AnnoII sec. d.C.
EpocaAlto Imperiale
NoteCIL XI, 127 trovata a Ravenna. Perduta.
TraduzioneAll’amata consorte amata Aconia Salutare, figlia di Quinto, Lucio Fanio pose da vivo; egli al collegio dei fabbri del municipio ravennate da vivo diede settantamila sesterzi, dalla rendita dei quali ogni anno dai decurioni del collegio dei fabbri della città di Ravenna nel tempio di Nettuno, che lui stesso ha innalzato, nel giorno dei Neptunalia (23 luglio) sono da suddividere tra i presenti donativi di due denari; inoltre nel giorno consacrato ad Eleusi al dio Bacco (25 dicembre), a cui lui stesso ha aderito, e agli dei Cerere, Talasio (Romolo) e Quirino (…); e ai ventotto decurioni sono da dare centocinquanta denari per ciascuno ogni anno, al dio Libero con miele e tirsi sono da fare piacevoli libagioni; quindi come sono soliti adornino il mausoleo dei figli Fanii, Fanio e Italico, nel quale è posta Aconia Salutare sua moglie, con rose per trentacinque denari, e offrano sacrifici e col resto banchettino sacralmente in quel luogo; per la qual liberalità il collegio dei fabbri della municipalità ravennate tra i benemeriti decretò, attraverso i sovrintendenti, di depositare ogni anno rose e di celebrare un sacrificio ai suddetti Fanii e ad Aconia moglie incomparabile.
NoteEra un sarcofago voluto da un eminente decurione ravennate: per le somiglianze con l'iscrizione di Flavia Salutare (CIL XI, 126), il testo sembra però interpolato in età umanistica per completarlo nelle parti mancanti, tanto che alcune indicazioni sembrano in contraddizione tra loro.
NomeAssorati G.