FONTE
FONTE
AutoreAmmiano Marcellino
Titolo operaRerum gestarum
Anno394 ca. d.C.
Periodoetà dei teodosidi
EpocaTarda Antichità
Noteed.: A. Selem (a cura di), Ammiano Marcellino. Le storie, Milano 1994 (trad. del curatore).
PASSO
LocalizzazioneXXVIII, 10.15
Testo originalePer hanc occasionem impendio tempestivam, Alamannos gentis ante dictae metu dispersos, aggressus per Raetias Theodosius (ea tempestate magister equitum) pluribus caesis, quoscumque cepit ad Italiam iussu principis misit, ubi fertilibus pagis acceptis, iam tributarii circumcolunt Padum.
TraduzioneApprofittando di quest'occasione assai favorevole, Teodosio, a quel tempo generale di cavalleria, attaccò attraverso la Rezia gli Alamanni che, per paura dei Burgundi, s'erano dispersi. Dopo averne uccisi parecchi, mandò in Italia, per ordine del sovrano, quanti erano stati fatti prigionieri. Qui furono loro assegnate fertili zone e vivono in qualità di tributari lungo il Po.
Note370 d.C.
PASSO
LocalizzazioneXXXI, 9.3-5
Testo originale[3] Repedando enim congregatusque in cuneos sensim progrediens, Gothorum optimatem Farnobium cum vastatoriis globis vagantem licentius occupavit, ducentemque Taifalos, nuper in societatem adhibitos: qui (si dignum est dici), nostris ignotarum gentium terrore dispersis, transiere flumen direpturi vacua defensoribus loca. [4] Eorum catervis subito visis, certare comminus dux cautissimus parans, adortusque nationis utriusque grassatores, minantes etiam tum acerbas strages multos occidit, trucidassetque omnes ad unum, ut ne nuntius quidem cladis post appareret, ni cum aliis multis perempto Farnobio, metuendo antehac incensore turbarum, obtestatus prece impensa superstitibus perpercisset, vivosque omnes circa Mutinam Regiumque et Parmam, Italica oppida, rura culturos exterminavit. [5] Hanc Taifalorum gentem turpem ac obscenae vitae flagitii ita accepimus mersam, ut apud eos nefandi concubitus foedere copulentur maribus puberes, aetatis viriditatem in eorum pollutis usibus consumpturi. Porro siqui iam adultus aprum exceperit solus, vel interemerit ursum immanem, colluvione liberatur incesti.

Traduzione[3] Infatti, ritirandosi e procedendo lentamente con le truppe ordinate in forma di cuneo, [Frigerido] sorprese il capo dei Goti Farnobio che vagava, senz'incontrare alcun ostacolo, con gruppi di predatori e guidava i Taifali che di recente s'erano uniti a loro. Questi, se merita la pena di accennare a ciò, poiché i nostri s'erano dispersi terrorizzati alla vista di genti sconosciute, attraversarono il fiume [Danubio] per devastare le località sguarnite di difensori. [4] Allorché apparvero improvvisamente le loro bande, il generale, che s'apprestava al combattimento con la massima cautela, attaccò i razziatori di entrambi i popoli che ancora minacciavano violente stragi e ne uccise molti. E li avrebbe ammazzati tutti sino all'ultimo, di modo che nessuno ne avrebbe annunciato la strage, se, dopo aver ucciso con molti altri Farnobio, che nel passato era stato un tremendo provocatore di sconvolgimenti, non avesse risparmiato superstiti cedendo alle loro insistenti preghiere. Ebbero tutti salva a vita e furono trasferiti attorno a Modena, Reggio e Parma, città italiane, perché coltivassero i campi. [5] Ci risulta che questa stirpe dei Taifali è così infame ed immersa nella vergogna d'una turpe vita, che fra loro i giovanetti si accoppiano ai maschi con un patto di unione immenzionabile per consumare il fiore della loro età in sozze relazioni. Se poi qualcuno, ormai adulto, riesce a prendere da solo un cinghiale o uccide un grande orso, si libera dall'infamia di questa turpe relazione.
Note377 d.C.
COMPILAZIONE
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Data2011
NomeAssorati G.
AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Data2021
NomeParisini S.

ultima modifica: 20/01/2021
fonte

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