Parco della Rimembranza Carpi (MO)
Zocchi Cesare
1851/ 1922
monumento equestre
monumento a Manfredo Fanti

bronzo/ fusione,
granito/ scultura
cm.
sec. XX (1903 - 1903)
Grandiosa opera di impostazione accademica, basata su un riuscito rapporto tra gli elementi architettonici dell’alto e prezioso basamento a rettangolo in granito, finemente lavorato e arrotondato nei lati corti e la notevole statua equestre in bronzo, che vuole tributare al generale Fanti in divisa da comandante, in sella a un teso cavallo, il massimo della celebrazione attribuita agli eroi. Oltre alle dediche, il basamento porta ai lati due bassorilievi in bronzo raffiguranti Fanti al Parlamento che pone le basi dell’organizzazione militare dello stato unitario e una cruenta fase della battaglia della presa di Perugia.

L’impegno della città di Carpi a erigere un monumento a Manfredo Fanti (1806-1865) inizia subito dopo la morte dell’illustre concittadino. Impegno che durerà quasi quattro decenni. A un primo atto della Giunta comunale che lancia una pubblica sottoscrizione dallo scarso esito, ne seguirà un altro nel 1871 per definirne la collocazione. Ma fu solo dopo lunghi anni, nel 1893 e nel 1895, che vennero indetti due bandi di concorso senza esito, fino a quello del 1897 che si concluderà con la scelta della proposta dello scultore fiorentino Cesare Zocchi. Il grande e degno monumento equestre al generale e ministro dell’Italia unita Manfredo Fanti, sarà finalmente inaugurato con grandi festeggiamenti il 30 agosto 1903 nella centrale e vasta piazza Vittorio Emanuele II, ora piazza Martiri. Il monumento verrà poi rimosso dalla diventata scomoda posizione di spartitraffico al centro della piazza e trasferito nel parco della Rimembranza, dopo 36 anni, il 23 ottobre 1939.
Nel 1825 Manfredo Fanti era cadetto del Corpo Pionieri degli Stati estensi, cui deve l’iniziale formazione militare. Nel 1831 partecipò all’insurrezione di Ciro Menotti (1798-1831), anch’egli carpigiano, e combatté al comando del generale reggiano Carlo Zucchi (1777-1863) nella Romagna e a Rimini. La sua convinzione monarchica non gli impedì di entrare in contatto con Giuseppe Mazzini (1805-1872) per la sfortunata impresa della Savoia. Esule nel 1835 in Spagna, combatté contro i carlisti con il grado di tenente poi di colonnello nello stato maggiore spagnolo. Nel 1848 fu impegnato con ruoli di comando nella guerra contro l’Austria a Vicenza, Brescia, Milano e Alessandria e sostituì il generale Giuseppe Ramorino (1792-1849) dopo la disfatta di Novara. Fanti risultò poi assolto dalle accuse di corresponsabilità nella sconfitta. Diventato deputato del Parlamento subalpino Fanti sarà nel 1855 al comando di una brigata nella guerra di Crimea. Nella seconda guerra d’indipendenza comanderà la Brigata Aosta e combatterà sul Sesia, a Confienza, a Magenta e a San Martino. Dopo l’armistizio di Villafranca organizzerà l’esercito degli ex ducati annessi. Nel settembre del 1860 al comando del IV Corpo piemontese è protagonista della conquista dell’Umbria e il 14 settembre dell’assalto vittorioso a Perugia. Inoltre dal gennaio 1860 è ministro della Guerra e senatore del Regno italiano. A lui si deve la riorganizzazione dell’esercito italiano e l’istituzione dell’Accademia Militare nazionale di Modena. Oltre alle massime decorazioni militari acquisirà anche numerosi riconoscimenti come matematico, ingegnere e uomo di scienze e gli sarà intitolato il Liceo scientifico di Carpi.
Dello scultore Cesare Zocchi è anche il monumento dedicato a Manfredo Fanti in piazza San Marco a Firenze.