Quartiere INA - Casa di viale Storchi
viale Storchi e laterali
Modena (MO)
Pucci Mario progetto
1922/ 1979
Vecchi Vinicio progetto
1923/ 2007

Ufficio Progetti del Comune (progetto)


Notizie storiche: progetto e costruzione
Il progetto di un nuovo quartiere residenziale da edificarsi sull’area dell’ex cittadella, costituisce uno dei primi interventi d’iniziativa INA-Casa a Modena a seguito dell’approvazione del “Piano Fanfani” nel 1949. L’opera è gestita dallo IACP modenese, su progetto degli architetti Mario Pucci e Vinicio Vecchi, inserendosi nelle linee guida del piano di ricostruzione di pochi anni precedente. Rispetto ad altri progetti Ina-Casa che sorgeranno in città, caratterizzati da una disposizione libera dei fabbricati in grandi aeree in cui dominano gli spazi verdi e aperti, qui l’insediamento assume un carattere più urbano, strutturandosi chiaramente sull’asse di viale Storchi che trova il suo punto focale d’origine nel gruppo rionale fascista XXVI Settembre nel 1936. Una doppia fila d’edifici si dispone in una sequenza di lotti compresi tra lo stesso viale e la parallela via Fabriani.
Il lato su viale Storchi si caratterizza per la sequenza di piccoli edifici a due piani dal volume semplice e destinati a casa-bottega, che definiscono il carattere di strada commerciale che tutt’ora mantiene, accentuato dalla citazione del portico rappresentato dalla pensilina leggermente inclinata che crea un ambito protetto sul fronte strada.
Nella parte retrostante di ciascun lotto, sorge invece un edificio ad uso di sola residenza di cinque piani disposto perpendicolarmente al primo. Secondo la stessa logica anche questo blocco edilizio si ripete in sequenza edificando in tal modo l’intera area. I prospetti sono caratterizzati da un’accentuata suddivisione orizzontale, scandita dai tamponamenti pieni ad intonaco e dai vuoti delle logge e dei balconi, che conferisce loro un’immagine abbastanza ricorrente degli edifici Ina del periodo.
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La stagione INA Casa nasce nel 1949 in virtù della Legge 43, con cui si approva il “Progetto di legge per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per i lavora-tori “, fortemente voluta dall’allora Ministro del Lavoro Amintore Fanfani. Il Piano Incremento Occupazione Operaia Case per Lavoratori, detto comunemente Piano Fanfani, viene attuato in due settenni consecutivi ed individua nell’edilizia un ruolo fondamentale per la ricostruzione del Paese, assicurando nello stesso tempo l’impiego di grandi masse operaie. Così, mentre si soddisfa la forte domanda abitativa scaturita durante e dopo il periodo bellico appena trascorso, si fa fronte al grave problema della disoccupazione. Lo stesso Fanfani riconosce nel settore edilizio un efficace propulsore dell’intero sistema economico, in grado inoltre di asorbire la mano d’opera non qualificata nel passaggio dall’agricoltura all’industria.L’INA Casa è costituito presso INA, l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni, ed è composto da due organi fondamentali: il Comitato di attuazione, con poteri deliberativi e a contatto diretto con il Ministro del Lavoro; la Gestione INA Casa, che sovrintende gli aspetti tecnici e della progettazione. Al termine del secondo settennio, nel 1963, la Gestione INA Casa viene sop-pressa, ed è istituita la GESCAL, Gestione case per lavoratori; il patrimonio INA Casa viene liquidato e confluisce agli Istituti Autonomi Case Popolari competenti per territorio.