Casa Museo di Luciano Pavarotti, Modena (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa Museo di Luciano Pavarotti, Modena (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa Museo di Luciano Pavarotti, Modena (fotografia di Luca Bacciocchi)
Busto di Giuseppe Verdi presso Casa natale Giuseppe Verdi, Busseto, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa natale Giuseppe Verdi, Busseto, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa natale Giuseppe Verdi, Busseto, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa di Rossini a Lugo, Ravenna (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa di Rossini a Lugo, Ravenna (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa di Rossini a Lugo, Ravenna (fotografia di Luca Bacciocchi)
Museo di Casa Barezzi, Busseto, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Museo di Casa Barezzi, Busseto, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Museo di Casa Barezzi, Busseto, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa natale di Arturo Toscanini, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa natale di Arturo Toscanini, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Casa natale di Arturo Toscanini, Parma (fotografia di Luca Bacciocchi)
Villa Verdi, Sant'Agata di Villanova sull'Arda (fotografia di Luca Bacciocchi)
Villa Verdi, Sant'Agata di Villanova sull'Arda (fotografia di Luca Bacciocchi)
Villa Verdi, Sant'Agata di Villanova sull'Arda (fotografia di Luca Bacciocchi)

Pratica del canto lirico in Italia - UNESCO

Il progetto
Patrimonio UNESCO in Emilia-Romagna

Il progetto “Patrimonio UNESCO in Emilia-Romagna” nasce dalla profonda vocazione della Regione a preservare e valorizzare il proprio patrimonio culturale e naturale e la sua unicità. L’obiettivo è offrire un punto di accesso privilegiato ai temi del Patrimonio Mondiale e all’universo dei riconoscimenti UNESCO presenti sul territorio, creando strumenti di conoscenza, approfondimento e promozione. Ogni sito viene presentato all’interno del portale PatER attraverso schede che ne raccontano l’Eccezionale Valore Universale, i riconoscimenti ricevuti, gli aspetti storici, artistici, culturali e naturalistici e le relazioni con altri beni collegati nel Catalogo regionale del patrimonio.

Oltre ai siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale, l’UNESCO annovera beni e tradizioni riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale, inseriti nel programma “Memoria del Mondo” e nei luoghi “Messaggeri di una cultura di Pace”, a testimonianza della pluralità e ricchezza di espressioni culturali che caratterizzano l’Emilia-Romagna.

In questo quadro si inserisce la Legge nazionale n. 77 del 2006, che prevede misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, rafforzando l’impegno dello Stato e delle Regioni nella loro salvaguardia e valorizzazione. Fondamentale riferimento è la “Convenzione del Patrimonio Mondiale” del 1972, che impegna gli stati membri a proteggere i beni culturali e naturali riconosciuti come patrimonio dell’umanità, per trasmettere alle generazioni future un’eredità fragile e preziosa, la cui scomparsa provocherebbe la perdita di una testimonianza unica e universale, appartenente a tutti i popoli.

Raccontando e connettendo i propri siti UNESCO all’interno del Catalogo regionale del patrimonio culturale, la Regione favorisce la diffusione della loro conoscenza e rafforza, nella coscienza collettiva, la necessità vitale di tutelarli e valorizzarli.



Patrimonio culturale immateriale UNESCO
Notizie
Il canto lirico in Italia rappresenta una delle espressioni artistiche più riconoscibili della cultura nazionale. Basato su un insieme di abilità e tecniche sviluppate nel corso dei secoli per esaltare la voce, l’arte del “belcanto” richiede un controllo fisiologico accurato e l’equilibrio tra diversi organi fonatori, capaci di trasformare il corpo stesso in uno strumento musicale. L’uso della lingua italiana, con la sua musicalità intrinseca e la naturale scorrevolezza dei fonemi ha favorito questa evoluzione, dando vita a un lessico settoriale riconosciuto: termini come “legato”, “staccato”, “messa di voce” o “appoggio” sono parte di un patrimonio linguistico condiviso a livello internazionale.
Accanto all’aspetto tecnico, il canto lirico italiano si distingue per la sua componente espressiva: mimica facciale e gestualità corporea si fondono con l’emissione vocale, creando una comunicazione immediata e universale che travalica le barriere linguistiche e culturali. Ed è proprio questa sintesi fra abilità e interpretazione ad aver reso l’opera un linguaggio capace di veicolare archetipi emotivi comuni e di suscitare un senso di appartenenza collettiva.
La tradizione non si limita tuttavia al repertorio: anche gli spazi hanno contribuito a modellarne l’identità. Da luoghi naturali (arene, piazze, anfiteatri), a partire dal XVII secolo si è passati alla costruzione di ambienti specificamente progettati. È qui che nasce il “teatro all’italiana”, modello architettonico che ha rivoluzionato la fruizione dello spettacolo e si è diffuso in tutta Europa. La sala, dalla caratteristica forma a ferro di cavallo, con palchetti sovrapposti e volta concava, diventa una vera e propria cassa armonica pensata per amplificare e diffondere il canto lirico, rendendo lo spazio parte integrante della performance.

In Emilia-Romagna, la vitalità della lirica trova espressione in una rete di istituzioni sostenute a vario titolo dalla Regione. Oltre al Teatro Comunale di Bologna, fondato nel XVIII secolo e riconosciuto come Fondazione lirico-sinfonica, si segnalano numerosi teatri di tradizione: dal Teatro Comunale Abbado di Ferrara al Teatro Municipale di Piacenza, dal Teatro Alighieri di Ravenna a quelli riuniti nella Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, senza dimenticare il Teatro Pavarotti-Freni di Modena e il Teatro Regio di Parma, quest’ultimo noto a livello internazionale per il Festival Verdi.
Ma il patrimonio lirico regionale non si esaurisce nei sontuosi palcoscenici, si tramanda anche in luoghi più intimi, legati alla formazione, alla memoria e alla vita dei grandi protagonisti del melodramma. A Lugo di Romagna la Casa Rossini rievoca gli anni giovanili del compositore pesarese. A Modena, la Casa Museo Luciano Pavarotti racconta la parabola artistica e umana del celebre tenore, attraverso costumi di scena, premi e ricordi personali. Sotto la Ghirlandina si porta avanti un impegno concreto anche nella valorizzazione del belcanto: grazie a un accordo sottoscritto da Fondazione di Modena, Comune, Fondazione Teatro Comunale e Conservatorio Vecchi-Tonelli, la città sostiene infatti la formazione dei giovani cantanti lirici e promuove la crescita di nuove professionalità, confermandosi polo di attrazione e di interesse internazionale.
A Parma, il Museo dell’Opera documenta la storia del melodramma attraverso scenografie, bozzetti e costumi, mentre la Casa Museo Arturo Toscanini conserva la memoria del grande direttore d’orchestra. Nel Parmense, il territorio di Busseto è il vero epicentro della tradizione verdiana: qui si trovano la Casa natale di Giuseppe Verdi, la Casa Museo Barezzi, dedicata al suo primo mecenate, e il Museo Renata Tebaldi, che celebra la voce della soprano amata in tutto il mondo. A Lesignano de’ Bagni, la villa appartenuta a Mario Lanfranchi testimonia l’attività del regista e collezionista che seppe unire teatro, cinema e opera in un linguaggio originale.

La trasmissione del canto lirico rimane oggi, come in passato, legata al rapporto diretto tra maestro e allievo: un sapere che si tramanda oralmente, in un dialogo continuo tra esperienza e talento, tecnica e sensibilità artistica. È questa continuità, unita alla capacità di rigenerarsi nei contesti più diversi, che ha portato l’UNESCO a riconoscere nel 2023 il canto lirico italiano come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità: un’arte che appartiene alle comunità, ne costruisce e custodisce l’identità e che, attraverso la voce, continua a dare forma alla memoria condivisa.

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