CODICI
Tipo schedaFON
FONTE
FONTE
AutoreVenanzio Fortunato
Titolo operaVita sancti Martini
Anno575 ca. d.C.
Periodoetà dei regni barbarici
EpocaAlto Medioevo
Noteed.: F. Leo (ed.), Venanti Honori Clementiani Fortunati presbyteri Italici opera poetica, Berlin 1881, pp. 293-370 (rist. anast. Berlin 1961; trad.: G. Palermo (a cura di), Vita di san Martino di Tours, Roma 1985, trad. del curatore).
PASSO
LocalizzazioneI, vv.123-133
Testo originaleEt quia summus apex fidei virtutis honoris / Hilarius famae radios iaculabat in orbem / rite sacerdoti penetralia iura gubernans, / bucina terribilis, tuba legis, praeco Tonantis, / pulchrior electro, ter cocto ardentior auro, / largior Eridano, Rhodano torrentior amplo, / uberior Nilo, generoso sparsior Histro, / cordis inundantis docilis ructare fluenta, / fontibus ingenii sitientia pectora rorans, / mens evangelici bis bini plena libelli, / quattuor ore suo manans nova flumina mundo.
TraduzioneE poiché Ilario, sommo grado della fede, della virtù, dell'onore, spandeva nel mondo i raggi della fama, guidando nella forma prescritta ad un vescovo le coscienze e i costumi: voce terribile, interprete della Scrittura, araldo del Tonante, più splendido dell'ambra, più scintillante dell'oro fuso tre volte, più copioso dell'Eridano, più impetuoso dell'ampio Rodano, più fertile del Nilo, più aperto del generoso Danubio, emetteva le acque dal cuore traboccante, ricco d'insegnamenti, irrorando i petti assetati con le fonti dell'intelletto, la mente piena dei quattro libri del Vangelo, effondendo nel mondo con la sua parola i quattro nuovi fiumi.
Note350/360 ca. d.C.
PASSO
LocalizzazioneII, vv.58-97
Testo originalePraetereunda mihi neque sunt haec maxima rerum. / Maximus Augustus, nece regis maximus armis / imperium indeptus, civili clade superbus, / dum regit insolitas frenorum infrenus habenas, / pontificum cui tunc adulatio laxa favebat / principis et nutu cleri tum circulus ibat, / Martino veniente tamen rex ipse precatus, / ut sanctum ad mensam habeat: qui saepe repulsus / tandem promeruit fieri conviva beati. / Imperio plaudente simul sedet, urbe favente, / convivam caeli quod terrena excipit aula. / Conveniunt proceres, praefectus consul honores / certatim adsciti, regalia festa colentes, / principe postposito miraturi acta sacrati. / Augusti obsequiis fremit undique concitus orbis, / divitias pariter producens deliciasque / quas habet Indus Arabs Geta Thrax Persa Afer Hiberus, / quod fert meridies arctos occasus et ortus, / quod Boreas Aquilo Libs Circius Auster et Eurus, / quod Geon et Phison, Tigris Eufratesque redundant, / Rhenus Atax Rhodanus Tibris Padus Hister Orontes, / quod mare terra polus pisce alite fruge ministrat. / Emblema gemma lapis toreumata tura, Falerna / Gazaque, Creta Samus Cypros Colofona Seraptis, / lucida perspicuis certantia vina lapillis, / vix discernendis crystallina pocula potis. / Inde calix niveus variat per vina colores, / hinc mentita bibunt patera fucante Falerna. / Hic abacum picto bombycina flore decorant / arte laborata et vel qualia pensat Aragne; / serica purpureis sternuntur vellera villis; / inlita blatta toris aurumque intermicat ostro / totaque permixtis radiant velamina gemmis. / Inde pari pariter rutilant aetate ministri: / in cunctis varius habitus, nitor omnibus unus. / quod valet ore loqui, potuit sub principe ferri. / Ordine Caesareo Martino haec pompa paratur, / qui modicis contentus erat, satiandus in uno. / Accubat interea princeps, simul ordo senatus, / presbyter inde toro veneranda adclinat in ulna.
TraduzioneNé io devo far passare inosservati questi fra i più grandi fatti. Massimo l'Augusto, massimo per l'uccisione del re, conquistato l'Impero con la forza delle armi, arrogante per la strage civile, sfrenato regge ancora le insolite briglie dei freni. La facile adulazione dei vescovi per il principe gli era allora favorevole, ed il clero ad un suo cenno l'assecondava. Venendo Martino, proprio lo stesso re pregava per avere il santo alla sua mensa: egli che era stato spesso respinto, ottenne finalmente di essere commensale del beato. Con gli applausi dell'autorità, ma nello stesso tempo col favore della città, egli siede assieme al commensale del cielo, che una dimora terrena accoglie. Si radunano i nobili, il prefetto, il console, le cariche pubbliche che frequentavano le feste reali e che facevano a gara per esservi ammessi per ammirare le azioni dell'uomo consacrato, trascurando il principe. Il mondo stimolato da ogni parte risponde ai desideri dell'Augusto, portando nello stesso tempo le ricchezze e le raffinatezze che ha l'Indiano, l'Arabo, il Geta, il Trace, il Persiano, l'Africano, lo Spagnolo; ciò che produce il mezzogiorno, il nord, il levante, il ponente; quello che Borea, Aquilone, Libeccio, Tramontana, l'Austro e l'Euro portano; quello di cui i fiumi Geon e Fison, il Tigri e l'Eufrate sono pieni, il Reno, l'Aude, il Rodano, il Po, il Danubio, l'Oronte; ciò che fornisce il mare, la terra e il cielo di pesci, di frutta e di uccelli. L'intarsio, la gemma, la pietra preziosa, il cesello, gli incensi; i vini di Falerno, di Gaza, di Creta, di Samo, di Cipro, di Colofone, di Seraptide, limpidi vini gareggianti con le gemme trasparenti; coppe di cristallo in grado di esser distinte a stento dalle bevande. Da ciò un calice niveo muta di colore a causa dei vini; quindi bevono vini imitanti il Falerno a causa della coppa colorata. Qui decorano la tavola con splendida seta ricamata, lavorata con arte e così come la tesse con cura Aracne, e stendono seriche tovaglie con fili purpurei; sui divani c'è stesa la porpora e l'oro risplende fra i tessuti di porpora e tutti i rivestimenti splendono per le gemme mescolatevi. Poi i funzionari di pari grado risplendono insieme, in tutti un abito diverso, per tutti una sola eleganza. Ciò che può esser chiesto con la parola, poté esser portato alla presenza del principe. Per ordine del Cesare tutta questa pompa fu preparata per Martino, il quale si sarebbe accontentato di poco, appagandosi di un solo convitato. Frattanto il principe prende posto, nello stesso tempo anche l'ordine senatorio; poi il presbitero di Martino si appoggia al letto conviviale sul venerando gomito.
Note385 d.C., la scena si svolge a Treviri.
PASSO
LocalizzazioneIV, vv.677-712
Testo originaleHinc tibi Brinta fluens iter est, Retenone secundo; / ingrediens Atesim, Padus excipit inde phaselo, / mobilis unde tibi rapitur ratis amne citato. / Inde Ravennatem placitam pete dulcius urbem: / pulpita sanctorum per religiosa recurrens / martyris egregii tumulum Vitalis adora, / mitis et Vrsicini, parili sub sorte beati. / Rursus Apollinaris pretiosi limina lambe / fusus humi supplex, et templa per omnia curre; / expete Martini loculum, quo iure sacelli / iam desperatum lumen mihi reddidit auctor: / munera qui tribuit, saltim, rogo, verba repende. / Est ubi basilicae culmen Pauli atque Iohannis, / hic paries retinet sancti sub imagine formam: / amplectenda ipso dulci pictura colore. / Sub pedibus iusti paries habet arte fenestram; / lychnus adest, cuius vitrea natat ignis in urna. / Huc ego dum propero, valido torquente dolore, / diffugiente gemens oculorum luce fenestris, / quo procul ut tetigi benedicto lumen olivo, / igneus ille vapor marcenti fronte recessit / et praesens medicus blando fugat unguine morbos. / Non oblita mihi mea lumina munere sancti, / nam redit ante oculos oculorum cura fidelis, / et memor illud ero dum luce et corpore consto. / Promptius affectu, precor, inde require sodales; / si sociis loqueris, veniam pietate mereris, / porrigo materiam quibus hanc ego, ut ore rotundo / Martini gestis florentia carmina pangant / et claro ingenio texant spargenda per ortum: / vir radians meritis licet ille nec indiget istis, / gratia cuius ovans ac fama iter occupat orbis, / arva capax, pelagus intrans, super astra coruscans, / distribuens miras populis pro stipe medellas, / qui domino famulando suo capit omnia dona, / et quo Christus habet nomen, Martinus honorem.
TraduzioneDi qui tu dovrai andare per la fluente Brenta, che viene dopo il Bacchiglione; entrerai nell'Adige con una barchetta, dopo t'imbarcherai nel Po, dove una celere barca correrà per te rapidamente sul fiume che scorre con corso veloce. Indi, dirigiti con molto piacere verso la cara città di Ravenna: andando in giro per le venerabili cattedre dei santi, venera la tomba del nobile martire Vitale, e del mite Ursicino, beati sotto uguale sorte. Bacia ancora le soglie del caro Apollinare, disteso a terra supplice, e corri per tutti i templi; va' alla cappella di Martino, questo santuario dove per il suo intervento il Creatore mi ridiede appunto la vista nella quale più non speravo: a colui che concesse il dono, ti prego, recita almeno delle preghiere. Dove vi è l'eminente basilica di Paolo e Giovanni, qui vi è una parete su cui è dipinta l'effigie del santo: si è tentati di abbracciare la pittura non fosse altro che per la dolcezza del colore. Sotto i piedi del giusto, la parete ha una finestra elegante: vi è vicino una lampada, in un vaso di vetro nel quale galleggia una fiamma. Mentre io mi affretto in questo luogo, essendo tormentato da un violento dolore, gemendo per la luce che sfugge dalle pupille degli occhi, in esso, non appena toccai l'olio benedetto del lume, quella vampa di fuoco scomparve dalla fronte dolorante, e il medico mette in fuga sull'istante, con un blando unguento, i malanni. I miei occhi non si sono dimenticati del dono del santo, poiché la guarigione sicura della vista mi ritorna davanti agli occhi, ed io mi ricorderò di ciò fino a quando conserverò la vista e la salute. Più pronto con l'affetto, ti prego, vai poi in cerca degli amici: se parlerai con i miei compagni di studio, tu con la devozione meriterai il perdono: a costoro io offro questo argomento, perché con parola armoniosa cantino splendidi carmi per le gesta di Martino e con chiaro ingegno compongano versi da diffondere per l'Oriente: è valutato per i meriti, né abbisogna di questi versi quell'uomo radioso la cui popolarità trionfante e la fama conquistano le vie del mondo, raggiungendo campagne, percorrendo i mari, brillando nei cieli, distribuendo alla gente mirabili medicine per elemosina: egli ottiene tutti i doni servendo il suo Signore; e per ciò Cristo ha il nome, Martino la gloria.
COMPILAZIONE
COMPILAZIONE
Data2011
NomeAssorati G.
AGGIORNAMENTO – REVISIONE
Data2021
NomeParisini S.
ANNOTAZIONI
NoteProgetto PARSJAD
Progetto ROMIT


ultima modifica: 20/01/2021
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