Borgonovo Val Tidone

Castello di Castelnovo
Borgonovo Val Tidone

via al Castello, 202
loc. Castelnovo
Borgonovo Val Tidone (PC)
tel 347 3607584
Nell'estremo lembo occidentale del Piacentino, al confine con i territori di Pavia e Voghera, Castelnovo è situato nella media val Tidone, tra Borgonovo e Pianello.

Dal vecchio al castello ‘nuovo’
Una struttura difensiva, ubicata poco più a sud e già esistente all’inizio del secolo XII, aveva a lungo controllato la valle, importante via di collegamento tra bassa Lombardia, Liguria e Toscana lungo la strada che portava a Bobbio - utilizzata anche come collegamento tra Francigena e via degli Abati - e che qui incrociava anche un tratto dell'antica via Postumia.
Importante al punto da ospitare nel 1155 l'Imperatore Federico Barbarossa, il fortilizio venne ridotto a un ruolo di secondo piano a seguito della fondazione nel 1196 del vicino castello di Borgonuovo da parte dei Piacentini, in posizione più efficace per la difesa del loro territorio occidentale dalle incursioni pavesi.
Indebolita, nel corso del Duecento l’antica fortificazione venne più volte attaccata e distrutta: nel 1215 dalle milizie pavesi, che superato il Po ad Arena non erano riuscite a espugnare Borgonuovo; e nel 1242, con Vicomarino, Corano e Fabiano, dalle truppe che re Enzo, figlio di Federico II, aveva scatenato nella valle con il sostegno di Pavia e Tortona. Nella seconda metà del secolo un ‘nuovo’ castello venne così edificato nelle vicinanze del primo ma su un colle più a monte, dominante l’accesso all’alta valle.

Dai Visconti agli Arcelli
Con l’imposizione dell’egemonia viscontea sul Piacentino anche Castelnovo venne coinvolto nelle dispute tra i signori di Milano e i loro nemici, venendo anche conquistato per qualche tempo nel 1372, con molti altri dell’area, dalle milizie papali.
Nel 1412 Castelnovo venne annesso alla vasta contea della Valtidone, con centro a Borgonuovo e Castel San Giovanni, creata dal duca di Milano per il suo alleato Filippo Arcelli, membro di un potente casato guelfo piacentino che da oltre un secolo dominava la valle. Con la caduta in disgrazia del conte Castelnuovo venne assegnato nel 1438, con altri presidi, al condottiero Niccolò Piccinino e ai suoi eredi, tornando poi al ducato milanese.

Il palazzo dei Dal Pozzo e dei Marazzani
Alla fine del Quattrocento il castello venne acquisito dalla famiglia Dal Pozzo, che avviò i primi interventi volti a trasformare la struttura militare in un palazzo signorile. Nel 1576 il duca Ottavio Farnese infeudò Castelnovo con il titolo comitale al fedelissimo Emilio Dal Pozzo, che tre anni prima aveva ottenuto di aggiungere al proprio il cognome Farnese in riconoscimento delle benemerenze acquisite dal padre Barnaba al tempo dell’assassinio del duca Pier Luigi.
Rilevato pro quota dai Dal Pozzo - come il castello di Montanaro in val Nure - dai Marazzani di Paderna, il castello venne ristrutturato a partire dal 1683, completando la sua trasformazione in residenza signorile.
Alla fine del Settecento vi fu ospite Maria Amalia d’Asburgo Lorena, e nei primi anni Trenta dell’Ottocento la duchessa Maria Luigia, il cui soggiorno fu occasione per la sistemazione del viale alberato d’accesso al complesso e del grande parco circostante.

L’Otto e il Novecento
A metà Ottocento i Marazzani - ora Marazzani Visconti Terzi – acquistarono dai Dal Pozzo la proprietà dell’intero edificio, che passò in seguito alla vedova del generale Luigi Taffini d’Acceglio e poi alla figlia, moglie del conte Camillo Nasalli Rocca.
Nel 1932 il castello venne acquistato dal principe genovese Gerolamo De Ferrari, che quattro anni dopo promosse importanti restauri di impronta storicistica sotto la direzione del genovese Giuseppe Crosa di Vergano – autore della fontana monumentale della piazza De Ferrari nel capoluogo ligure - e dal piacentino Carlo Astorri.
Ancora oggi di proprietà privata, il castello è adibito a sede di meeting e cerimonie.

VISITA
Posto sulla sommità della collina e circondato da un grande parco, il castello ha forma trapezioidale con tre torri circolari agli angoli.
Le cortine murarie in mattoni e le torri - dove gli interventi novecenteschi hanno accentuato i richiami all'architettura militare lombarda quattrocentesca - sono notevolmente rialzate rispetto al piano del fossato colmato.
L'ingresso sul lato maggiore volto a nord-ovest, preceduto da un vasto spazio a prato chiuso da ampie cancellate, è accessibile da un ponte un tempo levatoio protetto da una bassa torre merlata di impianto sforzesco.
Frutto probabilmente degli interventi di epoca tardo rinascimentale, l’ala nord presenta un elegante cortile interno loggiato che ospita un pozzo cinquecentesco ottagonale in travertino con lo stemma dei Dal Pozzo. Dal cortile una doppia scala conduce agli appartamenti del piano nobile o all’antico oratorio che conserva un affresco con Madonna, San Rocco e San Sebastiano, tradizionale oggetto della venerazione popolare.
Sul fronte sud-est una terrazza è collegata da una lunga scalinata al parco e al borgo sottostante. Ricco di alberi secolari e arbusti spontanei e punteggiato da vialetti e boschetti di bosso, il parco venne sistemato nella prima metà dell’Ottocento con l’aggiunta di elementi paesaggistici ed architettonici.
Alberi ad alto fusto occupano l’area a sud, dove la pendenza del terreno è più forte. Alle spalle del castello sono i resti di una splendida serra in ferro e vetro, dalla quale era possibile accedere al castello tramite una scalinata, e i segni di un antico belvedere delimitato da un’esedra di bosso, da cui si apre la vista sulla vallata. Al centro del laghetto di forma irregolare è un isolotto accessibile da un ponticello di legno, ornato da una statua e da giri di bosso.
Un imponente viale di robinie lungo circa un chilometro che sale dalla pianura è l’antica strada di accesso al castello che venne alberata nella prima metà dell’Ottocento in occasione della visita della duchessa Maria Luigia.


Valli e Strade storiche

Ambiti territoriali presidiati dal castello:

valle Tidone,
via Postumia,
via Romea Francigena | degli Abati
Casati e istituzioni

Signori del castello tra medioevo e età moderna:

Abbazia di San Colombano,
Arcelli,
Dal Pozzo,
Marazzani Visconti Terzi,
De Ferrari
Arte e Architettura

Stili architettonici e decorativi nel castello:

Rinascimento e Manierismo,
Storicismo Eclettismo Liberty
Bibliografia
via al Castello, 202
loc. Castelnovo
Borgonovo Val Tidone (PC)
tel 347 3607584
Nell'estremo lembo occidentale del Piacentino, al confine con i territori di Pavia e Voghera, Castelnovo è situato nella media val Tidone, tra Borgonovo e Pianello.

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Dal vecchio al castello ‘nuovo’
Una struttura difensiva, ubicata poco più a sud e già esistente all’inizio del secolo XII, aveva a lungo controllato la valle, importante via di collegamento tra bassa Lombardia, Liguria e Toscana lungo la strada che portava a Bobbio - utilizzata anche come collegamento tra Francigena e via degli Abati - e che qui incrociava anche un tratto dell'antica via Postumia.
Importante al punto da ospitare nel 1155 l'Imperatore Federico Barbarossa, il fortilizio venne ridotto a un ruolo di secondo piano a seguito della fondazione nel 1196 del vicino castello di Borgonuovo da parte dei Piacentini, in posizione più efficace per la difesa del loro territorio occidentale dalle incursioni pavesi.
Indebolita, nel corso del Duecento l’antica fortificazione venne più volte attaccata e distrutta: nel 1215 dalle milizie pavesi, che superato il Po ad Arena non erano riuscite a espugnare Borgonuovo; e nel 1242, con Vicomarino, Corano e Fabiano, dalle truppe che re Enzo, figlio di Federico II, aveva scatenato nella valle con il sostegno di Pavia e Tortona. Nella seconda metà del secolo un ‘nuovo’ castello venne così edificato nelle vicinanze del primo ma su un colle più a monte, dominante l’accesso all’alta valle.

Dai Visconti agli Arcelli
Con l’imposizione dell’egemonia viscontea sul Piacentino anche Castelnovo venne coinvolto nelle dispute tra i signori di Milano e i loro nemici, venendo anche conquistato per qualche tempo nel 1372, con molti altri dell’area, dalle milizie papali.
Nel 1412 Castelnovo venne annesso alla vasta contea della Valtidone, con centro a Borgonuovo e Castel San Giovanni, creata dal duca di Milano per il suo alleato Filippo Arcelli, membro di un potente casato guelfo piacentino che da oltre un secolo dominava la valle. Con la caduta in disgrazia del conte Castelnuovo venne assegnato nel 1438, con altri presidi, al condottiero Niccolò Piccinino e ai suoi eredi, tornando poi al ducato milanese.

Il palazzo dei Dal Pozzo e dei Marazzani
Alla fine del Quattrocento il castello venne acquisito dalla famiglia Dal Pozzo, che avviò i primi interventi volti a trasformare la struttura militare in un palazzo signorile. Nel 1576 il duca Ottavio Farnese infeudò Castelnovo con il titolo comitale al fedelissimo Emilio Dal Pozzo, che tre anni prima aveva ottenuto di aggiungere al proprio il cognome Farnese in riconoscimento delle benemerenze acquisite dal padre Barnaba al tempo dell’assassinio del duca Pier Luigi.
Rilevato pro quota dai Dal Pozzo - come il castello di Montanaro in val Nure - dai Marazzani di Paderna, il castello venne ristrutturato a partire dal 1683, completando la sua trasformazione in residenza signorile.
Alla fine del Settecento vi fu ospite Maria Amalia d’Asburgo Lorena, e nei primi anni Trenta dell’Ottocento la duchessa Maria Luigia, il cui soggiorno fu occasione per la sistemazione del viale alberato d’accesso al complesso e del grande parco circostante.

L’Otto e il Novecento
A metà Ottocento i Marazzani - ora Marazzani Visconti Terzi – acquistarono dai Dal Pozzo la proprietà dell’intero edificio, che passò in seguito alla vedova del generale Luigi Taffini d’Acceglio e poi alla figlia, moglie del conte Camillo Nasalli Rocca.
Nel 1932 il castello venne acquistato dal principe genovese Gerolamo De Ferrari, che quattro anni dopo promosse importanti restauri di impronta storicistica sotto la direzione del genovese Giuseppe Crosa di Vergano – autore della fontana monumentale della piazza De Ferrari nel capoluogo ligure - e dal piacentino Carlo Astorri.
Ancora oggi di proprietà privata, il castello è adibito a sede di meeting e cerimonie.

VISITA
Posto sulla sommità della collina e circondato da un grande parco, il castello ha forma trapezioidale con tre torri circolari agli angoli.
Le cortine murarie in mattoni e le torri - dove gli interventi novecenteschi hanno accentuato i richiami all'architettura militare lombarda quattrocentesca - sono notevolmente rialzate rispetto al piano del fossato colmato.
L'ingresso sul lato maggiore volto a nord-ovest, preceduto da un vasto spazio a prato chiuso da ampie cancellate, è accessibile da un ponte un tempo levatoio protetto da una bassa torre merlata di impianto sforzesco.
Frutto probabilmente degli interventi di epoca tardo rinascimentale, l’ala nord presenta un elegante cortile interno loggiato che ospita un pozzo cinquecentesco ottagonale in travertino con lo stemma dei Dal Pozzo. Dal cortile una doppia scala conduce agli appartamenti del piano nobile o all’antico oratorio che conserva un affresco con Madonna, San Rocco e San Sebastiano, tradizionale oggetto della venerazione popolare.
Sul fronte sud-est una terrazza è collegata da una lunga scalinata al parco e al borgo sottostante. Ricco di alberi secolari e arbusti spontanei e punteggiato da vialetti e boschetti di bosso, il parco venne sistemato nella prima metà dell’Ottocento con l’aggiunta di elementi paesaggistici ed architettonici.
Alberi ad alto fusto occupano l’area a sud, dove la pendenza del terreno è più forte. Alle spalle del castello sono i resti di una splendida serra in ferro e vetro, dalla quale era possibile accedere al castello tramite una scalinata, e i segni di un antico belvedere delimitato da un’esedra di bosso, da cui si apre la vista sulla vallata. Al centro del laghetto di forma irregolare è un isolotto accessibile da un ponticello di legno, ornato da una statua e da giri di bosso.
Un imponente viale di robinie lungo circa un chilometro che sale dalla pianura è l’antica strada di accesso al castello che venne alberata nella prima metà dell’Ottocento in occasione della visita della duchessa Maria Luigia.


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