bilancia semi automatica per controlli fabbrica

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: Roberval con giogo pendolare
Categoria: meccanica
Avery W. & T.  1817/ 1965  costruttore

cm 52.5 (a) 55 (la) 21.5 (p) piatto per la merce 40,5x28, piatto per i pesi 22x16
sec. XX
1952 - 1952
n. 545
Bilancia semi automatica con leve di tipo Roberval. Un giogo pendolare di forma circolare, in alluminio, con contrappeso, è collegato alla disposizione Roberval tramite un nastro di acciaio. Due laminette in acciaio aventi forma semicircolare fungono da molla di ritorno per richiamare il giogo alla condizione di equilibrio una volta che vengono scaricati i piatti. Sul giogo pendolare è avvitato un indice a lancetta con punta dipinta di rosso visibile da entrambi i lati dello strumento. Il quadrante, in plastica (?) bianca, posto in cima ad una colonnina in ghisa smaltata di bianco, ha lo 0 al centro e da una parte le divisioni in positivo da 0 a 2 once g con divisione 1/4 di oncia e divisione numerata ogni 1/2 oncia; dalla parte in cui il peso è più leggero non vi sono divisioni ma solo scritto light in colore rosso. Il quadrante è riparato da due vetri avvitati alla colonnina ed è visibile da entrambi i lati dello strumento. Il cofano, in ghisa smaltata bianco, è chiuso alla base da una lamiera stampata verniciata di nero e poggia su quattro piedini a vite calante in alluminio. Entrambi i piatti sono movibili e realizzati in acciaio inox; quello per la merce è a doppia bocca di lupo e poggia su una crociera di forma concava con le estremità ricoperte di gomma nera; quello per i pesi è di forma rettangolare con un bordo rialzato. Uno smorzatore delle oscillazioni è posto sotto al piatto per i pesi ed è regolabile avvitandolo o svitandolo.

La bilancia automatica, nella teoria, era stata ideata da Leonardo che però non costruì strumenti simili. Le uniche bilance automatiche in uso fino alla fine del XIX secolo furono le bilance a pendolo e quelle a molla, che davano una lettura automatica del peso. La bilancia automatica Dujour, costruita dalla ditta francese Trayvou nel 1879, venne ammessa in Italia nel 1892 ma rimase pressochè sconosciuta: maggior fortuna ebbe invece la bilancia Chronos a carico costante ammessa nel 1897. Nel 1911 venne ammessa al commercio una bilancia ottenuta dalla combinazione fra una bilancia composta a sospensione inferiore e due dinamometri disposti verticalmente. Solo nel 1915 viene introdotta la bilancia Toledo a masse pendolari che eliminano l'uso delle molle. La prima bilancia Berkel ad essere ammessa alla verificazione in Italia ha il giogo pendolare compensato e risale al 1923. Le bilance automatiche hanno dapprima due piatti con pesi per aumento di portata poi un unico piatto e masse addizionali interne; il quadrante da forma di settore circolare (ventaglio) diventa circolare; da 1 giro di lancetta si passa a più giri di lancetta. William e Thomas Avery erano parenti di un costruttore di bilance, certo Joseph Balden, e ne ereditarono l'attività alla sua morte, avvenuta nel 1813. L'azienda fu conosciuta fin dal 1818 come W & T Avery. Dal 1885 erano attivi tre stabilimenti: Atlas Work nel West Bronwich, Mill Lane a Birmingham e Moat Lane sempre a Birmingham. L'azienda divenne una compagnia a responsabilità limitata (limited liability) nel 1894 e si spostò nella famoso Soho Foundry nel 1897. A poco a poco l'azienda assorbì altre ditte di bilance, spesso mantenendone il nome originale. Nel 1979 la Avery venne assorbita dalla General Electric Company che nel 1993 acquistò anche la Berkel, introducendo il nome di Avery Berkel. Nel 2000 l'attività fu acquisita dalla compagnia americana Weigh-Tronix, proprietaria anche della Salter ed è conosciuta come Avery Weigh-Tronix. Il punzone di verificazione prima presente su questa bilancia, di Giorgio VI, sovrano inglese fra il 1936 e il 1952, reca il numero 316 corrispondente al distretto di York County, West Riding cioè la parte ovest di York di cui fa parte anche Sheffield, da cui viene il distributore.


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