bilancia semi automatica pesasale

Museo della Bilancia
Via Garibaldi, 34/a
Campogalliano
Tipo: Roberval con biella sopraelevata e giogo pendolare
Categoria: meccanica
Rolando Cesare   notizie 1932  costruttore

cm 70.5 (a) 56.5 (la) 24.5 (p) i.m. 70,5x80x37, diametro piatto per i pesi 22,5, piatto per la merce 37x41,5
sec. XX
1932 - 1932
n. 435
Bilancia semi automatica con leve di tipo Roberval a bielle elevate al di sopra del giogo pendolare, senza masse interne aggiuntive o sottrattive. Il giogo pendolare, a curva compensata, equilibra automaticamente, tramite un nastro di acciaio, i carichi da 0 a 1 kg. Un doppio indice a lancetta in alluminio verniciato nero scorre su due quadranti simmetrici opposti a settore circolare aventi forma di ventaglio. I quadranti, in lamierino di ferro smaltato bianco e riparati da un vetro, sono graduati da 0 a 1 kg con divisione 5 g e divisione segnata ogni 50 g. Il meccanismo delle bielle sopraelevate, dell'indice e i quadranti sono contenuti in due mezze conchiglie in ghisa smaltata di rosso e avvitate alla base, pure in ghisa smaltata rossa che poggia su tre piedini a vite calante in ferro. Una crociera in ferro verniciato color alluminio, con quattro allunghi fissati tramite viti, sostiene il piatto per la merce di forma circolare a bocca di lupo a fondo piatto in vetro. Il piatto per i pesi, realizzato in ghisa con tracce di cromatura, è di forma circolare con bordo leggermente rialzato ed è inseparabile dal sottoposto montante. I piatti hanno un sistema a smorzamento delle oscillazioni ad aria. Una bolla di livello di forma sferica, posta sulla base, indica l'orizzontalità dello strumento. Una levetta posta sotto al cofano serviva probabilmente a bloccare il giogo durante gli spostamenti.

La bilancia automatica, nella teoria, era stata ideata da Leonardo che però non costruì strumenti simili. Le uniche bilance automatiche in uso fino alla fine del XIX secolo furono le bilance a pendolo e quelle a molla, che davano una lettura automatica del peso. La bilancia automatica Dujour, costruita dalla ditta francese Trayvou nel 1879, venne ammessa in Italia nel 1892 ma rimase pressochè sconosciuta: maggior fortuna ebbe invece la bilancia Chronos a carico costante ammessa nel 1897. Nel 1911 venne ammessa al commercio una bilancia ottenuta dalla combinazione fra una bilancia composta a sospensione inferiore e due dinamometri disposti verticalmente. Solo nel 1915 viene introdotta la bilancia Toledo a masse pendolari che eliminano l'uso delle molle. La prima bilancia Berkel ad essere ammessa alla verificazione in Italia ha il giogo pendolare compensato e risale al 1923. Le bilance automatiche hanno dapprima due piatti con pesi per aumento di portata poi un unico piatto e masse addizionali interne; il quadrante da forma di settore circolare (ventaglio) diventa circolare; da 1 giro di lancetta si passa a più giri di lancetta. La ditta Rolando Cesare fu certamente attiva negli anni 1932-1950, anni in cui ottenne l'ammissione alla verificazione di nuovi strumenti, mentre nel 1959 i modelli Principe e Ducale vengono attribuiti alla ditta torinese Coda Cornelio che probabilmente ne acquistò il marchio. Questa bilancia viene ammessa alla verificazione prima in Italia con D.M. n. 1374 del 3 febbraio 1932 (anno XI dell'era fascista) col nome di Principe; nell'agosto dello stesso anno 1932 una circolare acconsente che la bilancia Principe possa essere denominata anche Ducale. Negli anni che dal 1932 vanno fino al 1939 vengono ammessi alla verificazione numerosi modelli della ditta Rolando Cesare di Torino, semiautomatici, anche per uso interno di fabbrica o con masse addizionali interne o a piattaforma.

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