lana/ panno,
gallone,
ottone
sec. XIX (1862 - 1867)
Tito Pasqui è stato un agronomo (figlio dell'agronomo forlivese Gaetano Pasqui) e politico italiano. Volontario nella terza guerra d'indipendenza negli anni 1866 - 1867 con Giuseppe Garibaldi e, a Mentana, al fianco di Achille Cantoni come furiere capo. Successivamente, fu garibaldino anche nella battaglia di Digione. Deposte le armi, riprese gli studi e si laureò in ingegneria civile e matematica a pieni voti assoluti, con lode speciale e menzione onorevole nella Gazzetta Ufficiale del Regno. Assistente alla Scuola Agraria di Bologna, quindi insegnante di estimo e costruzioni all'Istituto Tecnico di Ravenna. Delle sue molteplici attività si ricordano la politica e gli studi di carattere agricolo. Repubblicano, vicino ad Aurelio Saffi, a poco a poco si spostò su posizioni sempre più moderate e monarchiche. Prese parte attiva nell'Amministrazione locale e nazionale: fu assessore comunale a Forlì e presidente del consiglio provinciale, fino a diventare deputato alla Camera nel 1897. A Roma ricoprì diversi incarichi: fu rappresentante del Governo all'Esposizione agraria universale a Vienna e al Congresso internazionale di economia rurale e forestale. Fu Commissario per l'Italia all'Esposizione Universale (1900) di Parigi. Ricoprì anche l'incarico di delegato italiano per il regime di importazione dei vini italiani nell'Austria-Ungheria. Nel 1903 fu promosso Ispettore generale dell'Agricoltura, delle Acque e Foreste per poi essere scelto quale ispettore generale e presidente della bonifica dell'Agro romano. Nonostante i numerosi impegni internazionali non dimenticò mai la sua terra d'origine: tra i fondatori del museo delle ceramiche di Faenza, contribuì a sconfiggere la filossera che infestava la Romagna. Lasciò per testamento una cospicua raccolta di libri e documenti alla Biblioteca civica di Forlì (il Fondo Tito Pasqui). Fu ricordato come brillante pubblicista e buon oratore. Pubblicò diverse opere di argomento agrario tra cui Le macchine al concorso agrario di Ferrara, Coltivazione del cappero, La filossera. Tra le onorificenze ricevute si menzionano i titoli di Grand'Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e dell' Ordine della Corona d'Italia, Cavaliere Ufficiale della Legion d'onore (Parigi, 1900), Grand'Ufficiale della Stella di Romania. Morì a 79 anni il 7 luglio 1925 a Forlì nel cui cimitero monumentale ora è sepolto.