



via Dino Ferrari
Maranello (MO)
1934/ 2020
Corradi Roberto progetto
1934/ 2019
Lipparini Franco progetto
1936
Lupi Italo (allestimento)
L’edificio di compone di un traliccio metallico tridimensionale, realizzato mediante tubi “Mero”, che sostiene la copertura in alluminio. La struttura comunica un effetto di forte astrazione, quasi a definire solamente uno “spazio” primario, in cui il tamponamento svanisce in favore del prevalere dell’immagine del giunto e dell’elemento componibile. All’interno di questo si rende visibile il volume cilindrico in pannelli d’acciaio, che ospita la sala a gradoni destinata gli eventi culturali, anticipato dalla parete d’ingresso anch’essa curvilinea in vetrocemento.
L’idea di un museo (di proprietà e di gestione comunale) prende corpo successivamente, ad opera dello stesso Enzo Ferrari, nel 1984 quando s’iniziano a valutare le tre localizzazioni proposte dalle amministrazioni comunali di Modena, Spezzano e Maranello. La prima offre una porzione dell’area dell’ex-autodromo, all’interno del parco poi dedicato allo stesso Ferrari. Il secondo individua nel castello il sito per la realizzazione del museo, che viene tuttavia presto scartato a causa delle difficoltà di esecuzione dell’allestimento e di natura logistica.
La scelta della città che ospita la scuderia sembra essere quella più naturale, caldeggiata dallo stesso Ferrari. Inizialmente il progetto, di cui viene incaricato nuovamente Tiziano Lugli, s’innesta sul precedente Centro Civico e Ricreativo con un volume aggiunto, collegato al preesistente da un atrio comune con ingresso triangolare, realizzato secondo la stessa logica costruttiva del precedente. Al piano terra doveva trovare spazio l’esposizione delle auto, collegata visivamente con la biblioteca posta al primo piano. Successivamente, in corso di realizzazione, lo spazio del museo viene esteso fino ad occupare l’intero edificio che assume la valenza di una “galleria”, luogo di messa in mostra di tutto il mondo Ferrari, dalle vetture, al ciclo della produzione, dai personaggi della storia della casa automobilistica ad una serie di cimeli messi a disposizione da Enzo Ferrari che scompare a lavori quasi ultimati. Il cantiere subisce un naturale arresto, per poi essere inaugurato nel 1990. L’allestimento su due piani è opera dello studio Italo Lupi di Milano che organizza un percorso in cui sono esposte le vetture da gara come opere d’arte, dalle prime che hanno fatto la storia della scuderia a quelle più recenti, fino alle sale delle auto gran turismo e berlina. L’ambiente è pensato per esaltare l’immaginario automobilistico, i pavimenti nin gres naturali ricordano il colore di una pista. Ancora le superficie riflettenti delle pareti accentuano l’effetto di scintillio offerto dalle superficie delle carrozzerie e interagiscono con la trasparenza della copertura.
Il museo viene ampliato a più riprese nel 2001 e nel 2004 e a partire dal 2012.
Nel corso del tempo accanto allo stabilimento e alla Galleria, sono sorte altre strutture che rendono la cittadella Ferrari (a cui si aggiunge la galleria del vento progettata da Renzo Piano nel 1996) quasi un museo all’aperto di architettura contemporanea. Nel 2004 Marco Visconti realizza il padiglione verniciatura, l’edificio delle Officine Meccaniche e nel 2008 il ristorante aziendale, mentre Massimiliano Fuksas costruisce il Centro Sviluppo del prodotto. Il padiglione della logistica è affidato allo studio Sturchio architects e Designers. Da ultimo Jean Nouvel firma l’ampliamento della fabbrica Nuove Linee, sui cui spazi esterni interviene il paesaggista Gilles Clement.
"3-580, 5-474"