Via del Mazzone – Via Enrico Fermi – Via Barozzi
Mirandola (MO)
Il complesso, articolato in una serie di corpi diversi per volumetrie e soluzioni formali, si sviluppava in profondità sull’intera area, con accesso principale dal basamento gradonato su via del Mazzone fino alla parallela via Barozzi. Un percorso coperto (demolito post sisma) conduceva alla palestra: un edificio quadrato (ad oggi agibile), con una singolare orditura di capriate in ferro che ne movimenta la copertura e permette di creare grandi aperture vetrate in facciata.
In particolare, gli edifici sul fronte nord condensano alcuni tratti distintivi dell’architettura di Vecchi per scelte costruttive e formali, materiali, dettagli e cromie: le falde invertite, il porticato con pilotis, la “cornice” di cemento che racchiude la facciata scandita da lame verticali in cemento, intonaci dai colori vivaci, rivestimenti in lastre di pietra – anche negli interni, tesserine di mosaico greificato. Un pannello scultoreo di Luciano Ceschia, artista udinese che interviene anche all’Istituto Corni di Modena (1952), impreziosisce l’edificio basso destinato alle attività collettive, mentre il profilo modellato della copertura richiama la casa-officina Della Casa (1954).
fonte: Elena Leonelli, La scuola media Montanari di Mirandola: progetto di restauro di un’architettura di Vinicio Vecchi, tesi di laurea, Dipartimento di Architettura Biagio Rossetti, Università degli Studi di Ferrara, 2013-2014.