tela/ pittura a olio
sec. XIX (1860 - 1869)
Ippolito Bonaveri, in questo quadro, descrisse la scena con effettivo verismo, sia poetico che storico, unendo il dolore e l'intenso struggimento affettivo alla reale situazione in cui Garibaldi perse la sua compagna: era il 4 agosto 1849 ed il condottiero, dopo aver attraversato le valli di Comacchio con Anita morente, si fermò alla fattoria Guiccioli a Mandriole, dove la donna spirò. Il dipinto, che per la sommarietà dell'esecuzione lascia pensare ad un bozzetto per un quadro più finito, fu probabilmente eseguito dopo la "Morte di Zerbino", che fu premiato grande Curlandese nel 1851, in cui il pittore svolse un analogo tema mortuario, legato però ad un soggetto letterario, con simile impianto compositivo. In questo caso la pittura risorgimentale s'innesta sulla pittura di storia promossa dalle Accademie, unendosi anche, come in questo caso, a quella "poetica degli affetti" legata ad episodi storici contemporanei dicui Domenico Induno fu il più fecondo rappresentante (tratto da Collina, 1993).