Parco Foreste Casentinesi (fotografia di Alessandro Cappuccioni)
Parco delle Foreste Casentinesi (fotografia di Alessandro Cappuccioni)
Parco delle Foreste Casentinesi (fotografia di Alessandro Cappuccioni)
Parco delle Foreste Casentinesi (courtesy Archivio Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi)
Parco delle Foreste Casentinesi (fotografia di Francesco Lemma)
Parco delle Foreste Casentinesi (fotografia di Francesco Lemma)
Parco delle Foreste Casentinesi (fotografia di Giordano Giacomini)
Parco delle Foreste Casentinesi (fotografia di Matteo Perini)
Parco delle Foreste Casentinesi (fotografia di Roberto Sauli)
Parco Foreste Casentinesi (courtesy Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna)

Foresta integrale di Sasso Fratino - UNESCO

Il progetto
Patrimonio UNESCO in Emilia-Romagna

Il progetto “Patrimonio UNESCO in Emilia-Romagna” nasce dalla profonda vocazione della Regione a preservare e valorizzare il proprio patrimonio culturale e naturale e la sua unicità. L’obiettivo è offrire un punto di accesso privilegiato ai temi del Patrimonio Mondiale e all’universo dei riconoscimenti UNESCO presenti sul territorio, creando strumenti di conoscenza, approfondimento e promozione. Ogni sito viene presentato all’interno del portale PatER attraverso schede che ne raccontano l’Eccezionale Valore Universale, i riconoscimenti ricevuti, gli aspetti storici, artistici, culturali e naturalistici e le relazioni con altri beni collegati nel Catalogo regionale del patrimonio.

Oltre ai siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale, l’UNESCO annovera beni e tradizioni riconosciuti come Patrimonio Culturale Immateriale, inseriti nel programma “Memoria del Mondo” e nei luoghi “Messaggeri di una cultura di Pace”, a testimonianza della pluralità e ricchezza di espressioni culturali che caratterizzano l’Emilia-Romagna.

In questo quadro si inserisce la Legge nazionale n. 77 del 2006, che prevede misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, rafforzando l’impegno dello Stato e delle Regioni nella loro salvaguardia e valorizzazione. Fondamentale riferimento è la “Convenzione del Patrimonio Mondiale” del 1972, che impegna gli stati membri a proteggere i beni culturali e naturali riconosciuti come patrimonio dell’umanità, per trasmettere alle generazioni future un’eredità fragile e preziosa, la cui scomparsa provocherebbe la perdita di una testimonianza unica e universale, appartenente a tutti i popoli.

Raccontando e connettendo i propri siti UNESCO all’interno del Catalogo regionale del patrimonio culturale, la Regione favorisce la diffusione della loro conoscenza e rafforza, nella coscienza collettiva, la necessità vitale di tutelarli e valorizzarli.



Patrimonio mondiale UNESCO
Notizie
Nel cuore dell’Appennino tosco-romagnolo, all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, si custodisce un tesoro naturale unico: la faggeta vetusta di Sasso Fratino, riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2017. È la più antica riserva naturale integrale d’Italia, istituita nel 1959 e oggi estesa su 764 ettari di bosco incontaminato.

Qui, tra i 600 e i 1600 metri di quota, il faggio europeo (Fagus sylvatica) ha trovato il luogo ideale per prosperare, adattandosi a microclimi diversi e raggiungendo età straordinarie: alcuni esemplari superano i cinque secoli di vita. La faggeta si presenta come un vero laboratorio di biodiversità, dove i processi naturali si sviluppano senza interferenze umane e i visitatori hanno il privilegio di vedere com’erano le grandi foreste europee prima delle trasformazioni operate dall’uomo.

Il riconoscimento UNESCO colloca Sasso Fratino all’interno di una rete di faggete vetuste che si estende in diciotto Paesi, dalle montagne dei Carpazi alla Spagna, fino all’Europa centrale e ai Balcani. Insieme, queste foreste raccontano la lunga storia del faggio europeo, un albero che ha saputo resistere alle glaciazioni e, dopo il ritiro dei ghiacci circa 11.000 anni fa, ha riconquistato gran parte del continente.

Questo sito, essenziale per comprendere l’evoluzione del genere Fagus e il ruolo che ricopre negli ecosistemi temperati, rappresenta il nucleo più vasto e meglio conservato di faggeta vetusta dell’Appennino settentrionale: è un monumento naturale che testimonia la forza di adattamento di una pianta straordinaria e la sua capacità di sopravvivere ai cambiamenti climatici.

Oggi il faggio è l’albero più diffuso nei boschi italiani, con oltre un milione di ettari, e continua a mantenere un forte valore culturale e simbolico. La faggeta di Sasso Fratino è parte fondamentale della storia del nostro continente, un patrimonio che appartiene a tutta l’umanità e che ci invita a custodire con rispetto la relazione antica tra l’uomo e la foresta.

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