Museo d'Arte della Città

Loggetta Lombardesca Ravenna
Notizie storico-critiche:
L'opera è una scultura in gesso, formata da un piano in polistirolo di 79 x 135 m in cui sono conficcate 32 canne di Bambù, che arrivano fino a un'altezza massima di 97 cm. Tutta la struttura è ricoperta di j uta imbevuta nel gesso e di uno strato di gesso lavorato manualmente dall'artista. L'opera è stata dipinta con catrame, assumendo quindi una colorazione scura.
Stato di conservazione:
L'opera si presentava con polvere diffusa su tutta la superficie, cadute localizzate di colore, perdita localizzata di frammenti di gesso, fessurazioni, che in alcuni punti alla base degli elementi verticali si configurano come vere e proprie fratture che rendono instabili tali elementi in quanto la posizione verticale è mantenuta solo grazie alle canne di bambù ne costituiscono il sostegno interno; tali fratture si sono originate a causa della trazione esercitata delle canne di Bambù sul polistirolo, si è così allargato il buco in cui le canne erano conficcate e di conseguenza il movimento oscillatorio degli elementi verticali ha fatto si che il gesso si fratturasse, non essendo un materiale né sufficientemente elastico né abbastanza resistente da sostenere tali movimenti. Il colore si è modificato a causa dell'invecchiamento e dei depositi di polvere.
Descrizione dell'intervento:
Il primo intervento effettuato è stato la sostituzione di una delle canne di Bambù, troppo deteriorata per essere mantenuta originale, con un'asta della medesima lunghezza costituita da ferro zincato e ottone fissata al gesso con l'adesivo epossidico E - 502 bicomponente, formato dal componente A, la base, resina epossidica liquida e dal componente B, indurente addotto da ammina cicloalifatica, in proporzione 2:1 a cui si è aggiunto un addensante, l'Areosil della Prochimica. Una volta effettuata questa sostituzione si è proceduto al consolidamento degli elementi verticali instabili. Sono stati fatti buchi con il trapano alla base degli elementi da consolidare attraverso cui si è iniettata prima acqua per facilitare la presa del consolidante e successivamente il consolidante stesso. Come consolidante si è scelta la schiuma poliuretanica universale 1 K - 750 M della Fischer contenente isocianato di polimetilenpolifenile.Questo materiale ha un'ottima compatibilità con il polistirolo essendo un prodotto molto simile e con tutti gli altri materiali usati ed ha ottime caratteristiche fisicomeccaniche, per cui non vi sono modificazioni di volume dopo l'indurimento, resiste all'umidità, resiste a T° tra i- 40 e i + 90°C, ha un' ottima durata nel tempo. L'unico fattore che porterebbe a un suo degrado sono le radiazioni UV, quindi è risultato particolarmente idoneo in questo caso che prevede la sua immissione all'interno della struttura.
La schiuma è stata immessa all'interno dei buchi con un apposito tubicino fino a eccedenza e lasciata indurire, l'indurimento normalmente richiede 2 ore ma in questo caso vista la profondità di applicazione si sono attese 24 ore prima di reintervenire sull'opera. Una volta indurita l'eccesso di resina è stato rimosso a bisturi. Alcuni elementi verticali che non risultavano ancora perfettamente stabili sono stati consolidati usando lo stesso adesivo epossidico menzionato per l'incollaggio dell' asta metallica applicato in profondità tramite un siringa senza ago attraverso fori eseguiti nei punti più indicati e poi tamponati temporaneamente tramite nastro carta per evitare il percolo della resina. Tutti i fori effettuati sono poi stati stuccati con gesso da muro.
Una volta terminato il consolidamento si sono ricostruite le parti mancanti con gesso alabastrino, lavorandolo a mano come in origine e cercando di seguire il più fedelmente possibile le irregolarità della superficie dandole continuità. Le fasi finali del restauro hanno previsto l'eliminazione della polvere dalla superficie tramite una pistola ad aria compressa e la ridipintura completa, visto il forte cambiamento cromatico, con un colore a base di catrame, identico all'originale.
Ricollocazione
L'opera è stata ricollocata al Museo d'Arte della Città di Ravenna ma non più direttamente sul pavimento, contemporaneamente al restauro dell'opera è stata infatti realizzata una base in legno, delle dimensioni della base dell'opera dotata di rotelle bloccabili. Questo accorgimento importantissimo provvede a proteggere l'opera da urti causati dai piedi dei visitatori, da eventuali disattenzioni durante la pulizia dei pavimenti, dalla polvere che si deposita sul pavimento con cui prima era a diretto contatto e rende più agevole la sua movimentazione dell'opera riducendo il rischio di danneggiarla durante gli spostamenti.