Regio VIII. Luoghi, uomini, percorsi dell'età romana in Emilia-Romagna
San Giovanni in Persiceto
Aspasia
2006
pp. 91-95
2005
Roma
L'Erma di Bretschneider
2004
2001
Forlimpopoli
Nuova Tipografia
2001
Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all'età costantiniana
Venezia
Marsilio
2000
Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all'età costantiniana
Venezia
Marsilio
2000
1999
1999
Bologna
1997
1997
1997
1997
1997
1996
1996
1996
1995
1994
1992
1991-1992
Villa Verucchio
La Pieve
1990
1990
Forlimpopoli
1990
1990
1989
Viaggi e viaggiatori del Settecento in Emilia e in Romagna
Bologna
Il Mulino
1986
Bologna
La fotocromo emiliana
1984
Bologna
1983
pp. 497-567
Forlimpopoli
Comune di Forlimpopoli
1981
1978
Forlimpopoli
Nuova Tipografia
1976
Cesena
La Cesenate
1975
Milano
Pleion
1972
Guida al Museo Archeologico di Forlì
Milano
Pleion
1962
Roma
1956
Roma
1948
area urbana
età romana
Plinio lo include fra i centri fortificati della Regio VIII, ma sono davvero scarse le notizie circa la sua nascita, che viene posta in relazione con il programma politico di Publio Popilio Lenate, sotto il cui consolato, nel 132 a.C., si ha la costruzione della strada consolare che ne porta il nome e, forse, il provvedimento di fondazione della città, sorta su un preesistente forum, un centro di servizi per i coloni.
Le testimonianze di architettura civile più antiche risalgono comunque al periodo compreso fra l’età sillana e quella cesariana: è proprio tra il 90 e l'89 a.C., in seguito alla promulgazione delle leggi Iulia e Plautia Papiria, che Forlimpopoli ottiene una costituzione municipale e l’iscrizione alla trìbù Stellatina, come i vicini municipi di Forum Livii (Forlì) e Mevaniola (Galeata).
La città conobbe poi, come molti altri centri della regione, un momento di forte rinnovamento, documentato dall'edilizia privata, durante il principato augusteo. Nulla si può arguire, invece, circa l’edilizia pubblica poiché sino ad oggi non sono note evidenze strutturali di questo tipo e l’esistenza di edifici monumentali – un anfiteatro e un tempio dedicato al culto isiaco – è desunta indirettamente da alcune iscrizioni.
L’area del foro, del tutto congetturalmente, viene posta nella zona della scuola De Amicis all'incrocio tra la via Emilia e la strada da e per Ravenna. Neppure del tutto chiara è anche l’effettiva estensione del perimetro urbano nelle diverse direzioni.
Resti di abitazioni sono venute in luce in varie parti della città. Fra le più antiche si annoverano le domus dell’Asilo delle Suore Francescane, di Casa Fantini, di Casa Vitali, con pavimenti in cocciopesto e mosaici geometrici.
Mosaici pavimentali di età imperiale documentano il divenire storico di Forlimpopoli, anche se raramente si è offerta la possibilità di procedere allo scavo di complessi residenziali di una certa articolazione come la domus (II d.C.) delle Scuole De Amicis, affacciata ad uno dei decumani principali e dotata di svariati ambienti: un atrio, un peristilio, un soggiorno, una cucina ed altri vani ancora.
Nella zona orientale e settentrionale, specialmente nei pressi della linea ferroviaria, lungo l’antico corso dell’Ausa, sono stati localizzati alcuni impianti manufatturieri legati ad una caratteristica produzione foropopiliense: si tratta di fornaci specializzate nella realizzazione di anfore a fondo piano cosiddette appunto “tipo Forlimpopoli”.
Le aree sepolcrali si dispongono soprattutto nei distretti orientale e nord-occidentale del suburbio. In questo ultimo settore, nelle immediate vicinanze della via Emilia, sopravvivevano anche i resti di un edificio funerario di notevoli dimensioni.
Si segnala poi che, nel campanile della basilica di San Ruffillo, è murato un frammento di scultura funeraria in pietra, riferita alla figura di un leone. Sotto il presbiterio sono visibili i resti della chiesa paleocristiana, reperti romani e medioevali, venuti in luce in seguito ai lavori di restauro e consolidamento dell’edificio.