Cattedra di Massimiano, avorio, 546-556 d.C.
Ambone dei SS. Giovanni e Paolo di Adeodato, 596-597 d.C. (allestimento ante 2010)
Statua acefala in porfido di manifattura tardo-romana, IV-V sec. d.C. (allestimento ante 2010)
Ravenna

Museo Arcivescovile

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Accessibile
Servizi
Tipologia Collezioni
Pubblicazioni e Cataloghi
Bonilauri F., Museo Arcivescovile, in Musei in Emilia Romagna, Bologna, Compositori, 2000, p. 159, n. 29.

Musei e collezioni in Emilia Romagna, Ial Emilia-Romagna in collaborazione con IBC ... [et al.], Bologna, IBC Istituto per i beni culturali e naturali, 2000? - 1 CD-ROM

Museo Arcivescovile, in Zannier I. (a cura di), Viaggio nei musei della provincia di Ravenna, Ravenna, Longo, 1995, p. 34.

Parisini S. (a cura di), Per antiche vie: guida al Parco Archeologico dell'Alto Adriatico, Bologna, Editrice Compositori, 2014, pp. 30-32.
Piazza Arcivescovado, 1
Ravenna (RA)
Tel: 0544 541 688
Misto
Arte medievale (XI-XV secolo)
Archeologia classica
Arti applicate
Arte moderna (XVI-XIX secolo)
Arte sacra
Riaperto nel 2010 in un rinnovato assetto espositivo, dopo un lungo e complesso intervento di restauro, il Museo è inserito all'interno delle fabbriche connesse con l'Episcopio, in uno dei siti di Ravenna di più alta concentrazione di testimonianze architettoniche ed archeologiche tardo antiche ed altomedioevali, con due presenze riconosciute dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità, il Battistero degli Ortodossi e la Cappella di S. Andrea. Nel museo si conservano i materiali provenienti dall'antica cattedrale ursina (IV sec.), distrutta nel Settecento. Alla "Sala Lapidaria", come fu chiamato in origine il museo, sono aggregati materiali tipologicamente vari e di diversa provenienza: lapidi romane di classiari, sculture e frammenti architettonici, capitelli, mosaici, stele, fronti di sarcofagi, una statua acefala in porfido raffigurante un imperatore vittorioso del V secolo. Il museo custodisce inoltre la famosissima cattedra di Massimiano, uno dei più celebri lavori in avorio che si conoscano, opera di artisti bizantini del VI sec.

Al primo piano il percorso si attesta cronologicamente fra collezioni paleocristiane e d'età bizantina, iniziando dalla stessa Sala Lapidaria del Farsetti ed ambiente attiguo, dove l'organizzazione dei materiali ripropone la consistenza originaria ma con una distribuzione cronologica dei reperti. Si includono ora nel percorso anche due inedite salette settecentesche ornate di pregevoli stucchi. Tra i reperti esposti, di notevole importanza, il calendario liturgico in marmo, l'Ambone di Adeodato con iscrizione dell'anno 597, proveniente dalla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, la cappella marmorea dei Santi Quirico e Giuditta, della prima metà del V secolo, con bassorilievi sui quattro fronti; frammenti serici e parati liturgici e la pianeta del vescovo Angelopte, risalente al XII secolo.
Il percorso museale prosegue nella cappella arcivescovile, detta anche Oratorio di S. Andrea o di S. Pier Crisologo, eretta per volontà di Pietro II, vescovo di Ravenna dal 491 al 519. E' preceduta da una piccola ardica con volta a botte rivestita da mosaici, come pure la volta a vele del VI secolo; le lunette laterali sono affrescate dal pittore ravennate del Cinquecento, Luca Longhi. Dall'oratorio si accede alla Torre Salustra, probabile resto dell'omonima porta romana del I secolo d.C. Qui si custodisce la cattedra del vescovo Massimiano, capolavoro della scultura eburnea eseguito da artisti di influssi alessandrini e bizantini. Al secondo piano del palazzo si trova l'Archivio arcivescovile, dove sono custodite circa 13.000 pergamene databili dal VII secolo, sei papiri, tra i quali il diploma pontificio di Pasquale I (819) e un codice miniato di Giulio Clovio. Nelle sale sono esposte alcune opere d'arte, tra le quali una 'Madonna col Bambino' di Baldassarre Carrari e il 'Busto del Cardinal Capponi' di Gian Lorenzo Bernini.

After lengthy and complex restoration efforts, the museum, with new exhibits, was re-opened in 2010. The Museum is located in one of the factories connected to the Archiepiscopal Palace, in an area of Ravenna with a particularly high concentration of architectural relics from Late Antiquity and the Early Middle Ages, including two UNESCO World Heritage Sites: the Baptistery of Neon and the Chapel of Sant’ Andrea. The museum displays material from the ancient Basilica Ursiana (4th century), which was destroyed in the 1700s. The museum, originally known as the “Lapidarium Hall”, features varied material from many different sites: tombstones of Roman sailors, sculptures and architectural fragments, capitols, mosaics, steles, sarcophagus fronts, and a headless porphyry statue depicting a victorious Emperor from the 5th century. The museum also holds the world famous Throne of Maximian, one of the most renowned ivory pieces of all time, crafted by Byzantine artists in the 4th century.

The exhibits on the first floor cover the Paleo-Christian and Byzantine eras, starting with Farsetti’s Lapidarium Hall and an adjacent room, where the items on display are the same as in the previous museum exhibit, but are now organized chronologically. Two 18th century halls, previously closed to the public and decorated with valuable stuccos, are now part of the exhibits. Some of the most noteworthy items on display include a marble liturgical calendar; Adeodatus’ Ambon, with an inscription dated 597 and originally located in the Church of Saints John and Paul; the marble chapels of Saints Quirico and Giuditta, from the first half of the 5th century and decorated with bas-relief on all four sides; silk fragments, liturgical vestments, and the chasuble of Bishop Angelopte, from the 12th century.
The museum’s exhibits continue in the Archbishop’s Chapel, also known as the Oratory of Sant’ Andrea or San Pier Crisologo, commissioned by Pietro II, Bishop of Ravenna from 491 to 519. It is preceded by a small narthex with a mosaic-covered barrel vault; the 6th century spherical vault is covered with mosaics as well, while the lateral lunettes features frescoes by the 16th century Ravenna-born painter Luca Longhi. The oratory leads to the Torre Salustra, probably a remnant of the eponymous Roman gate from the 1st century AD. The Throne of Maximian, a masterpiece of ivory sculpture crafted by artists with Alexandrian and Byzantine influences, is on display here. The second floor houses the Archiepiscopal Archives, with about 13,000 scrolls from the 7th century onwards, six papyrus scrolls – including the pontifical diploma of Pope Paschal I (819), and an illuminated manuscript by Giulio Clovio. Several works of art are on display in the second-floor hall, including a Madonna with Child by Baldassarre Carrari and Gian Lorenzo Bernini’s Bust of Cardinal Capponi.

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