Anonimo, Giuseppe Garibaldi, post 1880
Carlo Ademollo, Ugo Bassi nelle carceri di Comacchio, 1867 ca.
Faustino Joli, Colonnello della Guardia civica bolognese, 1849 ca.
Manifesto di propaganda per il Prestito Nazionale, 1917-1918
Bologna

Museo Civico del Risorgimento

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Orari e Tariffe
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Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Storia dell'edificio
Pubblicazioni e Cataloghi

Sangiorgi O. (a cura di), Armi da fuoco nel Museo del Risorgimento di Bologna, fa parte di Bollettino del museo del Risorgimento, a. 2004.


Sangiorgi O. (a cura di), Armi bianche nel Museo del Risorgimento di Bologna, fa parte di Bollettino del museo del Risorgimento, a. 1999.


Gli oggetti nel Museo. Catalogo degli oggetti esposti, 1999.


Collina C., La collezione dei dipinti a olio del Museo del Risorgimento di Bologna, fa parte di Bollettino del Museo del Risorgimento, a. 1993.

Museo Civico del Risorgimento, in I musei di qualità della regione Emilia-Romagna 2010-20112, Bologna, Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, 2010, p. 8.

Museo Civico del Risorgimento, in Franzoni G., Baldi F. (a cura di), Bologna: una provincia, cento musei: l'archeologia, le arti, la storia, le scienze, l'identità: guida, Bologna, Provincia Settore cultura, Pendragon, 2005, p. 66.

Tamassia P., Museo Civico del Risorgimento, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 90, n.12.

Bologna: Museo civico del Risorgimento, in Bollettino del museo del Risorgimento, a. 1997, pp. 57-63.

Invito al Museo civico del Risorgimento. Casa Carducci, Bologna, Comune, 1990.
Piazza G. Carducci, 5
Bologna (BO)
Storia
Risorgimento
Dal 1990 il museo è ospitato al pian terreno di Casa Carducci, dove attualmente ha sede. Il percorso espositivo si sviluppa in cinque sale, a partire dal periodo napoleonico fino alla prima guerra mondiale. Il materiale esposto costituisce una selezione alquanto ridotta del ricco patrimonio museale. Particolare attenzione è dedicata alla storia della città di Bologna nel periodo risorgimentale. In mostra figurano divise, armi, uniformi, bandiere, dipinti (tra le altre, opere di Muzzi e Ademollo), oggetti "patriottici" in genere ma anche stampe, giornali e manifesti.

Il museo è stato inaugurato nel 1893. Collocato in una sala al pian terreno del Museo Civico, offriva un allestimento molto curato, anche da un punto di vista scenografico, con le pareti ornate dagli stemmi delle città della regione e dai busti dei grandi protagonisti del Risorgimento italiano. Nelle vetrine erano esposti i documenti, i cimeli, le medaglie: una mole di materiale la cui raccolta era iniziata già dieci anni prima dell'apertura del museo, in occasione dell'Esposizione nazionale di Torino (1884) nell'ambito della quale fu allestito un padiglione sul Risorgimento italiano. A questo nucleo vennero aggiunti altri materiali nel 1888 anno delle Celebrazioni per l'VIII Centenario dello Studio e dell'Esposizione emiliana a Bologna. In questo contesto, a San Michele in Bosco fu allestito il "Tempio del Risorgimento". Il successo ottenuto dalla mostra fu tale che il Consiglio Comunale deliberò l'istituzione del Museo del Risorgimento.Il museo, chiuso al pubblico durante la seconda guerra mondiale, è stato riaperto nel 1954 con la nuova denominazione di "Museo civico del primo e secondo Risorgimento", per raccordare il Risorgimento con la Resistenza. Nei decenni successivi, l'esposizione ha subito alterne vicende con vari riallestimenti e periodi di chiusura.

Since 1990, the Museum is housed on the ground floor of Casa Carducci. The exhibition takes up five halls, starting with the Napoleonic era and ending with World War I. The items on display are but a small fraction of the Museum’s rich collections. The history of Bologna during the Italian unification era receives particular attention. The exhibits display uniforms, weapons, flags, paintings (including works by Muzzi and Ademollo), other “patriotic” items, prints, newspapers, and posters.

The Museum was inaugurated in 1893. Located in a hall on the ground floor of the Civic Museum, its carefully-arranged exhibits featured walls decorated with Bologna and Emilia Romagna’s coats of arms, and busts of the leaders of Italian unification. Glass cases displayed documents, mementos, and medals, whose collection had begun ten years prior to the Museum’s inauguration, during the Turin national expo (1884), which featured a pavilion on Italian unification. This initial collection was augmented in 1888 with material from the Celebrations for the Seventh Centenary of Emilia’s Fairs and Studies held in Bologna, which included a “Temple of Italian unification” in San Michele del Bosco. The exhibition’s success was such that the municipal council approved the institution of a Museum of Italian Unification. The Museum, which was closed to the public during World War II, was re-opened in 1954 under the new name of “Civic Museum of the first and second Italian Unification”, to establish a link between the unification of Italy and the Italian resistance movement. The Museum’s fortunes waxed and waned during the following decades, as it underwent periodic renovations and closures.

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