Quartiere INA-Casa alla Sacca
fra strada Canaletto Sud e via Cassiani
Modena (MO)
Giglioli Vaccari Manfredo progetto
1924/ 1997



Notizie storiche: progetto e costruzione
Il quartiere residenziale alla Sacca, realizzato per far fronte alla difficile situazione abitativa di numerosi di cittadini senza casa o di popolazione proveniente dalla campagna in cerca di lavoro, costituisce uno degli interventi finanziati dall’Istituto INA-Casa nel corso del secondo settennato (1956-1963), al termine del quale si conclude l’esperienza del “Piano Fanfani”, iniziata nel 1949, per lasciare posto negli anni successivi a nuove forme di gestione e organizzazione dell’edilizia popolare. Il quartiere si situa in un’area a nord della città, oltre la ferrovia, delimitata su un lato dalla strada provinciale del Canaletto, già destinata alla localizzazione di servizi d’importanza sovracomunale come il Mercato Bestiame e il Consorzio agrario. Il complesso INA rappresenta un elemento di discontinuità funzionale in una zona che il coevo piano del 1957 consolida dal punto di vista della funzione produttiva.
Il progetto del quartiere viene realizzato con la collaborazione dello IACP modenese che si incarica della costruzione e della gestione degli alloggi. Le linee guida indicate dai progettisti dell’INA-Casa prevedono l’utilizzo di impianti insediativi variati e irregolari con tipologie edilizie liberamente disposte nei lotti. Si creano in tal modo percorsi fluidi e visuali libere tra un corpo e l’altro. La varietà nella disposizione dei corpi di fabbrica si manifesta attraverso diverse disposizioni di un solo tipo edilizio costituito dall’edificio in linea. Essi si organizzano a volte in parallelo o a scaletta, altre volte presentano un punto di flesso che inarca l’edificio. Essi si dispongono lungo i margini dell’area, con gli edifici che costeggiano le strade lungo il perimetro, mentre percorsi secondari si sviluppano verso l’interno raggiungendo le grandi aree aperte centrali, in cui si trovano i servizi essenziali: la scuola dell’infanzia “Anderlini” e la chiesa, oltre alla preesistente scuola sulla via Canaletto. La qualità dell’edificato si registra quindi più nei rapporti tra gli edifici piuttosto che nella ricerca sull’architettura e sulle forme dell’abitazione. Da un punto di vista del linguaggio architettonico, l’aspetto delle abitazioni risente di soluzioni costruttive tradizionali, facilmente realizzabili dalle maestranze locali, adatte alla necessità di edificare con relativa rapidità e rispondenti alla penuria di materiali da costruzione dell’epoca, caratterizzandosi dunque per strutture in calcestruzzo armato lasciato a vista, paramenti murari in mattoni e intonaco, coperture a falde con coppi. Le variazioni volumetriche delle compatte cortine edilizie sono in qualche caso affidate all’uso di balconi dalla forma trapezoidale, mentre al piano terra si riprende il tema del portico.
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La stagione INA Casa nasce nel 1949 in virtù della Legge 43, con cui si approva il “Progetto di legge per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per i lavoratori “, fortemente voluta dall’allora Ministro del Lavoro Amintore Fanfani. Il Piano Incremento Occupazione Operaia Case per Lavoratori, detto comunemente Piano Fanfani, viene attuato in due settenni consecutivi ed individua nell’edilizia un ruolo fondamentale per la ricostruzione del Paese, assicurando nello stesso tempo l’impiego di grandi masse operaie. Così, mentre si soddisfa la forte domanda abitativa scaturita durante e dopo il periodo bellico appena trascorso, si fa fronte al grave problema della disoccupazione. Lo stesso Fanfani riconosce nel settore edilizio un efficace propulsore dell’intero sistema economico, in grado inoltre di asorbire la mano d’opera non qualificata nel passaggio dall’agricoltura all’industria.L’INA Casa è costituito presso INA, l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, ed è composto da due organi fondamentali: il Comitato di attuazione, con poteri deliberativi e a contatto diretto con il Ministro del Lavoro; la Gestione INA Casa, che sovrintende gli aspetti tecnici e della progettazione. Al termine del secondo settennio, nel 1963, la Gestione INA Casa viene soppressa, ed è istituita la GESCAL, Gestione case per lavoratori; il patrimonio INA Casa viene liquidato e confluisce agli Istituti Autonomi Case Popolari competenti per territorio.

fonte: https://www.comune.modena.it/lecittasostenibili/atlante-delle-architetture-del-900-di-modena/le-101-architetture/101schede/quartiere-ina-casa-sacca