Silio Italico - Punica
Plinio il vecchio - Naturalis historia
Cassiodoro - Variae
Ambrogio - Epistulae
Giulio Onorio - Cosmographia
Columella - Res rustica
Anonimo - Ravennatis Anonymi Cosmographia
Anonimo - Imperatoris Antonini Augusti itineraria provinciarum et maritimum
Anonimo - Itinerarium Burdigalense
Anonimo - Tabula Peutingeriana
Optato di Milevi - Contra Parmenianum Donatistam
Guido di Ravenna - Geographica
Pseudo-Etico - Cosmographia
Anonimo - Excerpta Valesiana pars posterior (Theodericiana)
Velleio Patercolo - Historiae Romanae
Tito Livio - Ab Urbe Condita (V-XXI)
Strabone - Geographia
Varrone - De lingua latina
Varrone - Res rusticae
Giordane - Getica
Giordane - Romana
Agazia - Historiae
Anonimo - Itinerarium Gaditanum (vasi di Vicarello)
- Stele di Pomponio Severo
- Latercoli di pretoriani
- Stele di Iavennius Proculus
- Monumento funerario di Legia
- Stele di Claudio faentino
- Dedica di Massimo Perpetuo Aureliano
- Cippo di Gracchio Frontone
- Dedica della centuria di Caspio Giusto
- Iscrizione funeraria di Valerio Cladente
- Iscrizione funebre di Velio Faventino
- Iscrizione funeraria di Gargonio Presente
- Monumento funebre di Mecio Procolo
- Monumento funebre di Mecio Procolo
- Diploma militare di Popilio Quieto
- Iscrizione funeraria di Rascanio Fortunato
- Cippo sepolcrale di Tito Flaminio
Battaglia di Faenza
Nel 82 a.C. nei pressi di Faenza, si scontrano gli eserciti da una parte dei sillani e dall'altra dei sostenitori di Mario, con la vittoria del primo.
Omicidio politico
Il senatore Avidio Nigrino è ucciso a Faenza perché ritenuto un pretendente all'impero nel 118 d.C.
Incursione barbarica
Un'incursione di popoli germanici raggiunge Faenza nel 271 d.C.
Partecipazione a concilio del vescovo Costanzo
Il vescovo Costanzo partecipa ad un concilio a Roma nel 313 d.C.
Presenza del vescovo Ambrogio di Milano
Durante il suo viaggio verso Firenze, il vescovo di Milano Ambrogio sosta a Faenza nel 394 d.C.
Attestazione militare del generale Tufa
Il generale ostrogoto Tufa guida da Faenza l'assedio a Ravenna dove s'è rinchiuso re Odoacre nel 490 d.C.
Prelievo di pietre da costruzione
Nel 525 Re Teoderico ordina il prelievo di materiale lapideo da costruzione da antichi edifici e il suo invio a Ravenna.
Misure per l'ordine pubblico
Nella prima metà del VI sec. Re Atalarico fa sorvegliare maggiormente il territorio faentino a causa della sua insicurezza.
Presidio militare bizantino
Il generale bizantino Artabaze si attesta a Faenza dopo essere stato sconfitto da re Totila
Battaglia di Faenza
Il re ostrogoto Totila attacca e conquista Faenza
Presidio militare bizantino
L'esercito bizantino, sconfitto dai Franchi, si deve ritirare in Faenza per riorganizzarsi
Partecipazione a concilio
Il vescovo Leonzio di Faenza partecipa al concilio lateranense del 649 d.C.
Partecipazione a concilio
Il vescovo Vitale di Faenza partecipa al concilio costantinopolitano del 680 d.C.
Partecipazione a concilio
Il vescovo Giovanni di Faenza partecipa al concilio lateranense del 769 d.C.
Occupazione longobarda
Nel 772 i Longobardi occupano Faenza.
Partecipazione a concilio
Il vescovo Leo di Faenza partecipa al sinodo mantovano dell'827 d.C.
Partecipazione a concilio
Il vescovo Romano di Faenza partecipa al concilio romano dell'861 d.C.
Partecipazione a concilio
Il vescovo Gerardo di Faenza partecipa al sinodo ravennate del 954 d.C.
Partecipazione a concilio
Il vescovo Gerardo di Faenza partecipa al sinodo ravennate del 954 d.C.
Partecipazione a concilio
Il vescovo Gerardo di Faenza partecipa al concilio-dieta ravennate del 967 d.C.
La linea e la rete. Formazione storica del sistema stradale in Emilia-Romagna
Milano
Touring Club Italiano
2006
p. 368
Regio VIII. Luoghi, uomini, percorsi dell'età romana in Emilia-Romagna
San Giovanni in Persiceto
Aspasia
2006
pp. 221-232
2002
Progettare il passato. Faenza tra pianificazione urbana e Carta Archeologica
Firenze
All'insegna del Giglio
2000
Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all'età costantiniana
Venezia
Marsilio
2000
Faenza: la città e l'architettura
Faenza
Edit Faenza
1993
Bologna
Nuova Alfa
1990
1987
Bologna
1980
Faenza
F.lli Lega
1971
Faenza
F.lli Lega
1966
Faenza
Fratelli Lega Editori
1966
Bologna
Presso la Deputazione di Storia Patria
1959
Faenza
Fratelli Lega Editori
1958
Faenza
F.lli Lega
1957
Bologna
Licinio Cappelli
1943
Faenza
Fratelli Lega Editori
1938
Faenza
Società Tipografica Faentina
1937
area urbana
secc. II a.C./ VI d.C.
Piuttosto esigue sono le informazioni relative alla storia romana di Faventia. Sconosciuto resta il suo carattere amministrativo e di essa si sa unicamente che agli inizi del I sec. a.C. è iscritta alla tribù Pollia. Faenza ha rappresentato certamente uno dei punti di approvvigionamento per la flotta militare stanziata a Ravenna da Augusto, ma pochi episodi storici sembrano averla avuta come teatro: il principale è la battaglia svoltasi nell’82 a.C. tra i soldati di Silla e quelli di Mario presso Faenza, di notte, fra i vigneti che costeggiavano la via Faventina.
In epoca tardoromana la rivitalizzazione degli antichi centri propiziata da Teodorico sembra toccare anche la città, ove hanno sicuramente stanza alcuni funzionari di corte. Le fonti antiche appaiono un po’ più loquaci a proposito di alcune delle attività produttive che caratterizzano il territorio faentino e la città stessa. La viticoltura prosperava, se dobbiamo credere appunto alla notazione paesaggistica di Appiano, ma più ancora agli scrittori di agricoltura (Catone, Varrone, Columella) unanimi nel rammentare le buone prestazioni delle vigne locali, che rendevano circa 730 litri di vino per iugero. E’ noto poi il passo della Naturalis Historia di Plinio ove si sottolinea come i lini prodotti a Faenza detenessero il secondo posto in Europa e fossero apprezzati in modo particolare per il loro candore.
Sin dalla sua fondazione, la città vede lo spazio urbano delimitato da due corsi d’acqua: ad est il Lamone e a ovest un canale artificiale di poco esterno all’odierno rettifilo via Cavour e corso Baccarini. Lo schema viario antico è sopravvissuto in larga parte sino al presente: del decumano massimo, coincidente - come detto – con la via Emilia, alcuni tratti superstiti sono stati rilevati in diverse occasioni proprio sotto l’attuale livello stradale. Una porzione di basolato riferibile ad un cardine minore, si è inoltre conservato nel sottosuolo di via Manfredi.
Dal punto di vista architettonico, recuperi e scavi archeologici hanno messo in evidenza che dopo una prima fase urbana risalente alla fine del II secolo a.C., al pari di molti altri centri romani della regione la città conosce in età augustea un momento di riorganizzazione e di ammodernamento edilizio. Tra la fine del II e gli inizi del III secolo d.C. si notano, invece, soprattutto interventi di ristrutturazione piuttosto che vere e proprie costruzioni ex novo. La qualità degli interni appare – a giudicare dai ricchi apparati musivi, spesso ottima tecnica esecutiva e di grande ricchezza decorativa – piuttosto alta. L’attività musiva continuerà ininterrotta sino all’età tardo-antica, periodo durante il quale Faenza dovette godere di un particolare benessere, grazie alla prossimità con Ravenna.
Gli spazi pubblici sono scarsamente testimoniati. All’incrocio fra cardo e decumano massimi era situato il foro, di cui non è peraltro attestata l’effettiva estensione. Nei suoi pressi, ritrovamenti effettuati fra gli anni ’70 e ’80 in punti diversi dell’area occupata dalla sede della Banca di Romagna (presso l'ex palazzo Balla, nell'angolo tra c.so Garibaldi e via Costa) indiziano l’esistenza di un importante edificio a funzione pubblica caratterizzato da un ricco apparato decorativo, cui rimandano i resti architettonici (fra cui la porzione di un grande spiovente marmoreo) e scultorei recuperati. La presenza di una potente struttura muraria di particolare orientamento e la qualità dei reperti marmorei, includenti i frammenti di una scultura colossale, rendono plausibile, ancorché da sottoporre ad ulteriori verifiche, l’ipotesi di un edificio teatrale. Un grande impianto termale di età imperiale è stato localizzato in piazza del Popolo.
Anche per l’edilizia privata sussistono notevoli lacune conoscitive, specialmente quanto al numero e alla distribuzione degli edifici abitativi all’interno dei singoli quartieri. E’ negli isolati centrali, ad ovest del cardo massimo, che si sono registrati nel tempo i maggiori rinvenimenti relativi a domus i quali, in aggiunta alle indagini più recenti effettuate in Palazzo Pasolini e nell’area dell’ex palazzo Grecchi, hanno permesso il recupero di notevoli esempi di arte musiva che offrono un esauriente panorama di questo tipo di espressione artistica sino ad almeno al VI sec. d.C. Oltre ai mosaici di vicolo e palazzo Pasolini, vanno menzionati quelli di via Cavour, di via Dogana, di via Ubaldini e di piazza dei Martiri.
All’esterno del perimetro urbano, le aree sepolcrali si dislocavano ai lati delle strade principali in uscita dalla città, soprattutto lungo la via Emilia ove si sono rinvenute a più riprese sepolture. Alcune stele della necropoli ad est della strada consolare (oggi conservate nel Lapidario Civico) vennero anche reimpiegate nell’antico ponte sul Lamone, coincidente con il medievale Ponte delle Torri, posto in corrispondenza del decumano massimo e crollato nel 1842 in seguito ad una piena. Attestato da notizie delle cronache e dai ruderi ancora visibili fino alla metà dell’Ottocento, oggi non resta di quest’ultimo alcuna traccia visibile.