





Regio VIII. Luoghi, uomini, percorsi dell'età romana in Emilia-Romagna
San Giovanni in Persiceto
Aspasia
2006
pp. 116-121
Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all'età costantiniana
Venezia
Marsilio
2000
Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all'età costantiniana
Venezia
Marsilio
2000
Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all'età costantiniana
Venezia
Marsilio
2000
1997
Bologna
1997
Quando Forlì non c'era. Origine del territorio e popolamento umano dal paleolitico al IV sec. a.C.
Forlì
1997
L'epigrafia del villaggio. Atti del Colloquio Borghesi (Forlì 1990)
Faenza
F.lli Lega
1993
Roma
1992
Storia di Forlì. I. L'Evo Antico
Bologna
Nuova Alfa
1989
Viaggi e viaggiatori del Settecento in Emilia e in Romagna
Bologna
Il Mulino
1986
Bologna
1983
Guida al Museo Archeologico di Forlì
Milano
Pleion
1962
1959
1953-1954
Roma
1948
Firenze
1944
1908
Roma
Accademia Nazionale dei Lincei
1890
Roma
Accademia Nazionale dei Lincei
1889
area urbana
secc. II a.C./ V d.C.
All’ì'origine probabilmente piccolo centro di servizi, ebbe una costituzione municipale soltanto nel 90-89 a.C., una volta conclusa la guerra sociale, e fu iscritto alla tribù Stellatina come i vicini municipi di Forum Popili (Forlimpopoli) e Mevaniola (Galeata). Ne rimane sconosciuta la data di nascita, certamente posteriore al tracciato dell’Emilia, e mancano prove effettive di un suo legame con Livio Salinatore che - come vuole la tradizione - durante il consolato ne avrebbe promosso la fondazione.
Come in molti altri centri di antica origine, la continuità di vita e l’impossibilità ad eseguire verifiche archeologiche estensive, dopo le grandi opere di rinnovamento urbanistico dell’ultimo Ottocento e del primo Novecento, rendono oltremodo difficile avere un’idea chiara della struttura della città e del suo schema ordinatore. Di Forlì non è stato identificato con esattezza neppure il foro, che alcuni ubicano nell'area di Palazzo Reggiani (corso Garibaldi) ed altri posizionano nel sito dell’ex Chiesa di Santa Maria in Piazza. L’area residenziale sembra localizzarsi ad oriente ed occidente del cardine massimo, lungo l’asse Malmissole-via Lazzarini.
Non vi sono praticamente elementi che suffraghino l’esistenza di edifici a funzione pubblica, ma le strutture e i materiali rinvenuti sono sufficienti ad evidenziarne lo sviluppo urbanistico a partire dal periodo augusteo sino ai primi tre secoli dell’età imperiale. L’edilizia privata è testimoniata principalmente da mosaici pavimentali bianchi e neri e policromi (Casa Bedei, palazzo Morattini, Santa Maria della Ripa), mentre l’alto livello qualitativo raggiunto da alcune residenze è ben esemplificato dalla testa di divinità femminile (dea di via Schiavonia) appartenuta ad una statua marmorea, copia del I sec. a.C. di un originale greco.
Come altrove, il nucleo urbano appare delimitato da impianti produttivi per la fabbricazione di laterizi e ceramiche (fornaci di piazza Ordelaffi, Porta Schiavonia, via Filopanti) e da aree sepolcrali, sorte spesso in stretta contiguità con la via Emilia. Da una di queste necropoli proviene la bella iscrizione di Gaio Castricio Calvo, ritiratosi nel nativo Forlivese dopo la carriera militare, contenente una serie di precetti per chi ama la famiglia ed ha davvero a cuore la cura della campagna.