L’ocarina di Budrio
A parte gli utilizzi folkloristici e ludici, l’ocarina è stata utilizzata anche nella composizione di alcune colonne sonore, come ad esempio in alcuni film di Sergio Leone musicati da Ennio Morricone. Nel film Novecento di Bernardo Bertolucci vi è una scena in cui un gruppo di contadini si ritrovano insieme suonando l’ocarina.
Nella celebre serie giapponese Capitan Harlock, il protagonista realizza un’ocarina e la regala alla sua protetta, la bambina Mayu, la quale la porta sempre con sé e la suona spessissimo, per tutto il corso della serie.
Negli anni ‘30 ebbe un certo successo un gruppo musicale americano che faceva uso dell’ocarina, denominato Sweet Potato Tooters (“sweet potato” è il nomignolo dato dagli anglofoni all’ocarina di Budrio, dalla sua forma che ricorda una patata dolce). Il gruppo incise anche insieme a Bing Crosby, che nel film del 1952 Road to Bali, cantò la canzone The little ocarina Song.
In alcuni album musicali come Non al denaro non all’amore né al cielo, nella canzone Un giudice, di Fabrizio De André è utilizzato il suono evocativo dell’ocarina.
- Anche Simon Le Bon dei Duran Duran ha spesso incluso nei brani del gruppo alcune parti per ocarina, vedi ad esempio The Chauffeur.
- Questo strumento musicale ha trovato spazio anche nella musica “colta”, come in alcune composizioni di Leoš Janáček e György Ligeti.
- Nel mondo videoludico, questo strumento musicale gode di grande rilievo in The Legend of Zelda: Ocarina of Time dove, suonando la magica Ocarina del Tempo, il protagonista Link acquisisce una gamma di poteri quali viaggiare nel tempo, alterare le condizioni climatiche o il teletrasporto, intonando diverse melodie con essa.
- In una delle scene più intense del film Novecento di Bernardo Bertulucci, uno dei braccianti suona l’ocarina per far dimenticare la fame ai figli.
Una piacevole scoperta
Ocarina
Mignani Arrigo – sec. XX (1963 – 1992)
Museo dell’ocarina e degli strumenti musicali in terracotta di Budrio
Ocarina di Budrio (“quarta” in SOL), flauto globulare di terracotta dotato di beccuccio di insufflazione laterale provvisto di dieci fori digitali (otto anteriori e due posteriori); la superficie è ricoperta di una vernice (gommalacca?) di colore marrone scuro, non completamente coprente. La terracotta è quella rossastra tipica del bolognese. Appartiene ad un settimino omogeneo per costruttore, materiali ed intonazione conservato nel museo stesso.
Mignani incideva la M (quasi un monogramma o firma) a segnalare gli strumenti che a suo parere avevano caratteristiche qualitative superiori (chiamava questi strumenti “ocarine scelte”) Tali strumenti avevano un prezzo superiore alle altre.
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https://www.ocarina.it/storia.html https://www.ocarinafestival.it/ https://www.youtube.com/watch?v=SsBfbiViNaw
Chi cerca trova
Sfidiamo i visitatori ad una caccia al tesoro digitale nei musei dell’Emilia-Romagna, alla ricerca di immagini, oggetti, opere sul tema dell’ocarina. basterà taggare la nostra pagina usando l’hashtag #patercaccialtesoro e il tag alla pagina di IBC Emilia-Romagna..