Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)
Della Vecchia Pietro
1603/ 1678
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 75 (la) 101 (a)
sec. XVII (1650 - 1653)
n. 125
Matteo Campori (1924) asseriva di aver acquisito questo dipinto, che si fregiava di un’attribuzione a Palma il Vecchio, a Modena da un profugo della battaglia di Caporetto. La corretta attribuzione a Pietro della Vecchia spetta a H. Voss e a G. Fiocco, i pareri dei quali sono registrati dallo stesso Campori nella seconda edizione del catalogo della sua Galleria (1929). Analizzando il dipinto in occasione della mostra del 1980, Fiorella Frisoni ha colto le molteplici componenti che stanno alla base della formulazione dell’immagine, “dal neotizianismo ben impostato e plastico del suo maestro, il Padovanino, ai suggerimenti ‘moderni’ e di filtrato caravaggismo ben individuati dal Longhi [...] nelle opere del Saraceni e del Le Clerc presenti in Venezia”, e ancora alla “corrente di sfrenato pittoricismo, talvolta spregiudicata fino all’anticlassicismo più zingaresco, che fa capo al Maffei”. Il dipinto, che si giova nella posa della puntuale citazione da uno degli Ignudi della Sistina (ma si osservi come il motivo del manto svolazzante è poi tratto dal Bacca e Arianna di Tiziano ora a Londra), si collocherebbe, a parere di Aikema (1990), dopo il 1650, accanto dunque al Martirio dei santi Gervasio e Protasio della parrocchiale di Carpenedo (1652) e all’Ascensione e al Martirio di san Lorenzo del Museo Civico di Treviso, risalenti entrambi al 1653, in cui la resa del nudo è in effetti assai simile.