Quattro Castella

Castello di Bianello
Quattro Castella

Castello di Bianello,
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Castello di Bianello
S.P. 23
loc. Bianello
Quattro Castella (RE)
tel 339 2313875 - 333 2319133 (Gruppo Il Melograno)
Sui primi rilievi dell’appennino reggiano, il colle di Bianello domina l’abitato di Quattro Castella, a poca distanza dalla riva destra del fiume Enza che segna qui il confine con il parmense.

Un avamposto dello scacchiere canossiano
La durevole centralità strategica dell’area fu legata fin dall’antichità al fronte costituito dai quattro colli gemelli affiancati – con Bianello, Monte Vetro, Monte Lucio e Monte Zane – dominanti l’antica pedemontana Claudia che congiungeva il bolognese al parmense, all'innesto dei percorsi che dal Po, passando da Parma o da Reggio, portavano lungo l’Enza in Lunigiana e in Garfagnana.
Fortificati tra i secoli X e XI con postazioni di avvistamento volte alla pianura padana, i colli erano posti sulla prima linea difensiva del potente scacchiere impiantato dai Canossa sui rilievi appenninici tra Enza e Secchia, a presidio del nucleo centrale - rappresentato da Canossa e Rossena - dei loro immensi territori, che all’epoca della grancontessa Matilde si estendevano dalla Lombardia alla Toscana.
La corte di ‘Bibbianello’ - comprendente già un castello con torre, cappella, casa signorile, terreni arabili e boschivi - venne acquistata nel 1044 con altre della zona da Beatrice di Lorena, moglie di Bonifacio di Canossa. La grancontessa Matilde, loro figlia, avrebbe fatto del castello una delle sue residenze preferite nel reggiano, e la sede di storici eventi legati alla vicinanza con Canossa. A Bianello venne accolto nel 1077 Enrico IV in attesa del celeberrimo incontro con il papa, e qui si rifugiò Matilde quindici anni dopo, in vista dell’attacco lanciato dal vendicativo imperatore contro la rocca di Canossa, scongiurato dalla vittoria delle truppe matildiche nella battaglia ‘della nebbia’ sul vicino monte Giumigna. Sempre a Bianello Matilde ricevette nel 1111 il nuovo imperatore Enrico V di ritorno dall’incoronazione a Roma, che qui la fece regina vicaria d’Italia, ponendo le basi per la fine della lunga lotta per le investiture, poi sancita dal concordato di Worms.

I da Canossa: Bianello tra Reggio e Parma
La morte senza discendenza della grancontessa nel 1115 scatenò la contesa tra il papato e l’impero per la sua eredità allodiale, che coinvolse anche i signori locali, i poteri ecclesiastici e i nascenti comuni in lotta per il controllo del territorio. Posto nel 1147 sotto la protezione del comune di Reggio, nel 1160 il castello venne infeudato da Guelfo marchese di Toscana alla famiglia detta ‘da Canossa’, appartenente al consorzio signorile della ‘domus matildica’, che nel 1185 ottenne la conferma imperiale di Bianello, con Canossa e Gesso.
Come altri castelli vicini, anche Bianello venne coinvolto nelle aspre lotte fazionarie che fra Due e Trecento lacerarono il comune reggiano, e che qui si intrecciarono alle dispute con Parma per il controllo delle aree di confine, e a quelle tra le nascenti signorie.
Occupato nel 1248 dai guelfi cacciati dalla città e dalle truppe parmensi, nel 1254 il castello fu concesso da Innocenzo IV con altri beni matildici del reggiano ai potenti guelfi Fogliani suoi parenti, protagonisti delle lotte cittadine. All’inizio del Trecento Azzo d’Este, signore di Reggio, distrusse il castello che era stato occupato con Monte Lucio dal signore di Parma Giberto da Correggio; questi ne promosse poi la ricostruzione dopo la cacciata di Azzo, aprendo la strada al ritorno dei Canossa, confermata dall’investitura imperiale del 1311. Nel 1335 l’accordo che sancì l’avvento della signoria gonzaghesca su Reggio diede ai Fogliani con numerosi castelli del contado anche Bianello, che venne però restituito ai da Canossa e loro infeudato dall’imperatore a metà secolo, passando poi con Canossa, Gesso e San Polo ai Visconti, subentrati ai Gonzaga nel 1370.

Bianello estense: dal castello difensivo al palazzo signorile
Nel 1409 gli Este, riaffermato il loro dominio su Reggio, assegnarono nuovamente Bianello ai Canossa, ora loro alleati, che cinquanta anni dopo ebbero conferma dell’investitura imperiale. Nell’ultimo decennio del secolo il sistema difensivo del castello venne riorganizzato con la consulenza dell’architetto della corte estense Biagio Rossetti; nel 1497-98 furono rafforzate le mura, alzata la porta di ingresso e restaurata la sala con l’immagine affrescata della grancontessa Matilde.
Nel 1573 i da Canossa Scaioli subentrarono nel possesso del castello, collocando sulla facciata il loro stemma e riparando i danni subiti dal complesso durante la breve guerra che quindici anni prima aveva portato Ottavio Farnese a superare l’Enza minacciando i territori estensi fino a Scandiano.
Nel 1647 il feudo bianellese venne elevato a marchesato, nell’ambito del ducato estense di Modena e Reggio consolidatosi dopo la devoluzione di Ferrara al papa. A partire da quest'epoca, il complesso venne sottoposto a importanti lavori di ristrutturazione e decorazione degli interni, volti a valorizzarne la funzione residenziale. Furono allora edificati lo scalone barocco nel fabbricato adiacente il lato sud della torre, in corrispondenza del nuovo ingresso principale, l’appartamento al piano nobile dell’ala est e la cappelletta interna; nella seconda metà del secolo furono realizzate le decorazioni di numerosi ambienti, mentre nel 1718 venne ricostruito il portale.

Otto e Novecento: il castello residenza
Con l’estinzione del casato nel 1742 i possedimenti da Canossa Scaioli furono incamerati dalla Camera ducale, che vendette castello e marchesato al conte Giovanni Gabbi; tornato ai Gabbi in proprietà privata nel 1803 dopo la soppressione dei feudi, con la Restaurazione il castello divenne sede del municipio di Quattro Castella.
Dopo l’Unità d’Italia il castello fu acquistato all’asta nel 1867 dai parmense Caggiati che lo restaurarono utilizzandolo come residenza estiva fino al 1881, quando lo vendettero all’armatore genovese Gio.Batta Bacigalupo. Il figlio di questi, Carlo, ne fece la sua residenza abituale, restaurandolo e decorandolo sontuosamente e abitandolo con la moglie, la cantante lirica Caterina Coppa, fino alla morte avvenuta nel 1940.

Gli anni Duemila: studi, restauro, valorizzazione
Nel 2002 il comune ha acquistato dagli eredi il complesso, promuovendo un importante programma di restauro del castello e di alcuni edifici del borgo - l’ex oratorio con portico, le scuderie e la sede della Comunità - destinati ad attività culturali e di accoglienza, su progetto degli architetti Baricchi, Franzoni e Soragni. Nel 2009 è stato eseguito il recupero e il consolidamento della torre, danneggiata dal terremoto dell’anno precedente.
Unico dei quattro antichi castelli, con la parziale eccezione di Monte Zane, a presentare una struttura ben conservata, Bianello è stato oggetto di un ampio progetto di studio e rilievo della Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara, mentre un programma di scavi a Monte Lucio è stato promosso nel 2011 da Comune, Regione e Università di Bologna in vista della realizzazione di un parco archeologico. Un corteo storico rievoca ogni anno nel castello l’incoronazione di Matilde.

VISITA
Un lungo viale sale attraverso il folto bosco fino al castello a pianta poligonale, di forma compatta, posto sulla sommità del colle; all’ingresso delle mura è l’iscrizione ‘comitissae Mathildis opus’.
Dal portale si accede al borgo e a un terrazzo aperto sulla pianura, dominato dal mastio posto sul lato occidentale, attorno al quale si sono nel tempo articolati verso nord e sud-est gli altri corpi di fabbrica.
L’esterno presenta alcune finestre a bifora e fregi decorativi in cotto. Nella corte interna è un fondale neoclassico di ispirazione eclettica ottocentesca. Gli spazi interni riflettono la funzione signorile dell’edificio, diventata prevalente a partire dal Seicento. Un vano a stucchi ospita lo scalone barocco che conduce al piano nobile, con un salone decorato in stile neomedievale e neorinascimentale e altre sale riccamente decorate. Nell’ala di levante, gli ambienti ai livelli inferiori riflettono i moduli costruttivi rinascimentali di ambito estense, mentre le sale al piano nobile sono decorate con scenografie architettoniche di Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi, realizzate a metà Seicento.
Risalgono a inizio Novecento le decorazioni liberty, in arancione e blu, dell’anticamera seicentesca di Gaetano da Canossa, dominata da un imponente soffitto a cassettoni; i numerosi pianoforti testimoniano la passione musicale della cantante Caterina Coppa, moglie di Carlo Bacigalupo. Una stanza al piano terra conserva un dipinto ottocentesco, opera del pittore reggiano Giuseppe Ugolini, che riproduce l’antico affresco che raffigurava Matilde di Canossa con il fiore del melograno, simbolo della Chiesa.
Nel vano della torre è la cappella di san Giovanni Battista con raffinati decori e arredi; all’interno della torre le carceri conservano ancora i graffiti dei reclusi, mentre altri ambienti ospitano l’acetaia.
Ai piedi della salita si trova la corte delle Noci, edificio rurale con portico a tutta altezza. Un articolato sistema di sentieri raccorda i quattro colli, parte dell’Oasi LIPU di Bianello.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Enza,
via Pedemontana occidentale (Claudia o Pedrosa),
via Garfagnana-Lunigiana
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Canossa,
Canossa (da),
Fogliani,
Este
Arte e Architettura

Stili architettonici e decorativi nel castello:

Barocco e Rococò,
Storicismo Eclettismo Liberty
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

Scacchiere canossiano: Livello 1
Bibliografia
S.P. 23
loc. Bianello
Quattro Castella (RE)
tel 339 2313875 - 333 2319133 (Gruppo Il Melograno)
Sui primi rilievi dell’appennino reggiano, il colle di Bianello domina l’abitato di Quattro Castella, a poca distanza dalla riva destra del fiume Enza che segna qui il confine con il parmense.

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Un avamposto dello scacchiere canossiano
La durevole centralità strategica dell’area fu legata fin dall’antichità al fronte costituito dai quattro colli gemelli affiancati – con Bianello, Monte Vetro, Monte Lucio e Monte Zane – dominanti l’antica pedemontana Claudia che congiungeva il bolognese al parmense, all'innesto dei percorsi che dal Po, passando da Parma o da Reggio, portavano lungo l’Enza in Lunigiana e in Garfagnana.
Fortificati tra i secoli X e XI con postazioni di avvistamento volte alla pianura padana, i colli erano posti sulla prima linea difensiva del potente scacchiere impiantato dai Canossa sui rilievi appenninici tra Enza e Secchia, a presidio del nucleo centrale - rappresentato da Canossa e Rossena - dei loro immensi territori, che all’epoca della grancontessa Matilde si estendevano dalla Lombardia alla Toscana.
La corte di ‘Bibbianello’ - comprendente già un castello con torre, cappella, casa signorile, terreni arabili e boschivi - venne acquistata nel 1044 con altre della zona da Beatrice di Lorena, moglie di Bonifacio di Canossa. La grancontessa Matilde, loro figlia, avrebbe fatto del castello una delle sue residenze preferite nel reggiano, e la sede di storici eventi legati alla vicinanza con Canossa. A Bianello venne accolto nel 1077 Enrico IV in attesa del celeberrimo incontro con il papa, e qui si rifugiò Matilde quindici anni dopo, in vista dell’attacco lanciato dal vendicativo imperatore contro la rocca di Canossa, scongiurato dalla vittoria delle truppe matildiche nella battaglia ‘della nebbia’ sul vicino monte Giumigna. Sempre a Bianello Matilde ricevette nel 1111 il nuovo imperatore Enrico V di ritorno dall’incoronazione a Roma, che qui la fece regina vicaria d’Italia, ponendo le basi per la fine della lunga lotta per le investiture, poi sancita dal concordato di Worms.

I da Canossa: Bianello tra Reggio e Parma
La morte senza discendenza della grancontessa nel 1115 scatenò la contesa tra il papato e l’impero per la sua eredità allodiale, che coinvolse anche i signori locali, i poteri ecclesiastici e i nascenti comuni in lotta per il controllo del territorio. Posto nel 1147 sotto la protezione del comune di Reggio, nel 1160 il castello venne infeudato da Guelfo marchese di Toscana alla famiglia detta ‘da Canossa’, appartenente al consorzio signorile della ‘domus matildica’, che nel 1185 ottenne la conferma imperiale di Bianello, con Canossa e Gesso.
Come altri castelli vicini, anche Bianello venne coinvolto nelle aspre lotte fazionarie che fra Due e Trecento lacerarono il comune reggiano, e che qui si intrecciarono alle dispute con Parma per il controllo delle aree di confine, e a quelle tra le nascenti signorie.
Occupato nel 1248 dai guelfi cacciati dalla città e dalle truppe parmensi, nel 1254 il castello fu concesso da Innocenzo IV con altri beni matildici del reggiano ai potenti guelfi Fogliani suoi parenti, protagonisti delle lotte cittadine. All’inizio del Trecento Azzo d’Este, signore di Reggio, distrusse il castello che era stato occupato con Monte Lucio dal signore di Parma Giberto da Correggio; questi ne promosse poi la ricostruzione dopo la cacciata di Azzo, aprendo la strada al ritorno dei Canossa, confermata dall’investitura imperiale del 1311. Nel 1335 l’accordo che sancì l’avvento della signoria gonzaghesca su Reggio diede ai Fogliani con numerosi castelli del contado anche Bianello, che venne però restituito ai da Canossa e loro infeudato dall’imperatore a metà secolo, passando poi con Canossa, Gesso e San Polo ai Visconti, subentrati ai Gonzaga nel 1370.

Bianello estense: dal castello difensivo al palazzo signorile
Nel 1409 gli Este, riaffermato il loro dominio su Reggio, assegnarono nuovamente Bianello ai Canossa, ora loro alleati, che cinquanta anni dopo ebbero conferma dell’investitura imperiale. Nell’ultimo decennio del secolo il sistema difensivo del castello venne riorganizzato con la consulenza dell’architetto della corte estense Biagio Rossetti; nel 1497-98 furono rafforzate le mura, alzata la porta di ingresso e restaurata la sala con l’immagine affrescata della grancontessa Matilde.
Nel 1573 i da Canossa Scaioli subentrarono nel possesso del castello, collocando sulla facciata il loro stemma e riparando i danni subiti dal complesso durante la breve guerra che quindici anni prima aveva portato Ottavio Farnese a superare l’Enza minacciando i territori estensi fino a Scandiano.
Nel 1647 il feudo bianellese venne elevato a marchesato, nell’ambito del ducato estense di Modena e Reggio consolidatosi dopo la devoluzione di Ferrara al papa. A partire da quest'epoca, il complesso venne sottoposto a importanti lavori di ristrutturazione e decorazione degli interni, volti a valorizzarne la funzione residenziale. Furono allora edificati lo scalone barocco nel fabbricato adiacente il lato sud della torre, in corrispondenza del nuovo ingresso principale, l’appartamento al piano nobile dell’ala est e la cappelletta interna; nella seconda metà del secolo furono realizzate le decorazioni di numerosi ambienti, mentre nel 1718 venne ricostruito il portale.

Otto e Novecento: il castello residenza
Con l’estinzione del casato nel 1742 i possedimenti da Canossa Scaioli furono incamerati dalla Camera ducale, che vendette castello e marchesato al conte Giovanni Gabbi; tornato ai Gabbi in proprietà privata nel 1803 dopo la soppressione dei feudi, con la Restaurazione il castello divenne sede del municipio di Quattro Castella.
Dopo l’Unità d’Italia il castello fu acquistato all’asta nel 1867 dai parmense Caggiati che lo restaurarono utilizzandolo come residenza estiva fino al 1881, quando lo vendettero all’armatore genovese Gio.Batta Bacigalupo. Il figlio di questi, Carlo, ne fece la sua residenza abituale, restaurandolo e decorandolo sontuosamente e abitandolo con la moglie, la cantante lirica Caterina Coppa, fino alla morte avvenuta nel 1940.

Gli anni Duemila: studi, restauro, valorizzazione
Nel 2002 il comune ha acquistato dagli eredi il complesso, promuovendo un importante programma di restauro del castello e di alcuni edifici del borgo - l’ex oratorio con portico, le scuderie e la sede della Comunità - destinati ad attività culturali e di accoglienza, su progetto degli architetti Baricchi, Franzoni e Soragni. Nel 2009 è stato eseguito il recupero e il consolidamento della torre, danneggiata dal terremoto dell’anno precedente.
Unico dei quattro antichi castelli, con la parziale eccezione di Monte Zane, a presentare una struttura ben conservata, Bianello è stato oggetto di un ampio progetto di studio e rilievo della Facoltà di Architettura dell’Università di Ferrara, mentre un programma di scavi a Monte Lucio è stato promosso nel 2011 da Comune, Regione e Università di Bologna in vista della realizzazione di un parco archeologico. Un corteo storico rievoca ogni anno nel castello l’incoronazione di Matilde.

VISITA
Un lungo viale sale attraverso il folto bosco fino al castello a pianta poligonale, di forma compatta, posto sulla sommità del colle; all’ingresso delle mura è l’iscrizione ‘comitissae Mathildis opus’.
Dal portale si accede al borgo e a un terrazzo aperto sulla pianura, dominato dal mastio posto sul lato occidentale, attorno al quale si sono nel tempo articolati verso nord e sud-est gli altri corpi di fabbrica.
L’esterno presenta alcune finestre a bifora e fregi decorativi in cotto. Nella corte interna è un fondale neoclassico di ispirazione eclettica ottocentesca. Gli spazi interni riflettono la funzione signorile dell’edificio, diventata prevalente a partire dal Seicento. Un vano a stucchi ospita lo scalone barocco che conduce al piano nobile, con un salone decorato in stile neomedievale e neorinascimentale e altre sale riccamente decorate. Nell’ala di levante, gli ambienti ai livelli inferiori riflettono i moduli costruttivi rinascimentali di ambito estense, mentre le sale al piano nobile sono decorate con scenografie architettoniche di Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi, realizzate a metà Seicento.
Risalgono a inizio Novecento le decorazioni liberty, in arancione e blu, dell’anticamera seicentesca di Gaetano da Canossa, dominata da un imponente soffitto a cassettoni; i numerosi pianoforti testimoniano la passione musicale della cantante Caterina Coppa, moglie di Carlo Bacigalupo. Una stanza al piano terra conserva un dipinto ottocentesco, opera del pittore reggiano Giuseppe Ugolini, che riproduce l’antico affresco che raffigurava Matilde di Canossa con il fiore del melograno, simbolo della Chiesa.
Nel vano della torre è la cappella di san Giovanni Battista con raffinati decori e arredi; all’interno della torre le carceri conservano ancora i graffiti dei reclusi, mentre altri ambienti ospitano l’acetaia.
Ai piedi della salita si trova la corte delle Noci, edificio rurale con portico a tutta altezza. Un articolato sistema di sentieri raccorda i quattro colli, parte dell’Oasi LIPU di Bianello.


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