Scuola elementare Crocetta (oggi Garibaldi)
via Rubicone 46-48
Ravenna (RA)
Cordone Leonardo progetto
1944
Naglia Danilo progetto
1928
Bulgherini Franco progetto
1942



Notizie storiche: progetto e costruzione
Il progetto per la scuola elementare Crocetta prende nome dall'omonima via di Ravenna da cui dista pochi metri, frutto della collaborazione dell'architetto Danilo Naglia, Giuseppe Cordone e Franco Bulgherini. La scuola, intitolata a Giuseppe Garibaldi, è edificata in un comparto pianeggiante di circa un ettaro, tra ferrovia e strada provinciale, occupato sui due lati adiacenti al lotto da abitazioni private.
L’edificio si organizza secondo un impianto planimetrico rigido, disposto su un unico livello. Uno spazio di forma quadrangolare con funzioni comunitarie è il centro del complesso. Pensato per un uso flessibile, attraverso la movimentazione di pannelli scorrevoli gli spazi sono di volta in volta riconfigurabili e separati per le diverse funzioni quali: sale per le assemblee scolastiche o la mensa. Attorno a questo nucleo, impostati sulle diagonali, si distribuiscono gli spazi quadrangolari disposti in modo concentrico, destinati alle quindici aule, con servizi igienici, e alle aule interciclo.
In uno di questi ambienti, a fianco del più grande volume della palestra e dei suoi servizi, si colloca l'ingresso, decentrato, a cui si accede da via Rubicone, dopo aver percorso il lungo viale che oltrepassa la fascia verde di cinque metri che separa l’edificio dalla strada.
Quello che in pianta appare come una composizione rigida di elementi geometrici e regolari, volumetricamente varia utilizzando una copertura piana gradonata, che media le varie altezze. Si passa dai tre metri per le aule ai sette della palestra, raccordati dall'altezza intermedia dello spazio centrale. Le ampie luci di copertura sono risolte con l'utilizzo di travi reticolari, sulle quali si aprono finestre a nastro poggiate sulla struttura in cemento armato. Gli spessi elementi strutturali inglobati in “piloni” di muratura, trattati con mattone faccia a vista messi in opera con tradizionale posatura a correre, definiscono il linguaggio ricorrente di questa architettura. I pilastri sporgendo al di sopra della muratura, si configurano come piccole torri a forma di “C”, accostate e ripetute, al cui centro sono posti gli ampi infissi compositi bianchi. Il profilo risulta caratterizzato da questa “merlatura” regolare e alternata, la cui ritmicità diventa motivo caratteristico dell’edificio.



fonte: Architetture del secondo Novecento - Mibact - Matteo Sintini, Elia Serafini

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