Altra Attribuzione: produzione della Sassonia
porcellana
sec. XVIII (1725 - 1725)
Si tratta di porcellana del primo periodo Boettger e questa forma appare fin dai primissima anni di produzione (PIETSCH 2010, pp. 15, 41-45) e in modo assai consistente a partire attorno al 1723-24 (Horoldt 1996, pp. 52-55, catt. 24.27). La completa doratura interna non è comune e potrebbe forse ascriversi all'orafo George Funcke, attivo a Dresda e Meissen tra il 1691 ed il 1727, o all'attività del figlio minore Johann George (1701-1762).
L'esecuzione di queste tipologie decorative si deve principalmente al pittore Johann Gregorius Hoeroldt (1696-1775), che, dopo una breve permanenza a Vienna nel 1719, giunge a Meissen nel 1720. Successivamente diviene prima istruttore e, poi, capo dei pittori (Hoeroldt 1996); in tali vesti esegue numerosi disegni di figure e ambienti cinesi, oggi raccolti nel così detto Codice Schulz dal nome del loro scopritore, Georg Wilhelm Schulz (1873-1945), e conservati al Grassi Museum fur Angewandte Kunst a Lipsia, perché fossero utilizzati dagli altri pittori, fino ad identificare questa tipologia di decorazione nel suo stesso nome (cineserie alla Hoeroldt). In questo caso si può avvicinare la pittura a quella di Philipp Ernst Schindler (1695-1765), attivo a Meissen dal 1725. Si potrebbe anche ipotizzare l'intervento di un hausmaler su porcellana bianca di Meissen per la concomitanza di alcuni fattori: differenze nel modo di dipingere rispetto a decorazioni certamente eseguite in fabbrica, la mancanza di una qualche segnatura e la completa doratura interna, ad esempio. Anna Elisabeth Wald-Auffenwerth di Augusta (1696 ?-post 1745) è stata una artista che ha eseguito decorazioni di cineserie policrome analoghe, ma, in questo caso, non mi pare di vedere la sua mano. Le raffigurazioni presenti sulla tazza si possono identificare nelle tavole del Codice Schulz: per la figura cinese con la lampada la tavola n. 96 (Exotische Welten 2010, p. 166) e per l'altra la tavola 108a, 3 (ibidem, p. 279).
Hoeroldt trae spunto da opere precedenti, quali, ad esempio, il volume “Die Gesantschaft der Ost-Indischen Geselschaft in den Wereinigten Niederlandern, an den Tartarischen Cham und nunmehr auch Sinischen Keyse”r di Joan Nieuhof (1618-1672), edito a Amsterdam nel 1666; il noto testo “China Monumentis qua Sacris qua Profanis, nec non Variis Naturae e artis Spectaculis. Aliarumque rerum memorabilium Argumentis Illustra” del gesuita Johann Adam Shall von Bell (1592-1666), edito ad Amsterdam nel 1667; l'incisione “Nobilissimus dominus Kiakouli in Villa sua / Der Hocht Edle Herr Kiakouli in seinem Lust Hause” della serie “Habitus et mores Sinensium. Sinesische Trachten und Gebrauche” di Martin Engelbrecht (1694-1756), edita ad Augusta nel 1720.
Tale fu il successo di questa decorazione in tutta Europa che anche la manifattura di Doccia esegue questa decorazione definendola nel 1747 “con formella Rossa a Rabesco e figura chinese Lavor fine”, oppure “con figure in formella dorata Lavor fine” (AGL, XV, 2, f. 138, Manifattura di Doccia. Documenti vari, c. 485r) e, successivamente, quella “alla Sassonna con oro, bellissime” (AGL, I, 2, f. 37, Fabbrica delle Porcellane di Doccia. Scritture e documenti, fascicolo 6, p. 7) "alla Sassone"; la manifattura Ginori sostituisce, poi, le scene asiatiche con altre che derivano principalmente dal mondo agreste italiano (si veda MIC Faenza, inv. n. 30322).
Bibliografia di confronto:
J. NIEUHOF, Die Gesantschaft der Ost-Indischen Geselschaft in den Wereinigten Niederlandern, an den Tartarischen Cham und nunmehr auch Sinischen Keyser, Amsterdam 1666;
J. A. S. von BELL China Monumentis qua Sacris qua Profanis, nec non Variis Naturae e artis Spectaculis. Aliarumque rerum memorabilium Argumentis Illustra , Amsterdam 1667;
M. ENGELBRECHT, Habitus et mores Sinensium. Sinesische Trachten und Gebrauche, Augusta 1720;
S. BURSCHE, Meissen. Steinzeug und Porzellan des 18. Jahrhunderts Kunstegewerbemuseum Berlin, Berlino 1980, pp. 78-81, catt. 51-54;
L. BRAMBILLA BRUNI, Porcellane di Meissen. Ceramiche della collezione Gianetti, Saronno 1994, pp. 100-101, catt. 73-74; pp. 110-111, catt. 84-89;
Ceramiche del '600 e del '700 dei Musei Civici di Padova, catalogo della mostra Palazzo della Ragione Padova, 25 marzo - 13 giugno 1995, a cura di D. Banzato / M. Munarini, Padova 1995, p. 82 e p. 239, catt. 446-447;
Johann Gregorius Horoldt 1696-1775 und die Meissener Porzellan-malerei, catalogo della mostra Staatliche Kunstsammlungen Dresden - Porzellansammlung im Zwinger Dresda, 4 agosto - 30 ottobre 1996, a cura di U. Pietsch, Lipsia 1996, pp. 52-55, catt. 24.27;
Exotische Welten. Der Schulz-Codex und das fruhe Meissener porzellan, catalogo della mostra Grassi Museum fur Angewandte Kunst Lipsia, 12 marzo - 13 giugno 2010, a cura di T. Rudi, Trento 2010, tav. 96, p. 166 e tav. 108a, 3, p. 279;
U. PIETSCHE, Passion for Meissen. The Said and Roswitha Marouf Collection, Brackenheim 2010, pp. 15, 41-45.