Chiesa della Santissima Vergine Maria Consolata
Via SS. Consolata 105
Sassuolo (MO)
Manfredini Enea progetto
1916/ 2008



Notizie storiche: progetto e costruzione
Progettata da Enea Manfredini nel 1976, la chiesa è a pianta quadrangolare interamente in calcestruzzo armato a vista, pieno e grezzo per le pareti perimetrali e per la copertura, caratterizzata da un rigoroso sistema di travi a mensola. L'interno è illuminato grazie a una fascia continua di vetro su tutto il perimetro, tra la copertura e le pareti, da un lucernario quadrato in vetro colorato centrale e da una parete a vetri alle spalle dell'altare della cappella del Ss. Sacramento.

In questo edificio Manfredini, rispetto ad altri analoghi in cui fa prevalere un’idea di costruzione tradizionale e regionale come elemento identificativo del luogo sacro, mescola il rigore della costruzione e della composizione con l’immagine offerta da un trattamento sobrio che mescola all’estrema semplicità compositiva un certo grado di astrazione figurative.
La chiesa è articolata su una pianta impostata su un quadrato, che trova variazioni in alcuni punti. La bussola di ingresso infatti genera un piccolo volume addossato al principale che presenta, come ulteriore elemento di scomposizione della pianta regolare, delle sottrazioni di parti, sempre di forma quadrata, in corrispondenza delle estremità della diagonale nord-sud. Esse producono un vuoto d’ombra che protegge i due ingressi e che contrasta nettamente con la planarità delle superficie delle pareti.
Queste sono nella parte bassa trattate a cemento lasciato al grezzo, mentre la parte superiore è interamente vetrata. La chiesa si presenta in tal modo racchiusa da un muro di cinta cieco nella parte bassa, mentre quella superiore si smaterializza simbolicamente.
Questo rapporto tra trasparenza ed opacità, continua in corrispondenza del fonte battesimale, la cui parete di fondo è interamente vetrata e mostra all’esterno le presenze simboliche del salice e della fonte, racchiuse nuovamente da un muro a delimitare idealmente lo spazio sacro intimo e racchiuso, rispetto a quello profano, esterno.
La copertura, tutta realizzata in opera, è sostenuta da quattro pilastri circolari di 65 cm di diametro che sostengono un’orditura di travi ortogonali in cemento armato, tamponata con mensole nervate anch’esse in cemento, leggermente curvilinee all’intradosso e completate all’estradosso di un getto di 12 cm.
Il tetto, forato dal centro da un’apertura quadrata coperta da un cupolino, si presenta pertanto come una struttura indipendente, fatto accentuato dalla parete finestrata che ne mostra l’autonomia strutturale e formale. Al di sotto di essa la distribuzione e la circolazione all’interno della chiesa si organizza liberamente rispetto ai vincoli della struttura puntiforme.