

Viaggio nei siti archeologici della provincia di Ravenna
Ravenna
Longo
2003
Atti del V Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, 1997
Ravenna
Ed. del girasole
1998
1997
Bologna
Regione Emilia-Romagna
1990
p. 269
Flumen aquaeductus. Nuove scoperte archeologiche dagli scavi per l'acquedotto della Romagna
Bologna
Nuova Alfa
1988
1987
Ravenna
ES edizioni Sirri
1987
1983
Ravenna
Longo
1968
p. 40, n.1,A
Ravenna
Via Cerba
villa urbano-rustica
secc. V/ IX d.C.
Secondo Andrea Agnello (Liber Pontificalis Ecclesiae Ravennatis, vita di Joannes XXI), esso fu costruito sulla duna costiera tardoantica in occasione dell’assedio di Ravenna da parte di Teoderico nel 493 d.C. e venne poi trasformato in una lussuosa abitazione fra la laguna e l’antica spiaggia marina.
I sondaggi del 1966 individuarono la planimetria di un edificio di forma quadrata, con probabili torri angolari, con ingresso ad est, ambienti allineati ai lati ed ampia corte centrale, secondo lo schema delle ville fortificate tardo antiche.
Nel 1967, con interventi di scavo, si individuarono i muri di fondazione nell’angolo nord-est del complesso.
Nel 1970 si mise in luce un ambiente a pianta ottagonale, il cui pavimento era caratterizzato da un sistema di riscaldamento ad aria calda, il cui passaggio avveniva tramite 'suspensurae'. All’edificio era dunque annesso a sud-ovest un impianto termale, con 'calidarium' e ampio 'tepidarium' a pianta ottagonale allungata, su cui insistevano i muri della chiesetta di S. Maria in Palazzolo, edificata intorno alla metà del IX secolo e distrutta intorno al 1500.
Nel 1972 furono individuate due delle murature, purtroppo spoliate fino alle fondazioni, che correvano parallele fra loro e, all’esterno di queste, un altro muro in fondazione, che indicava forse la presenza di un edificio successivo affiancato al primo.
I lavori di manutenzione realizzati nel 1996, dopo diversi anni di abbandono della zona, con la ripulitura integrale delle strutture già messe in luce nella zona ovest dell’edificio e l’asportazione di porzioni di terreno rimaste fra gli spazi precedentemente scavati, hanno permesso di comprendere che l’ambiente precedentemente interpretato come un corridoio di collegamento è invece da considerare un locale aperto, almeno parzialmente. Questo si affacciava sulla laguna con un monumentale fronte pilastrato verso l’esterno, ed un probabile ninfeo, formato da una vasca semicircolare inserita fra i muri principali e prospiciente anch’essa l’esterno. La vasca ha i muri rivestiti da strati di cocciopesto impermeabilizzante intervallati da lastre di marmo, e il pavimento in tarsie marmoree bianche e nere, un basamento (forse per una statua) e i resti di una probabile scaletta per discendervi.