Museo Civico di Modena Montefiorino (MO)
Centrale elettrica

L’impianto idroelettrico di Farneta, iniziato alla fine del 1924 e portato a termine nel 1928, sotto la direzione della Società Consorzi Emiliani di Bonifica di Parma, utilizzava le acque dei torrenti Dolo e Dragone, affluenti del fiume Secchia. La centrale era stata realizzata con l’intento di fornire energia, attraverso le reti della Società Emiliana di Esercizi Elettrici, agli impianti di idrovore dei Consorzi di Bonifica delle province di Reggio, Modena, Bologna, Ferrara e Mantova ed effettuare scambi di energia tra reti di diversa frequenza. In un primo tempo, le acque intercettate dal torrente Dragone, venivano portate alla diga di Fontanaluccia attraverso una galleria a tracciato rettilineo ricavata nella dorsale montana che separa la valle del Dragone da quella del Dolo. Le acque del Dragone, mediante uno scarico di fondo della galleria, venivano convogliate in un torrente che confluiva nel serbatoio di Fontanaluccia, dove venivano utilizzate, insieme a quelle del Dolo, nella centrale di Farneta. Nel 1939 fu terminata la diga Braglie ed entrò in servizio l’impianto di Muschioso. Il percorso ferrato realizzato per la costruzione della diga e lo scavo della galleria che da Fontanaluccia portava l’acqua del Dolo fino a Farneta, è diventato una strada comunale. Il macchinario di Farneta, costituito da quattro gruppi ad asse orizzontale, è rimasto in servizio fino al 1989, anno in cui è stato sostituito da un nuovo gruppo ad asse verticale. Recentemente è stato recuperato a scopo didattico uno dei quattro gruppi turbina alternatore, con la sala quadri di comando e controllo della vecchia centrale e varie attrezzature occorrenti alla manutenzione del macchinario, ora conservate in un’area della centrale adibita a museo.