Vernasca

Castello Scotti da Vigoleno
Vernasca

Castello di Vigoleno,
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Castello di Vigoleno,
Castello di Vigoleno
piazza IV Novembre, 2
loc. Vigoleno
Vernasca (PC)
tel 0532 895390
Sulle colline orientali del piacentino al confine con il parmense, tra Castell'Arquato e Salsomaggiore, Vigoleno domina il crinale che separa le valli dello Stirone e dell’Ongina.

Un castello strategico al confine con Parma
Una fortificazione venne edificata probabilmente nel X secolo, forse su strutture difensive di epoca romana.
Al 1141 risalgono le prime notizie del castello, feudo dei Pallavicino entrato nell’orbita del comune di Piacenza come avamposto difensivo sulla direttrice per Parma, e presidio degli accessi alle valli del Ceno e del Taro via Bardi e Borgotaro.

Gli Scotti
Nel corso del Duecento Vigoleno divenne il caposaldo dei vasti possedimenti tra val d’Arda, bergamasco e tortonese controllati dagli Scotti, ricchissima famiglia piacentina di mercanti operanti a Genova e in Oriente, attivi nella fazione guelfa cittadina. Divenuto signore di Piacenza nel 1290 dopo aspre lotte con la fazione ghibellina, alla fine del secolo Alberto Scotti giunse a scontrarsi vittoriosamente con Matteo Visconti, estendendo il proprio dominio fino a Milano e Bergamo.
Fortificato da Alberto, all’inizio del Trecento il castello di Vigoleno fu più volte attaccato e distrutto dai ghibellini di Piacenza, che lo ricostruirono tenendolo fino alla seconda metà del secolo. Nel 1373 la fortificazione venne presa e quasi completamente smantellata dai Visconti, che venuti a patti con gli Scotti e con altri signori ribelli stavano allora consolidando la loro egemonia sul Piacentino e sull’Emilia occidentale.
Nel 1385 i signori di Milano ridiedero il castello a Francesco II Scotti, concedendogli quattro anni dopo licenza di ricostruirlo e conferendogli nel 1404 la contea di Vigoleno e Agazzano. Nel 1414 la contea venne confermata dall’imperatore ad Alberto II insieme ai diritti su Castell’Arquato e Fiorenzuola, con la concessione di aggiungere l’appellativo Douglas al cognome in riferimento a una leggendaria ascendenza scozzese del casato. Da Filippo Maria Visconti venne nel 1441 la contea di Carpaneto con Sarmato, Chero, Fontanafredda e Vicomarino. Risale a questa epoca l’impianto a pianta quadrangolare irregolare del borgo murato e del castello. Passato nel 1441 ai fratelli Piccinino, condottieri viscontei, nel 1449 Vigoleno venne restituito agli Scotti dal nuovo duca di Milano, Francesco Sforza.

Gli Scotti di Vigoleno-Agazzano
Con i figli di Alberto il casato di divise nei due rami di Sarmato e di Vigoleno-Agazzano. Sotto il ducato farnesiano quest’ultimo ottenne nel 1622 il marchesato, oltre a riconoscimenti e incarichi di prestigio anche presso Corti straniere.
Esaurita la sua funzione difensiva, il castello di Vigoleno venne trasformato nel Settecento in residenza signorile, divenendo un importante centro della vita letteraria e culturale del ducato.
L’abolizione napoleonica dei feudi lasciò la proprietà del castello agli Scotti, che lo conservarono fino al 1908, quando lo vendettero a privati.

La principessa Gramont
Rimasto per anni in grave stato di abbandono, nel 1921 il castello venne ‘scoperto’ dalla principessa Maria Ruspoli-Gramont nel corso di una delle pittoresche gite a dorso di mulo che portavano a Vigoleno nobili e borghesi frequentatori delle vicine terme di Salsomaggiore.
Acquistato l’edificio, la principessa intraprese un vasto programma di interventi ispirati a criteri di ricostruzione storico-artistica degli ambienti, arredati con preziosi mobili e suppellettili, mentre il teatrino veniva decorato dal pittore russo Alexandre Jacovleff. Fino al 1935 il castello fu nuovamente un vivace centro di cultura, ospitando grandi protagonisti della vita artistica del tempo quali Gabriele D’Annunzio, Riccardo Bacchelli, Arthur Rubinstein, Max Ernst.
Tuttora di proprietà privata, il castello è oggi aperto alle visite; nei primi anni Ottanta del Novecento fu teatro di parte delle riprese del film Lady Hawke di Richard Donner.


VISITA
L’imponente castello in cima al borgo è racchiuso da mura merlate percorse da un panoramico camminamento di ronda da cui si distacca l'alto mastio quadrangolare, punto di osservazione privilegiato sul paesaggio della valle.
Da qui si giunge alla seconda torre del borgo, presso la quale si erge la parte residenziale del complesso. Articolato in più corpi, il castello conserva all’esterno pochi elementi delle strutture più antiche, come le ampie finestre sulla facciata principale.
Gli interni, restaurati negli anni ’20 del Novecento secondo criteri di ricostruzione storico-artistica degli ambienti, conservano in diversi saloni i soffitti in legno a cassettoni e camini adornati di stemmi gentilizi. Una sala è dedicata a un percorso documentale e fotografico sul borgo, il castello e sulla sua architettura.
Il minuscolo teatrino di gusto settecentesco fu decorato su commissione della principessa Ruspoli-Gramont da Alexandre Jacovleff con chinoiserie esotiche e simboliche e una rappresentazione stilizzata del borgo medioevale che rimanda al realismo magico di Gino Severini.
Il borgo, con vicoli selciati ed edifici in pietra, è attraversato in lunghezza da un asse viario che collega il castello alla pieve di san Giorgio (XII sec.), nei pressi delle mura orientali; sulla piazzetta con una fontana cinquecentesca si affaccia il secentesco oratorio della Madonna delle Grazie, con lo stemma Scotti sul timpano, presso il quale esisteva un antico ospitale dedicato a San Rocco.
Il complesso è parte del Parco Regionale Fluviale dello Stirone.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Stirone (Taro)
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Pallavicino,
Scotti,
Gramont
Storie e Percorsi

Itinerari tematici e storici tra i castelli:

Salsomaggiore: belle époque e dintorni,
Le rocche al cinema
Bibliografia
piazza IV Novembre, 2
loc. Vigoleno
Vernasca (PC)
tel 0532 895390
Sulle colline orientali del piacentino al confine con il parmense, tra Castell'Arquato e Salsomaggiore, Vigoleno domina il crinale che separa le valli dello Stirone e dell’Ongina.

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Un castello strategico al confine con Parma
Una fortificazione venne edificata probabilmente nel X secolo, forse su strutture difensive di epoca romana.
Al 1141 risalgono le prime notizie del castello, feudo dei Pallavicino entrato nell’orbita del comune di Piacenza come avamposto difensivo sulla direttrice per Parma, e presidio degli accessi alle valli del Ceno e del Taro via Bardi e Borgotaro.

Gli Scotti
Nel corso del Duecento Vigoleno divenne il caposaldo dei vasti possedimenti tra val d’Arda, bergamasco e tortonese controllati dagli Scotti, ricchissima famiglia piacentina di mercanti operanti a Genova e in Oriente, attivi nella fazione guelfa cittadina. Divenuto signore di Piacenza nel 1290 dopo aspre lotte con la fazione ghibellina, alla fine del secolo Alberto Scotti giunse a scontrarsi vittoriosamente con Matteo Visconti, estendendo il proprio dominio fino a Milano e Bergamo.
Fortificato da Alberto, all’inizio del Trecento il castello di Vigoleno fu più volte attaccato e distrutto dai ghibellini di Piacenza, che lo ricostruirono tenendolo fino alla seconda metà del secolo. Nel 1373 la fortificazione venne presa e quasi completamente smantellata dai Visconti, che venuti a patti con gli Scotti e con altri signori ribelli stavano allora consolidando la loro egemonia sul Piacentino e sull’Emilia occidentale.
Nel 1385 i signori di Milano ridiedero il castello a Francesco II Scotti, concedendogli quattro anni dopo licenza di ricostruirlo e conferendogli nel 1404 la contea di Vigoleno e Agazzano. Nel 1414 la contea venne confermata dall’imperatore ad Alberto II insieme ai diritti su Castell’Arquato e Fiorenzuola, con la concessione di aggiungere l’appellativo Douglas al cognome in riferimento a una leggendaria ascendenza scozzese del casato. Da Filippo Maria Visconti venne nel 1441 la contea di Carpaneto con Sarmato, Chero, Fontanafredda e Vicomarino. Risale a questa epoca l’impianto a pianta quadrangolare irregolare del borgo murato e del castello. Passato nel 1441 ai fratelli Piccinino, condottieri viscontei, nel 1449 Vigoleno venne restituito agli Scotti dal nuovo duca di Milano, Francesco Sforza.

Gli Scotti di Vigoleno-Agazzano
Con i figli di Alberto il casato di divise nei due rami di Sarmato e di Vigoleno-Agazzano. Sotto il ducato farnesiano quest’ultimo ottenne nel 1622 il marchesato, oltre a riconoscimenti e incarichi di prestigio anche presso Corti straniere.
Esaurita la sua funzione difensiva, il castello di Vigoleno venne trasformato nel Settecento in residenza signorile, divenendo un importante centro della vita letteraria e culturale del ducato.
L’abolizione napoleonica dei feudi lasciò la proprietà del castello agli Scotti, che lo conservarono fino al 1908, quando lo vendettero a privati.

La principessa Gramont
Rimasto per anni in grave stato di abbandono, nel 1921 il castello venne ‘scoperto’ dalla principessa Maria Ruspoli-Gramont nel corso di una delle pittoresche gite a dorso di mulo che portavano a Vigoleno nobili e borghesi frequentatori delle vicine terme di Salsomaggiore.
Acquistato l’edificio, la principessa intraprese un vasto programma di interventi ispirati a criteri di ricostruzione storico-artistica degli ambienti, arredati con preziosi mobili e suppellettili, mentre il teatrino veniva decorato dal pittore russo Alexandre Jacovleff. Fino al 1935 il castello fu nuovamente un vivace centro di cultura, ospitando grandi protagonisti della vita artistica del tempo quali Gabriele D’Annunzio, Riccardo Bacchelli, Arthur Rubinstein, Max Ernst.
Tuttora di proprietà privata, il castello è oggi aperto alle visite; nei primi anni Ottanta del Novecento fu teatro di parte delle riprese del film Lady Hawke di Richard Donner.


VISITA
L’imponente castello in cima al borgo è racchiuso da mura merlate percorse da un panoramico camminamento di ronda da cui si distacca l'alto mastio quadrangolare, punto di osservazione privilegiato sul paesaggio della valle.
Da qui si giunge alla seconda torre del borgo, presso la quale si erge la parte residenziale del complesso. Articolato in più corpi, il castello conserva all’esterno pochi elementi delle strutture più antiche, come le ampie finestre sulla facciata principale.
Gli interni, restaurati negli anni ’20 del Novecento secondo criteri di ricostruzione storico-artistica degli ambienti, conservano in diversi saloni i soffitti in legno a cassettoni e camini adornati di stemmi gentilizi. Una sala è dedicata a un percorso documentale e fotografico sul borgo, il castello e sulla sua architettura.
Il minuscolo teatrino di gusto settecentesco fu decorato su commissione della principessa Ruspoli-Gramont da Alexandre Jacovleff con chinoiserie esotiche e simboliche e una rappresentazione stilizzata del borgo medioevale che rimanda al realismo magico di Gino Severini.
Il borgo, con vicoli selciati ed edifici in pietra, è attraversato in lunghezza da un asse viario che collega il castello alla pieve di san Giorgio (XII sec.), nei pressi delle mura orientali; sulla piazzetta con una fontana cinquecentesca si affaccia il secentesco oratorio della Madonna delle Grazie, con lo stemma Scotti sul timpano, presso il quale esisteva un antico ospitale dedicato a San Rocco.
Il complesso è parte del Parco Regionale Fluviale dello Stirone.


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