Dati anagraficiseconda metà VIII d.C.
Nome estesoLeo
Luogo di morteRavenna
Data di morte14 febbraio 777 d.C.
QualificaVescovo
Note biograficheLeone compie la carriera ecclesiastica all’interno della chiesa ravennate e, da stretto collaboratore dell’arcivescovo Sergio, viene designato come suo successore. Ma nel 769, alla morte di Sergio, la sua elezione è contrastata dalla nobiltà militare dell’ex Esarcato, molto legata al regno longobardo., che appoggia lo scriniario (archivista) Michele. Il duca di Rimini Maurizio arriverà a catturare Leone a Ravenna e a tradurlo a Rimini dove rimarrà prigioniero per qualche mese: in risposta papa Stefano III ottiene l’intervento del re franco Carlo Magno che con la sola minaccia e con le truppe in Italia, ottenne il rilascio e l’insediamento di Leone. Nonostante l’aspirazione ad una maggiore autonomia da Roma, Leone come Sergio mantenne buoni rapporti con Roma e soprattutto con la monarchia franca, in un’ottica antilongobarda. Rispetto al papato, indebolito dalle lotte interne, nel 772 Leone fa arrestare Paolo Afiarta, messo papale ma anche agente al servizio della monarchia longobarda, caduto in disgrazia con la morte di Stefano III e l’elezione di Adriano II: Leone non solo arrestò il traditore, ma di sua iniziatica fece processare e giustiziare Paolo, imponendo la sua autorità sul papato, che voleva il prigioniero a Roma, e mettendosi in bella mostra rispetto alla nobiltà franca, che vedeva eliminato un personaggio scomodo. Questo episodio fu probabilmente decisivo per convincere il re longobardo Desiderio ad intraprendere un’azione decisiva per le sorti del suo regno, e nel 772 invade l’Esarcato, occupando Faenza e Comacchio e depredando il territorio attorno a Ravenna, posta sotto assedio. Dopo alcuni mesi di inutili trattative, papa Adriano II chiede l’intervento diretto di Carlo Magno, che intraprenderà la campagna definitiva con la quale diverrà re dei Longobardi. La tradizione ravennate si arroga parte dei meriti nella vittoria carolingia: l’arcivescovo Leone avrebbe inviato un suo messo, il futuro successore Martino, ad aiutare i Franchi a superare lo sbarramento creato dai Longobardi in val di Susa. Dopo la vittoria franca Leone intraprese una guerra diplomatica con papa Adriano II per affermarsi agli occhi di Carlo Magno per vedersi riconosciuto il proprio potere sull’Esarcato e i dintorni, dove gli amministratori locali erano più fedeli a lui che al papa, a cui spettava nominalmente il potere. Nel febbraio 777, alla sua morte, Leone poteva vantare la parziale vittoria, sua e della chiesa ravennate, sul papa e la chiesa romana.
NomeAssorati G.