Soragna (PR)
Citata nei secoli VIII e IX tra i possedimenti della diocesi parmense, Soragna fu poi parte della Marca ‘obertenga’ di creazione regia e imperiale, e venne fortificata attorno al 985 con Busseto e altre località vicine da Adalberto di Baden. All’inizio del secolo successivo passò prima al ramo obertengo d’Este poi a quello dei Pallavicino, signori di una rete di castelli estesa fra il Taro e l’Arda, dal Po ai preappennini, a controllo di importanti vie di comunicazione tra nord e centro Italia.
Nel 1145 Oberto I Pallavicino cedette al comune di Piacenza - in lotta con Parma e Cremona per questa area di confine – tutti i suoi beni allodiali e feudali ubicati nel territorio ecclesiastico di Parma a sinistra del Taro, compresa Soragna, ricevendoli a sua volta in feudo in cambio del giuramento di fedeltà.
Dai Pallavicino ai Lupi
Il dominio pallavicino su Soragna venne confermato nel 1189 dall’imperatore Federico Barbarossa; poco dopo però il feudo venne smembrato, forse a seguito di una divisione ereditaria. I Pallavicino conservarono i possessi sulla riva destra dello Stirone, incentrati sul castrum vetus di Santa Maria o della Castellina, oggi scomparso, che venne confermato nel 1249 da Federico II al suo alleato Oberto II. Il territorio situato sulla riva sinistra del fiume passò invece alla famiglia parmense Lupi, di origine cremonese, che avviò qui la costruzione di un castrum ‘novus’ con il suo borgo.
Le lotte fazionarie per l’egemonia su Parma che a lungo contrapposero la parte ghibellina controllata dai Pallavicino e quella guelfa cui afferivano i Lupi – intrecciandosi con le rivalità tra la stessa Parma, Piacenza e Cremona - coinvolsero i castelli contrapposti di Soragna e di Castellina, che furono a più riprese attaccati, distrutti e ricostruiti. Nel 1305 i Lupi, espulsi dalla città con i Rossi e gli Scorza dal podestà Giberto da Correggio, si rifugiarono a Soragna, che venne assalita e devastata dalle truppe parmensi, costringendoli a riparare a San Secondo da dove avviarono con l'appoggio di Azzo d'Este una serie di scorrerie che colpirono anche Soragna.
Nel 1347 i Lupi ottennero – anche a garanzia contro le aggressioni dei Visconti, che stavano imponendo la loro egemonia nella pianura padana occidentale - il riconoscimento imperiale del feudo di Soragna, che venne sottratto alla dipendenza da Parma, elevato a marchesato e dotato del mero e misto imperio. Nella seconda metà del secolo l’alleanza stretta con i signori di Milano consolidò la posizione della famiglia, che nel 1385 ottenne da Galeazzo Visconti l’autorizzazione a riedificare la rocca, terminata sette anni dopo con il completamento delle mura esterne. Non per questo cessò il contrasto con i Pallavicino, riacceso dal diploma dell’imperatore Venceslao che nel 1395 confermò loro i diritti su entrambi i castelli, quello di Castellina e quello Soragna, che rimase però sotto il controllo dei Lupi nonostante il tentativo di impossessarsene con le armi attuato nel 1427 da Rolando Pallavicino 'il Magnifico'.
I Meli Lupi
Nel 1513 Diofebo Lupi designò come proprio successore, in assenza di eredi diretti, il nipote Giampaolo Meli, di nobile famiglia cremonese. L’assegnazione venne però a contrastare i disegni di Papa Leone X, che aveva allora ottenuto Parma e Piacenza con l’intento di conferirle in vicariato al fratello Giuliano, e che si impadronì anche di Soragna.
I Meli riuscirono a riavere il feudo solo cinque anni dopo, versando 15.000 scudi d’oro, e dovettero poi difendere i loro diritti su Soragna prima con le armi poi in giudizio contro i cugini Aldighieri. Solo il sostegno dei Farnese, duchi di Parma dal 1546, consentì a Giampaolo Meli, divenuto Meli Lupi nel 1530 con diritto di aggiungere l’aquila imperiale al suo stemma, di mantenere il feudo.
La guerra che poco dopo oppose Ottavio Farnese al papato e all’impero vide le difese di Soragna sostenere validamente nel 1551 l’assalto delle truppe nemiche. Il trattato di Gand che concluse poco dopo le ostilità e la pax farnesiana imposta ai poteri feudali locali ridimensionarono però ben presto la funzione militare delle fortificazioni del parmense. Anche la rocca Meli Lupi venne così trasformata in un’elegante residenza nobiliare, affrescata da Cesare Baglione e arricchita da un giardino realizzato sull’interramento del fossato retrostante l’edificio. Nel secolo successivo questo spazio all’aperto fu trasformato in un giardino all’italiana ornato di statue, mentre l’edificio veniva decorato in alcuni ambienti dai Bibbiena e integrato con la cappella barocca e un torrione centrale.
Nel 1709 Giuseppe d’Asburgo elevò il feudo di Soragna a principato del Sacro Romano Impero, con diritto di battere moneta. Risale a questo periodo la realizzazione dei maestosi ambienti dell'appartamento nobile del palazzo, il cui giardino venne ulteriormente ampliato ed arricchito di nuove piante nel 1781.
L’Otto e il Novecento
La soppressione dei feudi di età napoleonica cancellò i diritti giurisdizionali dei Meli Lupi, lasciando però loro la proprietà della rocca. Nel 1833 fu realizzato il grande parco all'inglese con laghetto artificiale, su progetto dell'architetto cremonese Luigi Voghera, mentre ulteriori interventi furono realizzati nell’edificio dall’architetto piacentino Antonio Tomba; nel 1927 furono realizzate le decorazioni tardo liberty del soffitto dello scalone d’onore.
Nel marzo 1945 la rocca fu teatro del cosiddetto ‘eccidio di Soragna’, la fucilazione di cinque partigiani disposta per rappresaglia dal Comando Provinciale della XXVII Brigata Nera, che venne eseguita contro il muro di cinta dell’edificio.
Ancora oggi di proprietà della famiglia, la rocca, che ospita cerimonie ed eventi, è aperta anche alle visite del pubblico.
VISITA
L’edificio a pianta quadrata, con quattro torri angolari e un torrione posto al centro della facciata principale, è circondato su tre lati da un ampio fossato su cui affaccia direttamente la muratura scarpata.
L’ingresso sotto il torrione secentesco è sovrastato da un grande stemma dei Meli Lupi; la volta a botte dell’androne è decorata con un affresco dell'Assunzione della Vergine. Preceduto da un elegante portico con massiccio colonnato, il cortile centrale è dotato di una volta decorata da affreschi quattrocenteschi con tralci e rami di vite e gli stemmi dei casati imparentati con la famiglia.
Le sontuose sale decorate tra Cinque e Settecento sono arredate con preziosi mobili barocchi, di scuola soprattutto veneziana, ma anche parmense e lombarda. Di particolare rilievo sono lo scalone d'Onore, la sala cinquecentesca del Baglione, la sala degli Stucchi con le decorazioni realizzate intorno al 1696 dai fratelli Bibbiena, la lunghissima galleria dei Poeti, la galleria Grande affrescata, anch’essa dai Bibbiena, a grottesca, i maestosi ambienti di inizio Settecento dell'appartamento Nobile.
Il grande parco all’inglese posto sul retro dell’edificio è collegato alla sala del Bocchirale da uno scalone a doppia rampa ornato di statue settecentesche che rappresentano il Nilo, il Gange e le Quattro stagioni. Numerose piante d'alto fusto circondano il laghetto artificiale, al centro del quale si staglia la piccola isola dell'Amore con due grotte artificiali arricchite da finte stalattiti e stalagmiti, mentre i vialetti sono ornati da statue barocche di manifattura veneziana raffiguranti divinità della mitologia classica.
Sul margine orientale del parco, un esemplare plurisecolare di noce d'America di notevoli dimensioni si erge nei pressi del Café Haus neoclassico, aperto verso il giardino con un portico ad alte colonne e timpano triangolare, mentre a settentrione un giardino ricco di rose e statue precede un'elegante serra neoclassica. Il grande spazio verde si allunga fino ad abbracciare il piccolo Fortino merlato alla ghibellina di stile neogotico, che conclude la galleria dei Poeti.
Ambiti territoriali presidiati dal castello:
valle Stirone (Taro)Signori del castello tra medioevo e età moderna:
Pallavicino,Lupi poi Meli Lupi
Stili architettonici e decorativi nel castello:
Rinascimento e Manierismo,Barocco e Rococò,
Storicismo Eclettismo Liberty
Itinerari tematici e storici tra i castelli:
Fascismo Guerra ResistenzaCapacchi G., Castelli parmigiani, Parma, Silva Editore, 1997 (5a ed.)
Pallavicino, in ‘Dizionario dei Parmigiani’, Comune di Parma
Meli-Lupi di Soragna, in Enciclopedia Treccani, Dizionario degli Italiani