stadera pesasacchi

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: composta
Categoria: meccanica
Baratto Oddone  1921/ attiva  costruttore

cm 185 (a) 150 (l) 50 (p) l. asta 139, dimensioni piatto 128 x 50 x 67
sec. XX
1947
n. 278
Asta piatta in ferro tarata da 0 a 10 kg con divisione di 100 g. Il braccio minore sagomato, con contrappeso in ottone a manicotto scorrevole su una vite ha riportati i coltelli in acciaio. Il braccio maggiore ha un coltello riportato in acciaio che sostiene staffa terminante con anello in ferro per sostenere i pesi di rapporto attualmente mancanti. Il romano è in ottone a manicotto con dente in ferro e placca in ferro chiusa da viti per la massa di correzione. La stadera è sospesa mediante staffa e gancio ad occhiello in ferro. La merce è contenuta in un piatto semicircolare di ferro con lamine inchiodate fra loro che gli conferiscono una forma a nicchia. Il piatto sulla sommità ha un gancio ad uncino arrotondato lavorato a mano che si appende alla stadera mediante gancio ad occhiello e staffa in ferro.
Cavalletto formato da due colonne in legno d'abete a sezione rettangolare sulle quali è poggiato un trave in ferro avente sistema a leva per blocco dello strumento, terminante con gancio ad uncino arrotondato lavorato a mano, maniglione in ferro per appendervi i pesi di rapporto e staffa per contenere la corsa del braccio maggiore.


L'invenzione della stadera, originaria quasi con certezza della Campania, è da attribuire ai romani intorno al 200 a.C. Ben presto per il suo facile impiego, per la sua immediatezza di lettura e il soddisfacente grado di precisione conquistò i mercati internazionali anche nei secoli successivi all'età romana e rimase, soprattutto in Italia, fino all'avvento delle bilance automatiche, uno degli strumenti per pesare maggiormente diffuso sul territorio.

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