La schiuma è stata immessa all'interno dei buchi con un apposito tubicino fino a eccedenza e lasciata indurire, l'indurimento normalmente richiede 2 ore ma in questo caso vista la profondità di applicazione si sono attese 24 ore prima di reintervenire sull'opera. Una volta indurita l'eccesso di resina è stato rimosso a bisturi. Alcuni elementi verticali che non risultavano ancora perfettamente stabili sono stati consolidati usando lo stesso adesivo epossidico menzionato per l'incollaggio dell' asta metallica applicato in profondità tramite un siringa senza ago attraverso fori eseguiti nei punti più indicati e poi tamponati temporaneamente tramite nastro carta per evitare il percolo della resina. Tutti i fori effettuati sono poi stati stuccati con gesso da muro.
Una volta terminato il consolidamento si sono ricostruite le parti mancanti con gesso alabastrino, lavorandolo a mano come in origine e cercando di seguire il più fedelmente possibile le irregolarità della superficie dandole continuità. Le fasi finali del restauro hanno previsto l'eliminazione della polvere dalla superficie tramite una pistola ad aria compressa e la ridipintura completa, visto il forte cambiamento cromatico, con un colore a base di catrame, identico all'originale.
Ricollocazione
L'opera è stata ricollocata al Museo d'Arte della Città di Ravenna ma non più direttamente sul pavimento, contemporaneamente al restauro dell'opera è stata infatti realizzata una base in legno, delle dimensioni della base dell'opera dotata di rotelle bloccabili. Questo accorgimento importantissimo provvede a proteggere l'opera da urti causati dai piedi dei visitatori, da eventuali disattenzioni durante la pulizia dei pavimenti, dalla polvere che si deposita sul pavimento con cui prima era a diretto contatto e rende più agevole la sua movimentazione dell'opera riducendo il rischio di danneggiarla durante gli spostamenti.