Museo Civico di Modena
Largo Porta S.Agostino, 337
Modena (MO)
Schedoni Bartolomeo
1578/ 1615
dipinto

tela/ pittura a olio
cm 74,5 (la) 91 (a)
sec. XVII (1607 - 1615)
n. 36
Presenta una composizione nota attraverso più esemplari, i migliori fra i quali sembrerebbero quelli nella Alte Pinakothek di Monaco (inv. 5262; KULTZEN 1970, pp. 170, 178, fig. 8) e in collezione Rizzi a Sestri Levante (SUIDA 1930, p. 175; CASTELNOVI 1972, p. 16, tav. V; SANGUINETI 1997). Un dipinto di Schedoni identico a questo nella figura della Madonna col Bambino, ma variato nella posizione di san Giuseppe e di san Giovannino venne inciso da Sisto Badalocchi (BARTSCH, XVIII, 1818, 357, n. 25); da esso dipendono altri esemplari di varia qualità (al momento quello più alto, anche se non si tratta forse dell’originale, è il n. 526 delle Gallerie di Firenze: BOREA 1975, n. 51). Il quadro Campori si presenta in mediocri condizioni di conservazione: la superficie pittorica risulta in vari punti sgranata e l’unione di due tele interrompe in modo sgradevole la gamba del Bambino e rende difficoltosa la lettura della mano della Vergine. Delle vicissitudini patite dal dipinto è del resto testimonianza la figura di san Giuseppe che, cancellata dallo stesso Campori per meglio evidenziare quella della Vergine (Ragghianti nella scheda del 1939), è ricomparsa in seguito al restauro del 1978. Pur tenendo in debito conto queste osservazioni, non ci sembra più pienamente sostenibile l’autografia schedoniana, indicata dalla Guandalini (1980) e in un primo momento anche da chi scrive (in Collezionisti ... 1996). In particolare non convincono la fattura liquida del turbante sul capo della Vergine e quella troppo sommaria della veste; mentre debolezze esecutive si ravvisano anche nella figura del Battista e, più in generale, nella mal risolta distribuzione delle ombre. Un’ulteriore derivazione dallo stesso prototipo, spettante agli anni parmensi del pittore(1607-16I5), è stata posta in vendita dalla Sotheby’s (Monaco, 15 giugno 1990, n. 219). Allo stesso modo va ritenuto copia l’esemplare del Museo diocesano di Reggio Emilia, pubblicato di recente come opera autografa (DALLASTA, CECCHINELLI 2002, fig. 66).