carta/ xilografia
sec. XX (1920 - 1940)
Renato Baldani era nato il 18 gennaio 1884. Figlio di Settimio, possidente terriero in Vecchiazzano, e di Caterina Bellonci, insegnante elementare. All'età di circa venticinque anni, quand'era laureando in storia dell'arte col prof. Adolfo Venturi, conobbe a Roma Laura Filippini che diventerà sua moglie. Baldani, aveva frequentato un corso pittorico di nudo all'Accademia, ma il suo destino doveva essere quello di scrittore. Aveva frequentato, per tre anni, Carducci a Bologna ed aveva assimilato una certa affinità col mondo poetico di Pascoli e di D'Annunzio, che Baldani aveva rivissuto attraverso la decadente sensibilità di Guido Gozzano. Queste influenze facevano di lui un poeta d'ispirazione crepuscolare, con lo sguardo rivolto alla sua Romagna, respinta ed accarezzata. Come romanziere scrisse nel 1913 "La donna della finestra" e nel 1914 alcuni racconti, fra i quali "La vita fittizia di città e di libri", dove l'autore s'identifica in Silvano Arsendi. Inoltre, nel 1916, pubblicò il volumetto "I giorni di Silvano", Studio Editoriale Lombardo, Milano. Baldani fu amante della natura e cercò di fissarne alcuni aspetti negli scritti "L'intelligence des fleurs", le numerose "Vies", dedicato agli insetti, e "Trésor des humbles". Infine, nel 1930 pubblicò "Il ritorno". Fu profondo conoscitore della letteratura francese e critico d'arte antica. Interessante rimane tuttora lo studio che fece sulla pittura bolognese del sec. XIV, edito dalla R. Deputazione di Storia Patria, Bologna, 1908. Prima e dopo la guerra del 1915/18, alla quale Baldani partecipò come volontario e ricevette una medaglia al Valor Militare, si recò a Roma dove insegnò lettere, scrisse, dipinse, frequentò circoli, ebbe amici importanti e si occupò anche di cinema. Nel 1920 scrisse la sceneggiatura di un film che piacque molto a Vera Vergani e fu realizzato con Nerio Bernardi e la regia di Mario Camerini. Il film che ebbe un buon successo s'intitolava "Il filo di Arianna". Legato in modo morboso alla sua terra e, in particolare, a Vecchiazzano, dove la madre volle essere sepolta, Renato Baldani tornò da Roma nel 1925 per vivere nella sua casa di campagna fino alla morte.