preziosissima Biblioteca Malatestiana, dichiarata dall’Unesco “Memoria del Mondo”. È stata la prima biblioteca civica d’Italia e d’Europa e la sola biblioteca quattrocentesca giunta sino a noi perfettamente conservata in ogni sua parte (edificio, arredi, dotazione libraria). La biblioteca oggi custodisce quasi 250.000 volumi, di cui 287 incunaboli, circa 4000 cinquecentine, 1753 manoscritti che spaziano tra XVI e XIX secolo e oltre 17.000 lettere e autografi; la sezione moderna annovera oltre centomila volumi.
Cesena (FC)
I due prati che si aprono a destra e a sinistra dell’entrata principale sono ombreggiati da annosi esemplari di leccio, sei a destra (i maggiori con diametro di 71 e 62 cm) e quattro a sinistra, dove si nota anche una giovane magnolia sempreverde. Percorrendo il viale più esterno del giardino verso est, si nota un tratto più alto e antico del muro perimetrale, in mattoni dalla tipica sommità a punta realizzata con elementi in cotto. Il viale ellittico di ghiaia bianca percorre tutto il perimetro del giardino ed è ombreggiato, sul lato interno, da un bel filare di tigli con esemplari di discrete dimensioni. Nel grande prato disegnato dal viale a est cresce un gruppo di cedri, tra i quali si distinguono due cedri dell’Himalaya (diametro 70 cm). Anche nei pressi del busto di Pietro Turchi, esponente dell’ala repubblicana dei notabili locali nella seconda metà dell’Ottocento e sindaco di Cesena per un breve periodo, si trovano un gruppo di cedri dell’Atlante (della varietà glauca) e più esternamente, prima del viale di tigli, un gruppo di cedri dell’Himalaya.
A est, in corrispondenza di uno dei vialetti radiali, si apre un piccolo ingresso laterale che porta in via Mura del Giardino Pubblico; in prossimità, nel prato all’angolo sud-est del giardino, si alzano due grandi tigli, simmetrici rispetto all’area giochi e a uno dei due grandi vasi ornamentali. Nei prati più centrali, tra il gazebo e l’ingresso meridionale su viale Padre Vicinio da Sarsina, sono stati messi a dimora numerosi giovani tigli in corrispondenza dell’area dove è stato smantellato il tracciato di via Verdi. Poco oltre, verso ovest, sulla sommità del muro di fronte al fianco del Teatro Comunale, dove si apre un altro ingresso del giardino, sono allineate alcune sculture raffiguranti i personaggi della Commedia dell’Arte (tre a sinistra e sei a destra dell’ingresso). Le figure in bronzo, opera dello scultore Domenico Neri, sono state donate alla città dall’autore. Il percorso ad anello si chiude nello spicchio nord-occidentale del giardino, dove il prato più interno, sempre delimitato dal filare di tigli, è segnato dalla presenza di tre cedri e tre lecci abbastanza giovani, mentre l’angolo verso la cancellata storica è ombreggiato da maestosi lecci.
Il recupero del giardino è stato attuato mediante un progetto che, a partire dallo studio delle fonti d’archivio, ha puntato a restituire alla città un luogo pubblico strettamente legato alla sua storia. Il progetto ha ricondotto il disegno del giardino all’originaria configurazione, con i viali disposti a cerchi concentrici e la totale eliminazione del pesante taglio mediano compiuto nel 1946. Lo stesso ingresso principale è stato rifatto con le massicce colonne di un tempo e la cancellata. Quella originale, scomparsa all’epoca dell’apertura di via Verdi, è stata sostituita con quella assai elegante e ricca della Barriera Cavour, recuperata dagli artigiani della CNA, che chiudeva i due padiglioni neoclassici costruiti nel 1864 al posto dell’antica Porta Cervese, dalla quale usciva la romana Via del Sale, oggi corso Cavour, in direzione di Cervia. Il ripristinato disegno ottocentesco del giardino è arricchito dalla presenza, nell’area circostante il gazebo, di vari elementi ornamentali d’epoca. L’allestimento, per volere della Fondazione Neri - Museo Italiano della Ghisa, si configura come un museo all’aperto dell’arredo urbano nel quale trovano adeguata collocazione elementi storici di grande pregio come fontanelle e lampioni d’epoca. Alla collezione Neri appartengono otto dei dodici pali per l’illuminazione esposti, che provengono da altrettante città europee e dal cosiddetto “ponte vecchio” di Cesena. Il giardino è arredato anche da eleganti manufatti in ghisa di realizzazione recente: panchine, cestini portarifiuti e bei pannelli espositivi che raccontano la storia di questo prezioso materiale.
Durante i lavori di restauro del giardino sono stati ritrovati i resti di una chiesa trecentesca e alcuni scheletri umani su cui si stanno compiendo ricerche.