La seconda funzione e' di strumento di comunicazione interno ed esterno ad uso dell'azienda: esterna come biglietto da visita per il pubblico, interna perche'nel cuore del casco museografico degli architetti Eugenio Martera e Patrizia Pietrogrande si tengono le riunioni aziendali.
La terza e' quella di essere strumento vivo per tutto il materiale raccolto in questi anni, organizzato dal responsabile del museo Livio Lodi.
Il percorso del museo e' diviso in otto settori che documentano la storia della Ducati. Il primo inizia con il Cucciolo, primo motore di produzione Ducati del 1946, testimonianza dell'azienda che si apre al mondo motociclistico dopo la ventennale esperienza nella produzione elettromeccanica. Il Cucciolo è stato progettato Aldo Farinelli che sviluppò un prototipo di motore ausiliario da montare su una bicicletta: il Cucciolo.La Ducati in quegli anni era nota per gli apparecchi elettromeccanici, ottici, macchine calcolatrici, rasoi e, solo in second'ordine, per le motociclette. Negli anni '50 la Ducati entrò nel segmento degli scooter con un progetto innovativo: il Cruiser. Era la risposta di Ducati all'invasione degli scooter nel mercato delle motociclette.Il motore era di Giovanni Fiorio e la carrozzeria di Ghia. Con l'arrivo alla Ducati del geniale progettista romagnolo, l'ing. Fabio Taglioni, nel 1954 inizia l'utilizzo del sistema di distribuzione desmodromica.Nel 1974 Giorgetto Giugiaro disegna la moto Ducati GT 860. La Pantah 500 fu progettata da un'équipe incomparabile di mostri sacri composta da Taglioni, Mengoli, Bocchi e Martini, ed è stata, sotto tutti i punti di vista, una delle moto di maggior successo e più vicina alla perfezione in tutta la storia della produzione Ducati. Il suo nome deriva dalla contrazione di "pantera": doveva evocare agilità, prontezza, ma soprattutto fu scelto per quella sorta di gusto per l'esotico che imperversava nel nostro paese alla fine degli anni '70.
Dopo anni di vicende avverse, nel 1985 l'azienda passo' nelle mani dei fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni (Cagiva e Moto Morini) e gli ingegneri Ducati (oltre a Taglioni, Massimo Bordi e Gianluigi Mengoli) poterono realizzare molti progetti. Nel 1986 Massimo Tamburini crea la linea della Paso 750, moto dall'estetica e dalla ciclistica assai avanzate. Il nome Paso venne dato in onore del pilota italiano Renzo Pasolini, morto in un tragico incidente avvenuto durante il Gran Premio di Monza del 1973.
Nel 1992 viene presentata Monster, un capolavoro di minimalismo visivo ove è stato abbandonato tutto il superfluo: "Tutto quello di cui si ha bisogno sono: sella, serbatoio, motore, due ruote e manubrio" spiega Miguel Galluzzi, designer del Monster.
Nel 1999 si apre la nuova era della Ducati Motor Holding, composta da Texas Pacific Group, Deutsche Morgan Grenfell Development Capital Italy e altri partners. Questo periodo e' segnato dall'innovazione di Ducati Design. Si tratta di un team di progettisti, designers, tecnici e modellisti che progettano nuove moto e nuovi accessori. A capo del team vi e' il sudafricano Pierre Terblanche, autore di Supermono, 9OOSS, Multistrada e la 999. "Un centro stile interno e'importante per poter realizzare in tempi brevi e con l'ausilio di tecnologia molto avanzata nuovi prodotti. Questo grazie anche al rapporto tra questa 'branca' e altri reparti (sviluppo prodotto, community marketing, commerciale). Non va dimenticato che con Ducati Design lavorano anche i fornitori esterni in modo da essere quindi pronti a fornire fin da subito parti per i nuovi modelli, cooperando in tempo reale. Ducati Design e'il classico esempio di struttura moderna nella quale si fondono creativita' e razionalita', due ingredienti fondamentali per il successo di una nuova moto. Il primo lavoro di questo team e' stato presentato al Salone di Monaco 1998: la dream bike MH900e, una moto che fonde il classico ed essenziale design della moto classica all'italiana con uno sguardo alla moto del futuro, come confermano l'impianto frenante di derivazione aeronautica e il sistema di retrovisori video (poi abbandonati in fase di industrializzazione)" (Ducati, 2004, p.55).
La Supermono è una monocilindrica frutto del genio del progettista Pierre Terblanche unito alla visione di Massimo Bordi, tradotti in tecnica allo stato puro da Claudio Domenicali. Nel 2001 Ducati scatenò un grande clamore annunciando l'inizio del progetto che l'avrebbe portata, nel 2003, a debuttare nel campionato MotoGP: la Desmosedici nata grazie all'ingegno di Filippo Preziosi.
Tra i prototipi di moto mai realizzati vi sono le bicilindriche parallele, ristilizzate in senso sportivo da Leopoldo Tartarini e ribattezzate Desmo Sport.
Nel 2014 la motocicletta Ducati 1199 Panigale S. progettata da Gianandrea Fabbro ha vinto il premio Compasso d'oro ADI.
DESIGN MUSEOGRAFICO: Realizzato da Eugenio Matera e Patrizia Pietrogrande, Studio Associato nel 1998.
Allestimento esposizione permanente del patrimonio dell'azienda bolognese che racconta la storia dell’evoluzione tecnologica e del design della produzione motociclistica: realizzazione del percorso espositivo lungo una pista illuminata che scorre intorno a una struttura chiusa per riunioni ed eventi a forma di casco e modulazione di volumi esterni ad esso per esposizione di altri materiali e documenti. (S. Ferrari, IBC, 2016)
Giovanni Fiorio
Carrozzeria Ghia
Giorgetto Giugiaro
Gianluigi Mengoli, Renzo Neri
Massimo Bordi
Massimo Tamburini
Miguel Galluzzi
Pierre Terblanche
Leopoldo Tartarini
Fabio Taglioni
Gianandrea Fabbro