tela/ pittura a olio
73,5x93,5 con cornice
sec. XX (1971 - 1971)
Il soggetto si ritrova di frequente anche in diverse incisioni degli anni Sessanta e Settanta, pubblicate nel fondamentale repertorio delle incisioni di Maccari.
Al confronto con l’aspetto più noto della sua produzione, sia grafica che pittorica, cioè lo spirito satirico incisivo e spesso dirompente, questo dipinto ha un sapore quasi intimistico, privo dei toni volutamente sguaiati e plebei che spesso Maccari esibisce e che, soprattutto nelle pagine de Il Selvaggio, ha per quasi due decenni, dal 1924 al giugno del 1943, lanciato a piene mani contro i bersagli prediletti: in politica gli arrivisti, gli opportunisti e, nel campo della cultura, coloro che si adeguano sempre e comunque.
Questo testo è parte della scheda di Sauro Casadei per il catalogo della Collezione Bianchedi-Bettoli/Vallunga pubblicato da Bononia University Press nella collana Cataloghi dell’Istituto per i Beni Artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.